di Bruno Pappalardo… ma perché sono un iscritto al Partito del Sud? In verità non lo ricordo neppure come sia iniziata la storia.Forse un amico, forse un libro,… bah, comunque diversi anni fa.Ecco,… ricordo, forse, chi inopinatamente accese un bagliore nella mia giovane mente, sulla vera storia dell’Italia unitaria furono le “tormentonanti” trasmissioni di un autorevole oratore, uno straordinario Angelo Manna. Chi non se lo ricorda? Quell’omone con un vocione cavo che spiegava “ ‘a trastola “savoiarda, attingendo dal suo personale secchio tirato da un pozzo infinito di cultura classica e moderna che riusciva a far dialogare, magna pars di un nuovo e più aggressivo meridionalismo che diventava, addirittura istituzionale mediante una sua pur breve apparizione parlamentare. Credo, anche, che tutti, bene o male, siano passati per l’attività revisionista e di indagine documentarista del movimento dei neoborbonici. Perché negarlo? Anch’io, anche se solo come sostenitore convinto ma fui lettore delle loro pagine di esplorazione d’archeologia storica. Portarono a scoprire i coperchi marmorei ma, invero, terreno, tanta terra che aveva coperto corpi di contadini fedeli al proprio re, partigiani -molti seppelliti vivi – e di cui non se ne conosceva l’impensabile numero; quasi due milioni ma chiamati, per coprire la vergogna, briganti.. So bene che, già da molti anni, da quelle esperienze, si è andato oltre. Un’infinità di altri piccoli pianeti meridionalisti sono sorti e, ognuno, ha aggiunto o esteso o divulgato quelle investigazione e analisi storiche e politiche di un meridione letteralmente soppresso e ancora massacrato sia in nella forma più infame, ovvero l’abbandono che quella politica di colonialismo rinvigorito dalla ciurma barbara della Lega Nord. Fanno certo più male coloro, tra noi, si camuffano da meridionalisti per raggiungere scopi privatistici e di sinistro potere. Questi delinquenti sono peggio e figli di quei degni di assassini che vennero dal Nord.
Bene e, allora perché il Partito del Sud?
Perché il Partito del Sud mi ha personalmente garantito di lottare per la sua idealità-in difesa e a favore del Sud ed io ho accettato. Ho dunque, certamente accettato di:
1. lavorare e lottare per la mia terra, per la mia storia, per la mia identità, per la cultura espressa in millenni e culla della civiltà occidentale; di salvaguardare il benessere della gente, dei suoi tesori, artistici, paesaggistici, antropologici, sociali e soprattutto umani;
2. difenderne la sua libertà, le sue risorse, la sua intelligenza e geniale creatività, la sua gente onesta e lottare, semmai, punire la sopraffazione in qualunque forma si esprima; la delinquenza organizzata e il politico e l’amministrazione connivente, la corruzione e decomposizione che da essa s’origina;
3. non negare mai la validità degli alti principi della Costituzione che difese le oppressioni e, dunque nei fondamentali, espressione del meridione;
4. non cercare alcuna forma di monarchia o governo che non sia quella della volontà sovrana della mia gente,
ovverossia ché gli onesti, i giusti, i probi, gli incorrotti e gli onorevoli nell’anima e nella vita;
5. essere credere o essere vicino alla struttura legislativa della Giustizia che oggi è esercitata da uomini delloStato che offrono la loro vita per essa; le Forze dell’Ordine, l’esercito è composto per circa il 78% di meridionali.
6. essere vicino ai più deboli, ai bisognosi, a tutti coloro che soffrono sia nella decadenza fisica che morale generata da altri; di essere per la tolleranza e l’accoglienza di tutti e non discernere tra varie culture, religioni o differenzazioni sessuali - sempre originato dall’unico solo concetto d’ amore per l’altro, - ritenendo ciò linfa esperienziale e vitale per una palingenesi formativa, spirituale, scientifica, artistica, dunque bagaglio di nuova sapienza che dovrà trasferirsi nel nostro nuovo pantheon culturale per la rinnovata mozione di recupero e rinascita economica, identitaria e culturale, estremo capo di un lungo filo, ieri smarrito, di colore rosso, che ci unirà sempre al nostra memoria storica esistenziale;
7. fare spallucce a tutti coloro che vorranno impedircelo; fare attenzione al dialogo interregionale nel Sud; fare luce sui tentativi di impurità dottrinale, smerciata per vero meridionalismo ma lottare per penetrare il tessuto istituzionale e riappropriarsi della dispersa primaria padronanza dei nostri beni e scacciare chi, attraverso l’inganno e la truffa, il falso ideologismo “ per il bene del sud” venga ad acquisirne diritti e predominanze.
8. essere sul territorio per il controllo, monitoraggio e susseguente intervento che diremo “legittima difesa”
9. percorre ogni strada per la ricerca di ricchezze legata alla volontà di coniugare le risorse fisiche e culturali con una nuova forma di politica che verrebbe a configurarsi in grande intesa autogena federalista, una sorta di Dichearchia (città della giustizia e della libertà) Una enorme grande città del meridione, senza recinzioni, contenente in sé il seme della città aperta, capace di amalgamare tradizioni di forte matrice di grecità se pur differenti ma legate dal vincolo del sangue;
10. essere certo che potrà diventare il Partito del Mediterraneo, altra meravigliosa sponda, altri mercati, altre occasioni, altra vitalità, altra economia, altra autonomia.Ci saranno mille altri motivi. Io, non son capace di produrmi in ideologo ! Son certo che qualcosa della grande Idea del mio Partito l’ho afferrata . A me par che voglia scalfire tutti i muri dell’idealismo romantico ,languido e sdolcinato e appropriarsi di quello, invece, di un concretismo promozionale, sempre passionale ma fattuale e, se persino parrà altro, ebbene, il giudizio sarà bene accetto e valutato, anche se prossimale potrebbe essere un nuovo passo avanti.
Bruno Pappalardo
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