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lunedì 14 febbraio 2011

Sabato 12 e Domenica 13 Febbraio 2011 a Gaeta - Commemorazione dell'assedio



Il discorso di Raimondi e i fischi dei borbonici
Momenti di tensione si sono registrati durante la cerimonia. Alla lettura, da parte del capo di gabinetto del sindaco Alessio Buonomo, di stralci del discorso pronunciato dal sindaco Corbo nel 1961, in cui si denunciavano le sofferenze di Gaeta ma si elogiava anche l'Unità d'Italia, sono partite bordate di fischi e cori di "vergogna!" e "viva 'o re!" dal pubblico.



Subito dopo ha preso la parola il sindaco Raimondi, in fascia tricolore, per il suo atteso discorso. "Sono dispiaciuto per i fischi - ha esordito l'Americano - qui siamo tutti meridionali, se siamo qui a commem
orare le vittime di un assedio ci dovrebbe essere un atteggiamento diverso, di rispetto per tutti coloro che qui persero la vita". Raimondi ha proseguito nel discorso sul filo dell'equilibrio, a braccio, riuscendo a stemperare le contestazioni e incassare gli applausi di tutti. "Credo ancora nella democrazia - ha proseguito - ma la storia del Risorgimento fu scritta dai vincitori. Noi non vogliamo disunire ma unire con più forza. L'unione della Nazione si deve basare sulla verità storica, anche quella dei vinti. E noi a Gaeta fummo i vinti, non i vincitori. Oggi abbiamo bisogno di un meridione più forte, più unito, perché senza il suo Sud l'Italia non è nulla". Il sindaco ha ricordato il dramma dell'emigrazione, la questione demaniale e gli sforzi della sua amministrazione, le date più tragiche dell'assedio del 1860/61, la questione ancora aperta del risarcimento danni per una "guerra fratricida e non dichiarata". Nelle conclusioni l'omaggio all'unità nazionale, a fronte delle polemiche sul 150°: "Il vero Risorgimento fu la Resistenza dopo l'occupazione nazista e la fuga del Re. Noi vogliamo festeggiare la Liber
azione e il 2 giugno. Vogliamo, insieme al Sud, un'Italia libera, unita, democratica, repubblicana". La cerimonia è terminata con l'omaggio di una corona, con bandiera italiana, sotto la stele dedicata alle vittime dell'assedio.

Tutto esaurito per il convegno della Fedelissima
Sala piena all'hotel Serapo durante il pomeriggio per il convegno della Fedelissima Città di Gaeta organizzato dall'avvocato Scafetta e giunto, proprio quest'anno, alla ventesima edizione. Studiosi e appassionati da tutto il Sud per un lungo dibattito che ha visto tra i partecipanti anche giornalisti autori di libri di successo sulla storia del Sud come Pino Aprile, Lorenzo Del Boca, Gigi Di Fiore. In un

'altra sala erano in vendita gadget, volumi e bandiere a tema, compresi francobolli duosiciliani e servizi di tazze marchiati "I Love Borbone". Vanno a ruba gli adesivi del sito neoborbonici.it col disegno di un'Italia insaguinata e lo slogan "Io non festeggio - 150 anni di bugie".

Soddisfatto l'assessore sudista Antonio Ciano: "Quello
che non capisce chi ci critica è che oggi, grazie a questa iniziativa, gli alberghi e i ristoranti di Gaeta sono pieni. Sono rammaricato per i fischi di stamattina ma io non ho niente da spartire coi monarchici e coi fascisti, io sono un repubblicano e un democratico". Elogia la riuscita dell'evento anche il presidente di Confcommercio, e appassionato di storia borbonica, Vincenzo Zottola, il quale garantisce pure che il progetto di un "festival di musica del sud", già ribattezzato sulla stampa "l'anti-Sanremo gaetana", è ancora in cantiere. Alcuni relatori elogiano il "modello Gaeta", il sindaco Raimondi incassa e rivendica "l'onesta di questa amministrazione". Atmosfera elettrica al convegno quando l'assessore di Lampedusa Pappalardo, ex generale dei Carabinieri in pensio
ne, ha annunciato la scissione dell'isola dallo Stato italiano per poi abbandonare rumorosamente la sala. Mormorii di disapprovazione anche quando il giornalista del Giornale e del Foglio Ruggero Guarini ha paragonato "l'accanimento dei moralisti bacchettoni di sinistra contro Berlusconi a quello subito dai sovrani borbonici dai giacobini nell'Ottocento". La sera ristoranti gaetani affollati con "menù storici del 1861".

Vescovo e Sindaco a Monte Orlando

Commozione alla Montagna Spaccata, ritorna la bandiera
A mezzogiorno la folla si è diretta alla Montagna Spaccata, presso il santuario della Trinità, per la tradizionale cerimonia di omaggio ai caduti. Da un passaggio generalme
nte chiuso al pubblico si è arrivati, nel panorama mozzafiato di Monte Orlando, dove centocinquant'anni fa sorgeva la batteria Transilvania, colpita proprio il 13 febbraio 1861 in un'inutile strage poche ore prima che fosse firmata la resa. I cadetti dell'accademia militare della Nunziatella hanno lanciato una corona di fiori in mare.

Alla presenza del sindaco Raimondi e del vescovo D'Onorio è stata innalzata, "dopo 150 anni", la bandiera gigliata delle Due Sicilie. Grida di "onore!" e "viva 'o rre!", qualche occhio lucido. L'avvocato Sevi Scafetta, da vent'anni organizzatore del convegno della Fedelissima, ha tenuto un breve discorso per ricordare che "siamo qui per celebrare coloro che 150 anni fa vennero a versare il proprio sangue" e anche per rispondere alle accuse dei borbonici più estremisti che una settimana fa hanno organizzato una contro-manifestazione. "Qui non si viene per affari personali né per propaganda politica - ha detto Scafetta - il nostro convegno è nato per mettere a disposizione di tutti, anche delle istituzioni, il nostro patrimonio storico". È intervenuto, parlando al megafono, anche il sindaco Raimondi ribadendo lo slogan scelto dal Comune, "la verità rafforza l'unità".

Boom di presenze. Il sindaco anticipa nuove iniziative
A fronte delle polemiche, sia a livello cittadino che nazionale, il weekend del 150° gaetano all'insegna dei Borbone si è rivelato un successo. Un vero boom di presenze alle iniziative, con dati positivi registrati anche da alberghi e ristoranti. Molto visitata anche la mostra, inaugurata venerdì al Centro Storico Culturale, sui soldati borbonici. Risonanza anche sui media, presente oggi anche una troupe del tg di La 7. Il sindaco Raimondi gongola: "Lo vedete? Questa è la Gaeta che funziona, non le chiacchiere che so già mi verranno rivolte domani in consiglio comunale. Abbiamo unito la ricerca storica col successo turistico".

E annuncia altre iniziative: "Il 19 giugno vogliamo organizzare un weekend per rievocare il matrimonio di Carlo di Borbone del 1738, quando Gaeta conquistò ufficialmente il titolo di Fedelissima". E il discusso 17 marzo 2011, per l'Unità d'Italia? "Ci stiamo pensando, per quel giorno ci inventeremo qualcosa". Unica nota dolente i fischi di ieri mattina a Porta Carlo III sulle parole di Corbo: "Avevamo scelto di leggere sia le parti del discorso più unitarie sia quelle più di denuncia, ma non è stato capito. Probabilmente alcuni volevano contestarci a prescindere. Quelle parole nel 1961 davanti alle massime autorità furono un atto di coraggio che meritava di essere ricordato, dov'erano loro, i contestatori fanatici, nel 1961?".

Fonte : NON MI ARRENDO

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