“Cassa per il Mezzogiorno” nell'immaginario
collettivo padano è sinonimo di sprechi, dilapidazione di pubblico denaro,
assistenzialismo, clientelismo, criminalità organizzata, arretratezza economica.
In poche parole di Sud. La summa del luogocomunismo nazionale la troviamo
condensata nelle due parole-cassa-mezzogiorno.
Da sempre era nostro desiderio scrivere qualche
riga in merito, l'occasione ce l'ha fornita un amico che ci ha passato un link,
riguardava il dibattito parlamentare sulla istituzione della Cassa per il
Mezzogiorno, in particolare l'intervento di Giorgio Amendola, noto deputato
comunista napoletano.
Ovviamente si tratta di un intervento datato, che
poggia su vecchie tesi care alla sinistra vecchia e nuova: l'alleanza tra classi
egemoni di un sud feudale e di un nord industriale che avrebbero intrappolato il
paese impedendogli si svilupparsi in modo armonico ed unitario.
Dello scontro armato decennale che seguì la
passeggiata garibaldina la sinistra non sa nulla oppure fa finta di non
sapere.
Partendo dall'intervento di Amendola la nostra
ricerca si è allargata a tutto il dibattito parlamentare che precedette
l'approvazione della “Legge dello Stato 10/08/1950 n. 646 (Gazzetta ufficiale
01/09/1950 n. 200) - Istituzione della cassa per opere straordinarie di pubblico
interesse nell'Italia meridionale (Cassa per il Mezzogiorno)”.
Un dibattito che mettiamo integralmente a
disposizione di amici e naviganti, scusandoci fin d'ora per eventuali errori o
sviste e rimandandovi agli originali che potete scaricare direttamente
dall'archivio della Camera dei Deputati.
Si tratta di una lettura interessante, a cui si
dovrebbero dedicare tutti coloro si candidino a rappresentare in parlamento le
Provincie Napolitane. Che fosse una legge destinata al fallimento emerge
chiaramente da diversi interventi, ma questo andate a raccontarlo ai leghisti,
se vi danno ascolto, tronfi come sono nei loro inossidabili luoghi comuni.
Soffermatevi sulla querelle della scelta della denominazione: Cassa o
Azienda?
Leggetevi con attenzione l'intervento del
deputato Roberti sulla industrializzazione intrapresa dalla dinastia
borbonica.
Noi qui vogliamo, retrospettivamente, fornirvi
qualche spunto di riflessione sugli effetti di questa tanto sbandierata Legge
per il Mezzogiorno.
Partiamo dai numeri, che si possono manipolare
fino ad un certo punto oltre il quale la loro evidenza prende il
sopravvento.
Date una occhiata a questo specchietto, tratto da
un testo che vi consigliamo di leggere: “Studi sul Mezzogiorno repubblicano.
Storia, politica ed analisi sociologica di Luca Bussotti Rubbettino (collana
Università) 2003”.
Tabella 1.
Ripartizione dei fondi per la realizzazione del Piano decennale
di sviluppo
del Mezzogiorno (in miliardi di lire)
Opere di sistemazione
montana .................... 50
Opere di bonifica e di
irrigazione..................440
Opere di trasformazione
agraria....................280
Opere
stradali..................................................90
Acquedotti e
fognature...................................110
Opere di interesse
turistico..............................30
Totale............................................................1000
Notate qualcosa? Sì, state pensando che mille
miliardi fossero una grande cifra a quei tempi. Questo vi impedisce di notare
che tra le voci non compare la parola “industria”.
Volete sapere quale fu l'atteggiamento della
Confindustria di allora? Prima osteggiò la legge istitutiva della cassa, temendo
che potessero sorgere dei concorrenti al sud, poi si buttò a capofitto
nell'accaparramento degli appalti.
Soltanto nel 1957 qualcuno cominciò a sostenere
la necessità che la Cassa per il Mezzogiorno si preoccupasse anche di iniziative
a carattere industriale.
Era stato perso un decennio! Tra Piano Marshall e
Cassa per il Mezzogiorno. Senza approntare alcun progetto di sviluppo
manifatturiero per il mezzogiorno.
Ah, ci siamo dimenticati di un dettaglio.
Abbiamo scoperto che parallelamente alla tanto
vituperata legge per la “Istituzione della Cassa per opere straordinarie di
pubblico interesse nell’Italia meridionale (Cassa per il Mezzogiorno) (1170)” fu
discussa e approvata una legge per la “Esecuzione di opere straordinarie e di
pubblico interesse nell’Italia settentrionale e centrale. (1171)”.
Fonte : www.eleaml.org
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