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domenica 7 agosto 2011

Porcellum? Cambiamolo!






Ieri la difesa dell'acqua pubblica come bene comune e del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, oltre al netto rifiuto del nucleare per le energie rinnovabili.

Da oggi fino al 30 settembre, invece, la battaglia contro il “Porcellum”: parte nel Paese la nuova sfida per raccogliere 500mila firme propedeutiche al referendum per abolire la pessima legge elettorale, che lo stesso promotore – il ministro leghista Calderoli- ha definito una “porcata”. L'obiettivo è difficile da raggiungere, ma non impossibile. Si può scrivere ancora, come già è avvenuto a giugno, una nuova pagina di partecipazione civica e cosciente, in occasione della quale la società civile, attraverso il suo protagonismo, potrà difendere l'intero sistema democratico. Ieri ci tacciavano di utopia spinta, oggi fanno lo stesso. Personalmente, invece, credo che l'Italia abbia dimostrato tutto il suo coraggio nella volontà di cambiare.
Per raccogliere le firme abbiamo tempo fino alla fine del prossimo mese, per farlo abbiamo bisogno del massimo impegno da parte di tutti i cittadini e di tutti i partiti. Si deve abrogare il Porcellum per restituire la possibilità-diritto agli italiani di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, come Costituzione e democrazia vorrebbero, senza dover subire la decisione degli apparati di partito, senza dover soffrire la logica delle nomenclature politiche, senza doversi piegare di fronte al braccio di ferro fra le correnti interne alle forze partitiche.

Attualmente infatti, con il sistema delle liste bloccate, sono i partiti e le loro segreterie a stilare l'elenco di chi deve o non deve sedersi sugli scranni del Palazzo, completamente incuranti della volontà popolare e della rappresentanza territoriale (il caso di chi, per esempio, proviene da una data circoscrizione per essere eletto in un'altra). Un sistema ingiusto che dimentica i principi di merito e capacità, per premiare solo quelli della fedeltà o del servilismo al “capo” del momento, per alimentare clientele e familismi.

Un sistema ingiusto anche perchè ha introdotto un ‘premio’ elettorale che non ha uguali nel resto del mondo: per governare, infatti, non è più necessario conquistare il consenso della maggioranza degli elettori. Si deve contrastare l'idea di una politica chiusa nelle “segrete” stanze, asfittiche e distanti dalla vitalità del paese reale, dai suoi bisogni e dai suoi sogni. Si deve tornare ad una democrazia reale.


Luigi de Magistris



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