Eppure, tutto continua ad andare alla deriva.
L’immagine dell’Italia nel mondo è umiliata.
Certo, una parte del popolo italiano è succube e complice, omologata ai modelli di mercificazione, di rapacità, di ladrocinio, di irresponsabilità che imperano nei Palazzi del potere.
Un’altra parte,minoritaria, seppure non trascurabile, del popolo italiano si indigna, prova a ribellarsi, si ribella, come ha dimostrata la recente e clamorosa nobilitazione del mondo della scuola, dell’università e della ricerca,trainata valorosamente dai giovani. Ma, dov’è lo sbocco politico, serio e strutturale, di tale mobilitazione? Non c’è ancora.
Una terza parte del popolo italiano, forse la maggioranza, è confusa, frastornata, oscilla tra astratti furori e ripiegamento individualistico frustrante. La voglia di fuga, alla ricerca di qualche via di fuga che non c’è. Il fatto è che non si può fuggire dalla realtà,devastante,inaccettabile.
Tutto ciò a Nord come a Sud, soprattutto nel Sud.
Il punto è che per l’intero Paese, ma soprattutto per il Sud- e per i meridionali,ovunque essi siano-manca una proposta politica-o non è sufficientemente matura o ancora non percepita- all’altezza della sfida e delle aspettative.
L’intera-o quasi- classe politica al comando deve andarsene a casa:questo è il punto.
Si deve procedere – e presto -ad una vera e propria rigenerazione dell’intera classe politica del Paese.
Si tratta, è bene saperlo, di una rivoluzione politica e morale.
PER UNA REPUBBLICA FEDERALISTA, UNO STATO FEDERALE DEL MEZZOGIORNO E UN PARLAMENTO DEL SUD.
Dobbiamo costruire , presto e bene, una vera REPUBBLICA FEDERALISTA. Il centralismo ha fallito, né è riproponibile. Una repubblica federalista unitaria e cooperativa, secondo la storica lezione tedesca. Un federalismo cooperativo , efficiente e democratico, che è l’esatto contrario del falso federalismo nordista, leghista, divisionista e razzista.
La costruzione urgente, urgentissima ,di tale Repubblica federalista non può che avere un grande cuore meridionalista, un propulsore neomeridionalista, un MOTORE NEOMERIDIONALISTA, UNA SOGGETTIVITA’ autonoma NEOMERIDIONALISTA. Altrimenti tale Repubblica, non soltanto non è fattibile, è addirittura impensabile.
A fondamento della nuova Repubblica federalista d’Italia vi deve essere la costruzione dello STATO FEDERALE DEL MEZZOGIORNO, con- intera-la sua autonomia, attraverso un Parlamento dello Stato federale del Mezzogiorno, che selezioni la nuova classe dirigente del Sud, anche sotto il profilo generazionale. Secondo la lucida e audace proposta formulata, di recente, da Giorgio Ruffolo , nel volume “Un paese troppo lungo”.
Presto, proprio come PSUD, lanceremo-a partire dal ragusano e da Vittoria- una vigorosa offensiva contro una dimensione essenziale,e ancora in ombra , dei sistemi politico-economico- criminali,quella delle AGRO-MAFIE, contro il devastante insediamento delle mafie nell’intera filiera agricola e agroalimentare, dalla produzione ai trasporti alla grande distribuzione. Un tassello essenziale della odierna questione agricola.
Per LEGITTIMA DIFESA. Perciò, siamo stati costretti a metter in campo il PSUD.
Il tempo degli imbrogli leghisti, delle imposture fascistoidi e delle violenze razziste della Lega Nord deve finire.
Bisogna attaccarli frontalmente, e noi del PSUD lo facciamo e lo faremo sempre di più e sempre meglio, questi pericolosissimi cialtroni. Che hanno fondato la loro sub-casta di politicanti della peggiore risma, sull’odio razzista antimeridionale. Si legga, si rilegga e si tenga sul comodino “Terroni” di Pino Aprile.
Basta. Sono 25 anni che tengono bottega. A nome di un finto federalismo, che è, in realtà, razzismo, divisionismo, antimeridionalismo becero e bavoso, spirito e pratica sistematica di rapina ai danni del Sud. Sono da 10 anni al potere e al governo centrale, nel ruolo dei peggiori lacchè e guardaspalle del berlusconismo, delle sue cricche, delle sue infinite imposture,delle sue vomitevoli impudenze, di una scena pubblica ridotta alla peggiore versione – da incubo-di Drive In. In questo periodo- di predominio leghista e nordista- l’Italia è declinata ed è stata definitivamente sfasciata. Il Sud umiliato e offeso definitivamente. Tutte le autonomie locali sono state vulnerate e svuotate. Altro che federalismo. Hanno occupato- con inquietante voracità, scaltrezza e rudezza- tutti i gangli di potere possibili e immaginabili: comuni , province, regioni, Parlamento e governo,municipalizzate e aziende pubbliche e parapubbliche, ospedali, IACP, enti di assistenza, banche, giornali e tv, insomma tutto. HANNO OCCUPATO E LOTTIZZATO TUTTO. Da fare rimpiangere i peggiori lottizzatori e ladri della prima Repubblica.
A chi fosse distratto, consiglio vivamente di dare un’occhiata ai seguenti volumi, freschi freschi di stampa, sulle malefatte leghiste, sulla “Padania ladrona e la Lega ladronissima”, tanto per rinfrescare la memoria: Fabio Buonasera e Davide Romano, “Inganno padano”, La Zisa, 2010; Eleonora Bianchini, “Il libro che la Lega Nord non ti farebbe mai leggere”, Newton Compton, 2010; Andrea Marzocchi, “Svastica verde”, Editori Riuniti, 2011; Sebastiano Canetta e Ernesto Milanesi, “Lega Land”, manifestolibri, 2010.
Partiamo dal programma di celebrazioni del 150°, e, dal suo svolgimento, in corso:di una banalità, se non stupidità, inaudita. Basti visitare il funereo sito web del 150°:www.italiaunita150.it, quello del comitato nazionale. E l’altro sito web del comitato torinese, di taglio simpaticamente strapaesano:www.italia150.it. Si tratta di una mala-assortita accozzaglia di interventini a pioggia ( restauri, rifacimenti e simili), che con l’unità/disunità d’Italia possono non entrarci niente. Poi, di una seconda congerie di convegni e convegnetti ispirati alla più vieta e ridicola retorica vetero- patriottarda, di taglio grottescamente apologetico. Infine, di una somma di festicciole da mega-sagra strapaesana. I testi e i libri, proposti come base bibliografica delle celebrazione, al 50% riguardano Garibaldi e il garibaldinismo e paraggi,propinati- con inaudita coglioneria- come se fossimo nel 1870.Cfr. Allegato n. 1.
Di cosa è stato veramente il processo di unità d’Italia, a partire dalla CONQUISTA SABAUDA DEL SUD, a 150 anni dagli eventi, neppure un cenno. Ciò, mentre il Paese è più rispaccato che mai e impazzano la violenza e l’arroganza leghista. Mentre il libro di Pino Aprile ,“ Terroni” , che offre un agghiacciante e veritiero spaccato sulla verità del processo unitario italiano, al contrario di codeste ufficiali e menzognere ricostruzioni ( quelle del 150° ufficiale), spopola nei dibattiti e nelle vendite in Italia e all’estero.
A nostra volta,e per intanto, noialtri neomeridionalisti,ci sforziamo di ribattere colpo su colpo, con le nostre modeste risorse, fondate sulla buona volontà, contro un intero apparato di sepolcri imbiancati e di tromboni mistificatori: dalla controcelebrazione di Gaeta ( 11-12-13/febbraio/2011) alla protesta contro l’omaggio ufficiale ai Savoia da parte del Presidente della Repubblica ( il 17 marzo, al Pantheon, a Roma). Gli daremo filo da torcere fino al 31 dicembre 2011, statene certi. E poi, ricominceremo il primo gennaio 2012.
Ma, a parte le celebrazioni ufficiali,lo scenario retorico pseudo-patriottardo , fondato sulla mistificazione,con cambia se andiamo a considerare le performances sul 150° di giornali, riviste, televisioni, partiti ,fondazioni: la musica è la stessa, pur con suonatori in parte diversi, ma pur sempre appartenenti alle stesse macro- parrocchie dominanti.
Se andiamo a verificare, poi, la produzione saggistica libera o para-romanzesca, finalizzata a carpire qualche nicchia del mercato editoriale del 2011,con la scusa del 150°,in particolare quella di ambito storiografico, purtroppo la musica è ancora una volta la stessa,con qualche stridore in più. Vi propongo alcuni esempi, tutti – a vario grado- indigesti: Aldo Cazzullo, “Viva l’Italia”, Mondadori, 2010;Antonio Caprarica, “C’era una volta in Italia”, Sperling & Kupfer, 2010;Lucio Villari, “Bella e perduta”,Laterza,2009;Claudio Fracassi, “Il romanzo dei mille”,Mursia, 2010;Domenico Fisichella “Il miracolo del risorgimento”, Carocci editore,2010;Bruno Vespa, “Il cuore e la spada”, Mondatori, 2010; Carlo Fruttero e Massimo Gramellini, “La patria bene o male”, Mondatori, 2010.
Per fortuna, di taglio un po’ diversi risultano alcuni altri prodotti editoriali, tra saggi e romanzi storici, che -pur all’interno dei paradigmi interpretativi dominanti della storia dell’unità d’Italia-si differenziano per qualche buona dose di onestà critica e di maggior senso della verità. Qualche esempio interessante:a cura di Alberto Maria Banti, “Nel nome dell’Italia”, Laterza,2010; Silvana Patriarca, “Italianità”, Laterza, 2010; Giancarlo De Cataldo, “I traditori”, Einaudi, 2010.
Infine, possiamo registrare, con una certa soddisfazione morale, una sezione di produzioni culturali, che, seppure ancora minoritarie,possiamo annoverare- almeno parzialmente- nell’ambito del revisionismo storiografico coraggioso e nobile: Arrigo Petacco, “ Il regno del Nord”, Mondadori, 2009, e, “O Roma o morte”, Mondadori, 2010; Giovanni Fasanella e Antonella Grippo, “1861. La storia del Risorgimento che non c’è sui libri di scuola”, Sperling & Kupfer, 2010.
Il volume di Giordano Bruno Guerri- “ Il sangue del Sud. Antistoria del risorgimento e del brigantaggio”, Mondadori, 2010-pur contenendo, a nostro parere, alcune contraddizioni più o meno vistose,alcune incertezze interpretative,qualche fumisteria e qualche funambolismo mediatorio, si può annoverare ,in pieno, nel revisionismo storico che noi stessi, come neomeridionalisti, apprezziamo e sosteniamo.
Un cenno al cinema: ottimo il film di Mario Martone, “Noi credevamo”, sul Risorgimento, narrato in un’ottica genuinamente revisionista. Dopo tanta nuvolaglia, un po’ di luce.
Senza vigore culturale, senza egemonia culturale, non c’è alcuna vittoria politica all’orizzonte. Nessuno si illuda.
E’ questo il senso profondo di queste note.
Perciò, noi neomeridionalisti consapevoli e responsabili, dobbiamo saper coniugare battaglia culturale e battaglia politica. Sono i due motori, senza i quali l’aereo neppure può decollare.
Vi è l’ambito della cultura direttamente politica da affrontare, dissodare, arare.
Vi sono gli ambiti sterminati e plurimi dell’arte e della scrittura da attraversare, con rispetto e intelligenza.
La musica, per prima. Con la nostra amica , Francesca Amato, di Santo Stefano di Calastra,tra le fondatrici del PSUD e folksinger di classe,si è avviato un lavoro di ricognizione, di relazione e di progettazione per liberare un vero movimento dei musicisti e degli artisti meridionali. Proviamoci.
La scrittura, poi. Con un gruppo di antichi e nuovi amici scrittori – Gaetano Testa, Francesco Gambaro, Luigi Pulvirenti, Alfonso Sciangula- si è delineato un progetto e un percorso di confronto sulla scrittura contemporanea del Sud. Una sorta di movimento? Vedremo. Cos’è la narrativa del nuovo Sud? Chi sono i narratori del nuovo Sud? Cosa e come narrano? L’idea semplice è quella di svolgere una serie di incontri in tutto il Sud, nei quali gruppi di scrittori propongono e confrontano le loro scritture, a partire da un meeting di lancio, da svolgere a Roma, presso il Teatro Colosseo. Per farsi un’idea della mappa dei narratori del nuovo Sud, si può fare riferimento ad un aureo volumetto della storica e critica letteraria di Daniela Carmosino ( docente all’Università del Molise), dal titolo “Uccidiamo la luna a Marechiaro”, Donzelli Editore, 2009. Alcuni degli autori segnalati dalla Carmosino, giovani o meno che siano, sono di indubbia qualità e sono un ottimo punto di partenza per la ricognizione e la movimentazione da fare: Erri De Luca, Antonio Pascale, Giuseppe Montesano, Roberto Alaymo, Sergio Atzeni, Carmine Abate,Maurizio Braucci, Giosuè Calaciura, Gaetano Cappelli, Antonella Cilento, Sergio De Santis, Francesco Dezio, Marcello Fois, Antonio Franchini, Nicola Lagioia, Davide Morganti, Francesco Piccolo, Livio Romano, Roberto Saviano, Flavio Soriga, Michela Murgia, e, altri.
La comunicazione. Per fortuna e per caso, negli ultimi tempi ho conosciuto un nuovo amico. Si chiama Massimo. E’ musicista. Organizzatore di eventi creativi. Paroliere e narratore di razza. Nel Web e in piazza. Per legittima difesa, qualche anno fa, è stato costretto a trasformarsi in guerriero di strada e di Polis. E’ perbene. Assolutamente. Con un altro suo amico, lunare, ha inventato forme di comunicazione, per cui un video di qualche minuto esplode in poche ore , come una bomba. 100.000 visite su youtube, per ciascun video. In 3-4 giorni, una settimana, al massimo. Video santo e luciferino.Ha deciso di diventare, è già diventato, un promotore del progetto neomeridionalista federalista. Ne vedremo delle belle. A presto.
I colpi. Tramite Massimo, somma fortuna, ho conosciuto una giovane donna meridionale e mediterranea, Vania. Vania, qualche tempo fa, ha scritto, per caso e per necessità ,un libro, di cui ora non vi dirò nulla. Un libro in grado di far deflagrare una delle organizzazioni più potenti e altezzose della storia .Questi potentissimi (mon)signori hanno visto i sorci verdi. Vania ha deciso di confezionare altre democratiche ogive. A presto. Può darsi che avremo bisogno di lei , anche nell’umile movimento neomeridionalista.
Un secondo prototipo: lo stratega fluido e fuso. Un tipo capace di allearsi con tutti e con nessuno, di sfasciare con tutti e tutti quanti. Che è contro il nordismo e ,poi, ti propone l’alleanza con la Lega Nord, senza che la Lega Nord lo sappia. Che è un nemico giurato dei mafiosi e dei paramafiosi e poi ti propone l’alleanza con il clan diretto dal puparo massimo,senatore Marcello Dell’Utri, grande capo della borghesia mafiosa nazionale e non solo.
Un terzo prototipo: l’organizzatore fantasmatico. Che, in premessa, ti informa che lui, o lei, ha fondato un grande partito. E che, di conseguenza, vorrebbe dare una mano a comandare qualcosa. Se gli chiedi quanti iscritti ha nell’organizzazione, ti guarda prima stupito e poi indignato. Subito, ti teorizza che non ha nessun inscritto e non ne vuole avere. Non serve. Allora, tu, paziente, gli chiedi, se, di recente, si è, per caso, candidato, in qualche competizione elettorale rilevante e gli chiedi quanti voti ha preso. Allora, quasi si incazza. Ma possibile che non ho capito- mi rintuzza- che un vero rivoluzionario non si è sporcato e non si va a sporcare le mani ,con queste cazzate delle elezioni. Lui è un vero leader e basta. Per auto-definizione e auto-dimostrazione.
Quarto prototipo: il federatore dei movimenti meridionalisti. La sua argomentazione comincia così: ti risulta che , ad un certo punto, Umberto Bossi, ha afferrato diecine di leghe autonome del Nord e ha fatto, in quattro e quattrotto la grande Lega Nord?Aggiunge, o ti fa capire: e tu, coglione, cosa aspetti a fare la stessa cosa? Constatando il tuo sbigottimento, ti fa capire: non lo sai fare tu il federatore? E, allora, togliti dai piedi, che ci penso io!
E’ tremendo, credetemi, incontrare soltanto UNO dei quattro prototipi suddetti. Ma, questo è niente, rispetto alla realtà reale. La crisi di panico ti coglie,subito, se , per sfiga,ti capita di incontrare INSIEME DUE di tali prototipi, o TRE, o tutti e QUATTRO. Ma, non è finita. Il vero collasso antropologico arriva allorquando UNO dei quattro prototipi, insomma una sola persona, UNA, per genio, li riassume e li rappresenta tutte e quattro. Allora, non ti resta che chiamare il 113.
Ecco, la Politica, la buona Politica, è il contrario del serraglio di questi prototipi manicomiali. E’ serietà, impegno, responsabilità, spirito di servizio. Tessitura, dialogo, ascolto, umiltà, pazienza. Lealtà, soprattutto lealtà. Studio, comunicazione, formazione, spirito di iniziativa, lotta, ORGANIZZAZIONE. Tempi medi e lunghi, affinché, se la seminagione vi è stata, vengano i frutti.
Vedete, mentre i quattro amici al bar giocano alla politica, a litigare tra loro, a perder tempo prezioso, a tendere tranelli a se stessi,a spettegolare, a puttaneggiare, LE ELEZIONI POLITICHE ANTICIPATE SI STANNO PERICOLOSAMENTE AVVICINANDO. Che devono poter fare ,e che faranno,i neomeridionalisti seri? Giocano a fare i Bossi da manicomio?Fra due tre anni ci saranno le elezioni regionali in gran parte delle Regioni italiane. Come si stanno preparando i neomeridionalisti seri?
Un partito vero e serio esiste e può esistere sulla base di CINQUE PRECONDIZIONI:
-un vero PROGETTO STRATEGICO E IDENTITARIO;
-un PROGRAMMA vero di governo;
-una LEADERSHIP, forte, autorevole e riconosciuta;
-una ORGANIZZAZIONE robusta e capillare, con un nucleo quasi militare;
-una capacita di COMUNICARE il tutto , di narrare, di EMOZIONARE.
Per il resto, per quanto umilmente mi riguarda, rinvio ai 19 comunicati che ho avuto l’onore di proporre recentemente.
Palermo 11 febbraio 2011.
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