lunedì 16 aprile 2012
…ma quando finiranno le sconfitte?
Di Bruno Pappalardo
Quando finiranno le sconfitte della giustizia che fa giustizia, dei morti innocenti che vengono onorati, dei probi che non si rialzeranno, dei deboli, fragili e poveri anziani e lavorator massacrati dalla spudoratezza dei ricchi protetti, dei disabili veri non protetti, della del diritto di vivere e di riavere l’onore smarrito tra le bandiere di giornali che aiutano l’oblio di un popolo.
Non bastano le sentenze della Cassazione che salva gli impuniti appellandosi a difetti di forma.
Non basta alcun tribunale che aiuti le vittime delle morti bianche ( 87% di lavoratori stranieri e meridionali che lavorano a “nero” e senza alcuna sistema di sicurezza perché costa all’impresa; Tremonti) le vittime delle stragi insabbiate.
Non bastano le urla di dolore dei quei padri di figlioli sotto le macerie di uno studentato. Non basta l’indifferenza per la vera grande evasione che innesca la corruzione.
Non basta ancora l’abuso di ogni genere e dei condoni che avviliscono i giusti e l’etica sociale.
Quando finiranno le sconfitte per i morti della Strage di Brescia? Perché mortificarli con l’ultimo atto di violenza e crudeltà ammantata di perbenismo giuridico e faldoni di articoli di legge che li costringe a “pagare le spese processuali”
Certo i media sono con loro come lo furono per le vittime del G8 a Genova! ( attenzione dovrà deliberare ancora la Cassazione)
Certo i partiti parleranno di pretendere dal Parlamento ulteriori indagini sul processo appena svoltosi
Certo il presidente Napolitano chiederà che nessuno dei parenti delle vittime di Brescia paghino un euro per le spese del processo.
Certo si dirà che quello accaduto 38 anni fa Brescia a qualcosa che assomigli a qualche scritto di Pasolini (Pier Paolo Pasolini ritorna sempre, da morto, perché la sua morte fu chiesta) che disse, non essendoci prove e responsabilità individuali certe e quelle di uno Stato che non faceva chiarezza sulla lotta segreta negli anni ’70 tra i Servizi e certi paesi stranieri che lavoravano per la destabilizzazione della democrazia disse: “ Io lo so”;
Certo che lo diranno!
Certo è questo il metodo!
Certo che funziona così; i media, i politici, le alte cariche delle istituzioni, le associazioni dei lavoratori criticheranno ciò che è accaduto di malevole e vestono di strabocchevoli belle parole d’alto valore etico e simbolico l’evento e offrendo ai cittadini la percezione e l’idea che tutti sono vicino a noi, ai probi elettori ma è solo una splendida straordinaria tecnica costruttiva. La subliminale infusione nelle nostre menti che è dunque tutto sotto controllo e che tutti la pensano come noi e che, dunque, baderanno loro, i nostri rappresentanti a controllare e difenderci. E’ così che viene generato il “Buco Nero” della Dimenticanza.
Così accadde per il meridione dai primi anni del Novecento dopo 60 anni di silenzio.
Le parole non potranno mai sollevare di un micro-grammo il dolore dell’offesa di ieri per i pochi padri viventi che non vedranno sanato mai più l’ingiustizia per i figli e di tutti gli altri che abbandoneranno per sempre il processo. L’offesa profonda al propria universo ideale di giustizia è il maggior delitto che viene somministrato all’umanità dei deboli e dei giusti.
Da Bruno Pappalardo, SUDVOX, 15.04.2012 , Partito del Sud, Napoli
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