...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

venerdì 11 febbraio 2011

UNA CLASSE DIRIGENTE FALLITA, EVERSIVA E PERICOLOSA.



Comunicato n. 20 di Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud,fondato da Antonio Ciano



Fratelli e sorelle meridionali,


in questo inquieto inizio del 2011, vorrei segnalarvi 10 punti , sui quali pensare, organizzarsi e combattere.


UNA CLASSE DIRIGENTE FALLITA, EVERSIVA E PERICOLOSA

1) La classe dirigente di governo d’Italia è miseramente fallita, e, quella di opposizione gira a vuoto.
Non ci sono più parole per descriverne il degrado morale e civile.
Eppure, tutto continua ad andare alla deriva.
L’immagine dell’Italia nel mondo è umiliata.
Certo, una parte del popolo italiano è succube e complice, omologata ai modelli di mercificazione, di rapacità, di ladrocinio, di irresponsabilità che imperano nei Palazzi del potere.
Un’altra parte,minoritaria, seppure non trascurabile, del popolo italiano si indigna, prova a ribellarsi, si ribella, come ha dimostrata la recente e clamorosa nobilitazione del mondo della scuola, dell’università e della ricerca,trainata valorosamente dai giovani. Ma, dov’è lo sbocco politico, serio e strutturale, di tale mobilitazione? Non c’è ancora.
Una terza parte del popolo italiano, forse la maggioranza, è confusa, frastornata, oscilla tra astratti furori e ripiegamento individualistico frustrante. La voglia di fuga, alla ricerca di qualche via di fuga che non c’è. Il fatto è che non si può fuggire dalla realtà,devastante,inaccettabile.
Tutto ciò a Nord come a Sud, soprattutto nel Sud.
Il punto è che per l’intero Paese, ma soprattutto per il Sud- e per i meridionali,ovunque essi siano-manca una proposta politica-o non è sufficientemente matura o ancora non percepita- all’altezza della sfida e delle aspettative.
L’intera-o quasi- classe politica al comando deve andarsene a casa:questo è il punto.
Si deve procedere – e presto -ad una vera e propria rigenerazione dell’intera classe politica del Paese.
Si tratta, è bene saperlo, di una rivoluzione politica e morale.

PER UNA REPUBBLICA FEDERALISTA, UNO STATO FEDERALE DEL MEZZOGIORNO E UN PARLAMENTO DEL SUD.

2) Bisogna indignarsi e di brutto.

Ma, l’indignazione va accompagnata dalla PROPOSTA, dal progetto,dalla comunicazione del nuovo progetto, dalla mobilitazione per affermarlo, dall’organizzazione tenace e capillare per radicarlo, dalla fatica e dalla pazienza dei seminatori e dei maratoneti perché l’impegno sia all’altezza della partita.
Dobbiamo costruire , presto e bene, una vera REPUBBLICA FEDERALISTA. Il centralismo ha fallito, né è riproponibile. Una repubblica federalista unitaria e cooperativa, secondo la storica lezione tedesca. Un federalismo cooperativo , efficiente e democratico, che è l’esatto contrario del falso federalismo nordista, leghista, divisionista e razzista.
La costruzione urgente, urgentissima ,di tale Repubblica federalista non può che avere un grande cuore meridionalista, un propulsore neomeridionalista, un MOTORE NEOMERIDIONALISTA, UNA SOGGETTIVITA’ autonoma NEOMERIDIONALISTA. Altrimenti tale Repubblica, non soltanto non è fattibile, è addirittura impensabile.
A fondamento della nuova Repubblica federalista d’Italia vi deve essere la costruzione dello STATO FEDERALE DEL MEZZOGIORNO, con- intera-la sua autonomia, attraverso un Parlamento dello Stato federale del Mezzogiorno, che selezioni la nuova classe dirigente del Sud, anche sotto il profilo generazionale. Secondo la lucida e audace proposta formulata, di recente, da Giorgio Ruffolo , nel volume “Un paese troppo lungo”.

IL PARTITO DEL SUD COME PARTITO MEDITERRANEO

3) Il partito neomeridionalista d’azione , che stiamo costruendo, il Partito del Sud, è anche il PARTITO DEL MEDITERRANEO. Senza una grande politica euro-mediterranea per l’Italia non c’è futuro, per il Sud non c’è futuro, nel quadro della feroce competizione globale in atto. La clamorosa rivolta – la rivoluzione-dei popoli arabi –trainata eroicamente dalle nuove generazioni-rappresenta una svolta storica nello scenario mediterraneo, quasi pari alla caduta del Muro di Berlino del 1989. Un grande Partito del Sud è il nuovo soggetto di una poderosa e innovativa politica euro-mediterranea, dopo la crisi, per esaurimento, del partenariato euro-mediterraneo di Barcellona 1985. La tutela dei prodotti agricoli mediterranei, la logistica, una politica energetica sostenibile e all’altezza dei tempi,un partenariato tra le piccole e medie imprese e di enti locali e regioni delle due sponde del Mediterraneo, una politica ambientale mediterranea globale,una governance seria e onesta dei flussi immigratori, un dialogo interculturale e interreligioso rispettoso delle reciproche identità e dei diversi statuti di cittadinanza costituzionale,il rilancio di una politica di sicurezza e di pace fondata sulla giustizia: sono questi gli assi portati del nuovo ciclo di politica euro-mediterranea che ispirano il Partito del Sud, sul versante mediterraneo.

CONTINUA, SFRENATO, LO SCIPPO DELLE RISORSE DESTINATE AL SUD

4) Continua , frattanto, l’IMPOSTURA DEL FALSO “PIANO PER IL SUD” della maggioranza berlusconiana e del governo delle cricche e delle puttane. i 50 miliardi della programmazione comunitaria 2007-2013 e i 50 miliardi del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS) restano bloccati, da parte dell’ingordo e sciagurato sistema nordista leghista-tremontiano.Tra menzogneri annunci di spesa, mai realizzata,scippi continui della spesa per investimenti destinati al Sud,e,irreversibile degrado della crisi economica , sociale e occupazionale del Sud.

LA TRUFFA DEL COSIDDETTO FEDERALISMO FISCALE

5) Continua ad imperversare l’offensiva di quella cosa oscena ingannevolmente denominata “Federalismo fiscale”. Ancora e tutta sulla pelle del Sud e di meridionali. Primo:questa operazione obbrobriosa e pericolosa non c’entra nulla con il federalismo, quello vero. Secondo:è una truffa, ed ennesima rapina, ai danni del Sud. Dopo lo scippo della spesa pubblica per investimenti, i nordisti e leghisti vanno all’attacco della spesa pubblica corrente destinata al Sud, con l’intento di scippargli altri 50 miliardi annui di spesa corrente ( scuola, università, servizi sociali e sanità, enti locali), secondo- tanto per fare un esempio- le capziose argomentazioni del prof. Luca Ricolfi, sintetizzate nell’inquietante libello “Il sacco del Nord”,argomentazione scientificamente infondate e politicamente devastanti.Terzo:aumentano le tasse per tutti. A favore delle fameliche caste e castine. Altro che “non metteremo mai le mani nelle tasche dei contribuenti”. ”Tasse per tutti”, “Pilu per tutti”, secondo il mitico Cetto Laqualunque.

LE MAFIE, QUESTIONE NAZIONALE

6) Spesso la verità, specie in Italia, fa fatica ad affermarsi. Eppure, i fatti hanno la testa dura. Anche le imposture, falsificazioni di sistema, sono dure a morire. Finalmente, nelle ultime settimane, in modo lento ma implacabile,si va consolidando la verità che QUELLA DELLA MAFIA- delle mafie- E’ UNA QUESTIONE NAZIONALE. Inchieste giudiziarie severe e incalzanti,una attenzione via via più vasta e consapevole da parte dei mass-media- in particolari, seppur non numerose, trasmissioni- e di una nuova generazione di giornalisti, l’irruzione sulla scena pubblica di nuovi giovani protagonisti come Roberto Saviano, la pubblicazione-sempre più qualificata e numerosa-di saggi e libri, tutto questo va imponendo una delle verità tra le più rimosse della tremenda storia unitaria d’Italia:LE MAFIE, PUR NATE E RADICATE NEL SUD,FANNO AFFARI SOPRATTUTTO AL NORD. A partire dalla ‘Nrangheta. Retrovie al Sud e business al Nord. Genesi al Sud e nuovo radicamento territoriale diffuso al Nord. Retrovie al Sud e alleanze fitte e inestricabili con i vecchi e nuovi potentati affaristici e politici del Nord, compresa la Lega Nord. La svolta mediale di massa e definitiva è avvenuta in una delle recenti puntate di “Vieni via con me”, con Fazio e Saviano, presente – eccome presente-anche il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Una parte di questa verità sta a significare che , certo, parti del popolo meridionale e delle sue classi dirigenti hanno gravi responsabilità nella genesi e nell’espansione delle mafie. Ma,il punto è che le mafie sono state , da sempre, al servizio di tutti i sistemi politico-criminali nazionali e del Nord e delle sezioni criminali delle classi dirigenti nazionali e del Nord . La stragrande maggioranza del popolo meridionale è stata la prima e generalizzata vittima delle mafie e della borghesia mafiosa meridionale, nazionale e nordista. E sono stati – e sono, finora – prevalentemente meridionali gli eroi della lotta antimafia, a partire da Falcone e Borsellino e dalla sterminata schiera di più umili- ma, non meno nobili- servitori della legalità costituzionale e dello Stato di diritto. Sull’argomento mi limito a richiamare alcuni libri straordinari, di recente o recentissima pubblicazione: Enzo Ciconte, “ Ndrangheta padana”, Rubettino, 2010; Francesco Forgione, “Mafia export”, Castaldi e Dalai, 2009; Roberto Galullo, “Economia criminale”, Il Sole 24 Ore,2010; Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo, “I gattopardi”, Mondadori, 2010; Gianluigi Nuzzi, “Metastasi”, chiarelettere, 2010; Francesco Renda e Antonio Riolo, “Liberare l’Italia dalla mafie”, Ediesse, 1998.
Anche per consolidare definitivamente la reale e indispensabile dimensione nazionale della resistenza e della lotta per debellare tutte le mafie, e non continuare a scaricarla, in modo vigliacco e bugiardo, soltanto sul groppone dei meridionali e del Sud, abbiamo fatto nascere e stiamo sviluppando il PSUD.
Presto, proprio come PSUD, lanceremo-a partire dal ragusano e da Vittoria- una vigorosa offensiva contro una dimensione essenziale,e ancora in ombra , dei sistemi politico-economico- criminali,quella delle AGRO-MAFIE, contro il devastante insediamento delle mafie nell’intera filiera agricola e agroalimentare, dalla produzione ai trasporti alla grande distribuzione. Un tassello essenziale della odierna questione agricola.

“PADANIA LADRONA, LEGA LADRONISSIMA”

7) E’ tempo di aprire uno scontro frontale contro la Lega Nord, le varie vomitevoli forme di leghismo razzista e di nordismo cialtrone.
Per LEGITTIMA DIFESA. Perciò, siamo stati costretti a metter in campo il PSUD.
Il tempo degli imbrogli leghisti, delle imposture fascistoidi e delle violenze razziste della Lega Nord deve finire.
Bisogna attaccarli frontalmente, e noi del PSUD lo facciamo e lo faremo sempre di più e sempre meglio, questi pericolosissimi cialtroni. Che hanno fondato la loro sub-casta di politicanti della peggiore risma, sull’odio razzista antimeridionale. Si legga, si rilegga e si tenga sul comodino “Terroni” di Pino Aprile.
Basta. Sono 25 anni che tengono bottega. A nome di un finto federalismo, che è, in realtà, razzismo, divisionismo, antimeridionalismo becero e bavoso, spirito e pratica sistematica di rapina ai danni del Sud. Sono da 10 anni al potere e al governo centrale, nel ruolo dei peggiori lacchè e guardaspalle del berlusconismo, delle sue cricche, delle sue infinite imposture,delle sue vomitevoli impudenze, di una scena pubblica ridotta alla peggiore versione – da incubo-di Drive In. In questo periodo- di predominio leghista e nordista- l’Italia è declinata ed è stata definitivamente sfasciata. Il Sud umiliato e offeso definitivamente. Tutte le autonomie locali sono state vulnerate e svuotate. Altro che federalismo. Hanno occupato- con inquietante voracità, scaltrezza e rudezza- tutti i gangli di potere possibili e immaginabili: comuni , province, regioni, Parlamento e governo,municipalizzate e aziende pubbliche e parapubbliche, ospedali, IACP, enti di assistenza, banche, giornali e tv, insomma tutto. HANNO OCCUPATO E LOTTIZZATO TUTTO. Da fare rimpiangere i peggiori lottizzatori e ladri della prima Repubblica.
A chi fosse distratto, consiglio vivamente di dare un’occhiata ai seguenti volumi, freschi freschi di stampa, sulle malefatte leghiste, sulla “Padania ladrona e la Lega ladronissima”, tanto per rinfrescare la memoria: Fabio Buonasera e Davide Romano, “Inganno padano”, La Zisa, 2010; Eleonora Bianchini, “Il libro che la Lega Nord non ti farebbe mai leggere”, Newton Compton, 2010; Andrea Marzocchi, “Svastica verde”, Editori Riuniti, 2011; Sebastiano Canetta e Ernesto Milanesi, “Lega Land”, manifestolibri, 2010.

CELEBRAZIONI FONDATE SULLA MENZOGNA E MANIFESTAZIONI DELLA VERITA’

8) Veniamo, ora, al tema clou: l’Italia/la questione italiana, la questione dell’identità italiana, la crisi-mutazione dello Stato-Nazione, la crisi del vecchio centralismo, la disunità d’Italia, la frattura Nord-Sud. La bagarre e il polverone per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Partiamo dal programma di celebrazioni del 150°, e, dal suo svolgimento, in corso:di una banalità, se non stupidità, inaudita. Basti visitare il funereo sito web del 150°:www.italiaunita150.it, quello del comitato nazionale. E l’altro sito web del comitato torinese, di taglio simpaticamente strapaesano:www.italia150.it. Si tratta di una mala-assortita accozzaglia di interventini a pioggia ( restauri, rifacimenti e simili), che con l’unità/disunità d’Italia possono non entrarci niente. Poi, di una seconda congerie di convegni e convegnetti ispirati alla più vieta e ridicola retorica vetero- patriottarda, di taglio grottescamente apologetico. Infine, di una somma di festicciole da mega-sagra strapaesana. I testi e i libri, proposti come base bibliografica delle celebrazione, al 50% riguardano Garibaldi e il garibaldinismo e paraggi,propinati- con inaudita coglioneria- come se fossimo nel 1870.Cfr. Allegato n. 1.
Di cosa è stato veramente il processo di unità d’Italia, a partire dalla CONQUISTA SABAUDA DEL SUD, a 150 anni dagli eventi, neppure un cenno. Ciò, mentre il Paese è più rispaccato che mai e impazzano la violenza e l’arroganza leghista. Mentre il libro di Pino Aprile ,“ Terroni” , che offre un agghiacciante e veritiero spaccato sulla verità del processo unitario italiano, al contrario di codeste ufficiali e menzognere ricostruzioni ( quelle del 150° ufficiale), spopola nei dibattiti e nelle vendite in Italia e all’estero.
A nostra volta,e per intanto, noialtri neomeridionalisti,ci sforziamo di ribattere colpo su colpo, con le nostre modeste risorse, fondate sulla buona volontà, contro un intero apparato di sepolcri imbiancati e di tromboni mistificatori: dalla controcelebrazione di Gaeta ( 11-12-13/febbraio/2011) alla protesta contro l’omaggio ufficiale ai Savoia da parte del Presidente della Repubblica ( il 17 marzo, al Pantheon, a Roma). Gli daremo filo da torcere fino al 31 dicembre 2011, statene certi. E poi, ricominceremo il primo gennaio 2012.
Ma, a parte le celebrazioni ufficiali,lo scenario retorico pseudo-patriottardo , fondato sulla mistificazione,con cambia se andiamo a considerare le performances sul 150° di giornali, riviste, televisioni, partiti ,fondazioni: la musica è la stessa, pur con suonatori in parte diversi, ma pur sempre appartenenti alle stesse macro- parrocchie dominanti.
Se andiamo a verificare, poi, la produzione saggistica libera o para-romanzesca, finalizzata a carpire qualche nicchia del mercato editoriale del 2011,con la scusa del 150°,in particolare quella di ambito storiografico, purtroppo la musica è ancora una volta la stessa,con qualche stridore in più. Vi propongo alcuni esempi, tutti – a vario grado- indigesti: Aldo Cazzullo, “Viva l’Italia”, Mondadori, 2010;Antonio Caprarica, “C’era una volta in Italia”, Sperling & Kupfer, 2010;Lucio Villari, “Bella e perduta”,Laterza,2009;Claudio Fracassi, “Il romanzo dei mille”,Mursia, 2010;Domenico Fisichella “Il miracolo del risorgimento”, Carocci editore,2010;Bruno Vespa, “Il cuore e la spada”, Mondatori, 2010; Carlo Fruttero e Massimo Gramellini, “La patria bene o male”, Mondatori, 2010.
Per fortuna, di taglio un po’ diversi risultano alcuni altri prodotti editoriali, tra saggi e romanzi storici, che -pur all’interno dei paradigmi interpretativi dominanti della storia dell’unità d’Italia-si differenziano per qualche buona dose di onestà critica e di maggior senso della verità. Qualche esempio interessante:a cura di Alberto Maria Banti, “Nel nome dell’Italia”, Laterza,2010; Silvana Patriarca, “Italianità”, Laterza, 2010; Giancarlo De Cataldo, “I traditori”, Einaudi, 2010.
Infine, possiamo registrare, con una certa soddisfazione morale, una sezione di produzioni culturali, che, seppure ancora minoritarie,possiamo annoverare- almeno parzialmente- nell’ambito del revisionismo storiografico coraggioso e nobile: Arrigo Petacco, “ Il regno del Nord”, Mondadori, 2009, e, “O Roma o morte”, Mondadori, 2010; Giovanni Fasanella e Antonella Grippo, “1861. La storia del Risorgimento che non c’è sui libri di scuola”, Sperling & Kupfer, 2010.
Il volume di Giordano Bruno Guerri- “ Il sangue del Sud. Antistoria del risorgimento e del brigantaggio”, Mondadori, 2010-pur contenendo, a nostro parere, alcune contraddizioni più o meno vistose,alcune incertezze interpretative,qualche fumisteria e qualche funambolismo mediatorio, si può annoverare ,in pieno, nel revisionismo storico che noi stessi, come neomeridionalisti, apprezziamo e sosteniamo.
Un cenno al cinema: ottimo il film di Mario Martone, “Noi credevamo”, sul Risorgimento, narrato in un’ottica genuinamente revisionista. Dopo tanta nuvolaglia, un po’ di luce.

CONIUGARE LA BATTAGLIA POLITICA CON LA BATTAGLIA CULTURALE

9) Sorelle e fratelli meridionali, occorre tener presente che, senza un robusto bagaglio culturale, teorico, progettuale, non si va da nessuna parte. Nessun vero partito neomeridionalista può veramente radicarsi e vincere.
Senza vigore culturale, senza egemonia culturale, non c’è alcuna vittoria politica all’orizzonte. Nessuno si illuda.
E’ questo il senso profondo di queste note.
Perciò, noi neomeridionalisti consapevoli e responsabili, dobbiamo saper coniugare battaglia culturale e battaglia politica. Sono i due motori, senza i quali l’aereo neppure può decollare.
Vi è l’ambito della cultura direttamente politica da affrontare, dissodare, arare.
Vi sono gli ambiti sterminati e plurimi dell’arte e della scrittura da attraversare, con rispetto e intelligenza.
La musica, per prima. Con la nostra amica , Francesca Amato, di Santo Stefano di Calastra,tra le fondatrici del PSUD e folksinger di classe,si è avviato un lavoro di ricognizione, di relazione e di progettazione per liberare un vero movimento dei musicisti e degli artisti meridionali. Proviamoci.
La scrittura, poi. Con un gruppo di antichi e nuovi amici scrittori – Gaetano Testa, Francesco Gambaro, Luigi Pulvirenti, Alfonso Sciangula- si è delineato un progetto e un percorso di confronto sulla scrittura contemporanea del Sud. Una sorta di movimento? Vedremo. Cos’è la narrativa del nuovo Sud? Chi sono i narratori del nuovo Sud? Cosa e come narrano? L’idea semplice è quella di svolgere una serie di incontri in tutto il Sud, nei quali gruppi di scrittori propongono e confrontano le loro scritture, a partire da un meeting di lancio, da svolgere a Roma, presso il Teatro Colosseo. Per farsi un’idea della mappa dei narratori del nuovo Sud, si può fare riferimento ad un aureo volumetto della storica e critica letteraria di Daniela Carmosino ( docente all’Università del Molise), dal titolo “Uccidiamo la luna a Marechiaro”, Donzelli Editore, 2009. Alcuni degli autori segnalati dalla Carmosino, giovani o meno che siano, sono di indubbia qualità e sono un ottimo punto di partenza per la ricognizione e la movimentazione da fare: Erri De Luca, Antonio Pascale, Giuseppe Montesano, Roberto Alaymo, Sergio Atzeni, Carmine Abate,Maurizio Braucci, Giosuè Calaciura, Gaetano Cappelli, Antonella Cilento, Sergio De Santis, Francesco Dezio, Marcello Fois, Antonio Franchini, Nicola Lagioia, Davide Morganti, Francesco Piccolo, Livio Romano, Roberto Saviano, Flavio Soriga, Michela Murgia, e, altri.
La comunicazione. Per fortuna e per caso, negli ultimi tempi ho conosciuto un nuovo amico. Si chiama Massimo. E’ musicista. Organizzatore di eventi creativi. Paroliere e narratore di razza. Nel Web e in piazza. Per legittima difesa, qualche anno fa, è stato costretto a trasformarsi in guerriero di strada e di Polis. E’ perbene. Assolutamente. Con un altro suo amico, lunare, ha inventato forme di comunicazione, per cui un video di qualche minuto esplode in poche ore , come una bomba. 100.000 visite su youtube, per ciascun video. In 3-4 giorni, una settimana, al massimo. Video santo e luciferino.Ha deciso di diventare, è già diventato, un promotore del progetto neomeridionalista federalista. Ne vedremo delle belle. A presto.
I colpi. Tramite Massimo, somma fortuna, ho conosciuto una giovane donna meridionale e mediterranea, Vania. Vania, qualche tempo fa, ha scritto, per caso e per necessità ,un libro, di cui ora non vi dirò nulla. Un libro in grado di far deflagrare una delle organizzazioni più potenti e altezzose della storia .Questi potentissimi (mon)signori hanno visto i sorci verdi. Vania ha deciso di confezionare altre democratiche ogive. A presto. Può darsi che avremo bisogno di lei , anche nell’umile movimento neomeridionalista.

LA POLITICA E’ UNA COSA SERIA, ovvero la differenza tra POLIS e MANICOMIO

10) La politica è tutto quello, che , finora , ho evocato. Ma, la politica è anche e preliminarmente militanza umile e spicciola. E’ ORGANIZZAZIONE. Minuta, capillare, tenace. E’ tesseramento, sezioni, federazioni territoriali. E’ iniziativa terra terra, paese per paese, posto di lavoro per posto di lavoro, tema per tema, persona per persona, uno per uno. SENZA ORGANIZZAZIONE, TESSERATI E MILITANTI NON C’E’ POLITICA. Un Partito, senza tutto questo , non esiste e non può esistere. Un Partito non è “quattro amici al bar”. Un circolo Pickwick.Un club di dilettanti allo sbaraglio. Un comitato elettorale virtuale. Un cenacolo di millantatori, che si imbrogliano a vicenda. Di personaggi in cerca d’autore. Di individualisti folli deliranti, mediocri e- sotto sotto- a sconfortante tasso di cialtronaggine. Forse frequento ambienti sbagliati, ultimamente. Ma, recentemente, mi capita sempre più di incontrare, esattamente , personaggi in cerca d’autore. Un primo prototipo:il presunto rappresentante di uno, due,tre, dieci movimenti meridionalisti; che millanta ampia rappresentanza , con migliaia e migliaia di seguaci virtuali al seguito; che propone alleanze complessissime, ardite, e sconfinate e deliranti strategie; che, presto, si propone o Presidente o Segretario di questo mondo della fantasia. Se non viene, seduta stante, nominato ad una di queste stratosferiche cariche,subito s’incazza;se ne va; rientra; se ne va un’altra volta;spara minacce e violenze deliranti, mediante email e attacchi proditori su facebook; fonda, in due ore, o rifonda un altro Partito(?); telefona a tutti i tuoi amici,magari anche a tua moglie, descrivendoti come un mostro,un licantropo, una belva ,un pazzo da liquidare.
Un secondo prototipo: lo stratega fluido e fuso. Un tipo capace di allearsi con tutti e con nessuno, di sfasciare con tutti e tutti quanti. Che è contro il nordismo e ,poi, ti propone l’alleanza con la Lega Nord, senza che la Lega Nord lo sappia. Che è un nemico giurato dei mafiosi e dei paramafiosi e poi ti propone l’alleanza con il clan diretto dal puparo massimo,senatore Marcello Dell’Utri, grande capo della borghesia mafiosa nazionale e non solo.
Un terzo prototipo: l’organizzatore fantasmatico. Che, in premessa, ti informa che lui, o lei, ha fondato un grande partito. E che, di conseguenza, vorrebbe dare una mano a comandare qualcosa. Se gli chiedi quanti iscritti ha nell’organizzazione, ti guarda prima stupito e poi indignato. Subito, ti teorizza che non ha nessun inscritto e non ne vuole avere. Non serve. Allora, tu, paziente, gli chiedi, se, di recente, si è, per caso, candidato, in qualche competizione elettorale rilevante e gli chiedi quanti voti ha preso. Allora, quasi si incazza. Ma possibile che non ho capito- mi rintuzza- che un vero rivoluzionario non si è sporcato e non si va a sporcare le mani ,con queste cazzate delle elezioni. Lui è un vero leader e basta. Per auto-definizione e auto-dimostrazione.
Quarto prototipo: il federatore dei movimenti meridionalisti. La sua argomentazione comincia così: ti risulta che , ad un certo punto, Umberto Bossi, ha afferrato diecine di leghe autonome del Nord e ha fatto, in quattro e quattrotto la grande Lega Nord?Aggiunge, o ti fa capire: e tu, coglione, cosa aspetti a fare la stessa cosa? Constatando il tuo sbigottimento, ti fa capire: non lo sai fare tu il federatore? E, allora, togliti dai piedi, che ci penso io!
E’ tremendo, credetemi, incontrare soltanto UNO dei quattro prototipi suddetti. Ma, questo è niente, rispetto alla realtà reale. La crisi di panico ti coglie,subito, se , per sfiga,ti capita di incontrare INSIEME DUE di tali prototipi, o TRE, o tutti e QUATTRO. Ma, non è finita. Il vero collasso antropologico arriva allorquando UNO dei quattro prototipi, insomma una sola persona, UNA, per genio, li riassume e li rappresenta tutte e quattro. Allora, non ti resta che chiamare il 113.
Ecco, la Politica, la buona Politica, è il contrario del serraglio di questi prototipi manicomiali. E’ serietà, impegno, responsabilità, spirito di servizio. Tessitura, dialogo, ascolto, umiltà, pazienza. Lealtà, soprattutto lealtà. Studio, comunicazione, formazione, spirito di iniziativa, lotta, ORGANIZZAZIONE. Tempi medi e lunghi, affinché, se la seminagione vi è stata, vengano i frutti.
Vedete, mentre i quattro amici al bar giocano alla politica, a litigare tra loro, a perder tempo prezioso, a tendere tranelli a se stessi,a spettegolare, a puttaneggiare, LE ELEZIONI POLITICHE ANTICIPATE SI STANNO PERICOLOSAMENTE AVVICINANDO. Che devono poter fare ,e che faranno,i neomeridionalisti seri? Giocano a fare i Bossi da manicomio?Fra due tre anni ci saranno le elezioni regionali in gran parte delle Regioni italiane. Come si stanno preparando i neomeridionalisti seri?

le elezioni comunali di Torino, Bologna, Palermo?
Un partito vero e serio esiste e può esistere sulla base di CINQUE PRECONDIZIONI:
-un vero PROGETTO STRATEGICO E IDENTITARIO;
-un PROGRAMMA vero di governo;
-una LEADERSHIP, forte, autorevole e riconosciuta;
-una ORGANIZZAZIONE robusta e capillare, con un nucleo quasi militare;
-una capacita di COMUNICARE il tutto , di narrare, di EMOZIONARE.

Allora, ciascuno cerchi di capire se tali pre-condizioni ci sono, come possono esserci, quali sono le risorse dalle quali muovere, da valorizzare.
Per il resto, per quanto umilmente mi riguarda, rinvio ai 19 comunicati che ho avuto l’onore di proporre recentemente.

Dentro questa mappa progettuale, c’è la soluzione del problema.

Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.
Palermo 11 febbraio 2011.

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