L’esperimento di Worgl
Nel 1932 Worgl, ridente cittadina
tirolese di 4.000 abitanti, si ritrovò schiacciata da una pesante deflazione
dovuta alla stretta creditizia varata dalla Banca Nazionale Austriaca. Da 1.100
milioni di scellini di denaro circolante, si scese a 900 milioni circa, mettendo
così in ginocchio l'economia. Circa 1500 abitanti, cioò oltre il 35% della
popolazione, si trovarono in breve disoccupati.
Il sindaco, Michael
Unterguggenberger, meccanico ed ex-ferroviere, valutata la situazione dichiarò
che: “La lenta circolazione del denaro è la ragione principale della
paralisi economica che stiamo vivendo. La ricchezza scappa cada sempre più
rapidamente dalle mani di coloro che la producono, per infilarsi nei canali
generatori di interssi accumulandosi nelle mani di quelle poche persone che
lungi dal restituirla ai mercati reali, la accaparrano tesaurizzandola come
strumento di speculazione”.
Dopo un accurato lavoro
locale di preparazione presso imprenditori, commercianti, banca e abitanti,
egli fece allora stampare 32.000 scellini sotto forma di Bestatigter Arbeitswerte, titoli cartacei, qualificati non come denaro ma come
certificati di valore di lavoro. I tagli di questi certificati erano da uno,
cinque e dieci scellini e scadevano dopo un mese; il possessore poteva però
prorogarli applicandovi, a proprie spese, una marca acquistabile in Comune e
avente un costo pari all’1% mensile (ossia il 12% annuo) del valore facciale.
L'emissione era «coperta» alla pari: una somma uguale di veri scellini era
depositata dal Comune nella locale banca di risparmio. I detentori delle
«banconote di lavoro» (moneta deperibile) avrebbe potuto presentarle
all'incasso in ogni momento e riscuotere così l’equivalente valore in scellini
di corso.
Venne inoltre stabilito
che, per questa specifica operazione, la banca avrebbe riscosso un «aggio di
servizio» del 2 %. Allo stesso tempo questi certificati potevano essere
depositati in banca alla pari (riconoscendo ai titolari del deposito un credito
pari al valore facciale) ma non fruttavano interessi; la banca veniva anch’essa
assoggettata a pagare una tassa “di parcheggio”, essendo così incentivata a
prestarli. Poiché il costo di detenzione della moneta deperibile, 1%, era solo
la metà del costo del suo cambio in scellini, di fatto nessuno portò mai
all'incasso la nuova moneta.
Tutti gli impiegati del
Comune, compreso il sindaco, dal luglio 1932 cominciarono a ricevere metà del
loro stipendio in moneta deperibile. Questi certificati cambiano mano
mediamente circa 36 volte al mese, sviluppando, nei 14 mesi dell’esperimento un
volume di affari 2.5 milioni di scellini, mentre il denaro “buono” retrocedette
a circa soli 5 passaggi di mano mensili. Il comune, accettandoli in pagamento
delle imposte e servizi, li rinvestiva immediatamente in opere pubbliche, dando
lavoro a molti disoccupati. Vennero in tal modo costruiti un ponte sull’Inn,
quattro strade, rimodernate le fognature, ampliata la rete idrica.
A Worgl si lavorava sodo
e a pieno regime, si viveva decorosamente, i prezzi erano stabili, il benessere
aumentava. L’esperimento, che funzionava molto bene, destò l’attenzione dei
paesi limitrofi, i quali copiarono l’esperienza. Il comune di Kitzbuhel, oltre
ad accettare i buoni di Worgl, emise 3000 scellini di suoi certificati, e i
300.000 tirolesi circostanti cominciarono a interessarsi a questo modello.
Tutto ebbe fine per
l’intervento della Banca Centrale austriaca i cui funzionari arrivarono a Worgl
nell’agosto del 1933 per sospendere l’esperimento, giudicato illegale in base
all’art. 122 della Costituzione Austriaca di allora, che riservava alla Banca
Nazionale il diritto esclusivo di signoria. Venne emanato un ordine governativo
che stabiliva il ritiro dei certificati entro il 15 settembre 1933. Il
borgomastro fece ricorso alla Corte Suprema di Giustizia, riuscendo a
guadagnare un altro bimestre, ma il 15 novembre dello stesso anno la Corte depositava la sua sentenza, rigettando l’appello e
archiviando l’esperimento.
Questo
eccezionale esperimento suscitò interesse e scalpore. Il presidente del governo
francese Daladier si rese a Worgl in visita. Ovviamente se ne parlò molto nel
circondario e la notizia giunse finanche in Svizzera dove il 24 maggio 1933 a Winterthur il coraggioso borgomastro di Worgl
Unterguggenberger tenne un’affollatissima conferenza alla presenza di oltre
mille persone, conferenza che non fu possibile ripetere, come era stato
programmato, a Ginevra farlo perché al borgomastro venne ritirato il passaporto
per carico pendente.
Poco dopo la proibizione
del denaro libero Unterguggenberger ricapitolò la sua esperienza con le
seguenti parole: “ . . . che qui si sia inteso cancellarmi dalla storia, questo lo
avevo previsto! Ad ogni modo sono riuscito a mandare al mondo un segnale su ciò
che è possibile fare. Il mondo e io lo abbiamo dimostrato! Questa nuova
coscienza deve adesso maturare lentamente nel pensiero degli uomini. Non dimentichiamo
che, all’inizio, si tentò di impedire anche l’introduzione della ferrovia”.
Giovanni Cutolo
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