Diverse amministrazioni stanno emettendo buoni sconto al portatore per legare i
consumatori ai negozi del territorio. Una reazione creativa alla crisi dei
consumi
di FABIO TONACCI e FEDERICA
ANGELI
ROMA - Settanta milioni di Napo stanno per invadere Napoli. In
Trentino i Nauno hanno colonizzato la Val di Non e la Val di Sole. Gli Scec
hanno già conquistato città importanti, da Roma a Crotone, da Firenze a Terni. I
Toc si sono insediati a Pordenone, il Marrucinum a Chieti. Banconote "aliene"
dai nomi che sembrano scritti dagli sceneggiatori di Star Trek si stanno
diffondendo in tutta la penisola. Impropriamente definite monete locali, sono in
realtà buoni sconti al portatore, tagliandi stampati con disegni suggestivi e il
controvalore in euro. Napo, Kro, Scec, Tau, Thyrus, Toc. L'alfabeto della nuova
economia, il tentativo autogestito di reagire alla crisi dei consumi e tenere
agganciati i soldi, quelli veri, al territorio.
70 MILIONI DI NAPO
L'ultimo nato è anche il più interessante. La giunta del
sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha ideato il progetto Napo. Il prossimo
autunno stamperà e consegnerà a ciascuna famiglia virtuosa, cioè in regola con
le tasse, un pacchetto di 250 Napo dal valore virtuale di 250 euro. Virtuale
perché non possono essere incassati, sono validi nei negozi e negli studi
professionali convenzionati del circuito. Sono buoni sconto del 10 per cento, al
portatore. L'amministrazione napoletana, che ha lanciato un concorso di idee
aperto fino al 10 agosto per scegliere i disegni da mettere sui tagli da 1, 2, 5
e 10 Napo (devono essere luoghi simbolo della città), conta di metterne in circolazione entro l'anno almeno 70 milioni. Un volume mai raggiunto in Italia per questo tipo d'esperienze.
Il senso del progetto Napo, che poi è anche quello che sta alla base di tutti i
buoni sconto locali, lo racconta chi quel progetto l'ha promosso, l'assessore al
Commercio Marco Esposito: "Così rilanceremo il commercio locale - sostiene -
portando spesa nella nostra comunità. Nei negozi associati si farà la spesa
pagandola per il 90 per cento del prezzo in euro, e per il 10 per cento in Napo.
Il venditore che accetta i Napo, li riutilizzerà a sua volta in altri esercizi
del circuito". Un modo per fidelizzare il cliente, dunque, perché si acquista
sicuri dello sconto. Ma è anche un modo per "strappare" un po' di consumatori
agli ipermercati, riportandoli nei negozi del vicinato.
L'idea di
Esposito fa un passo ulteriore: "I commercianti che accumulano i buoni, potranno
usarli per partecipare ad iniziative di arredo urbano del Comune, beneficiando
quindi di un miglioramento del loro quartiere. Ad esempio, se abbiamo la
possibilità di sistemare mille panchine, lo faremo nelle aree dove ci saranno
più Napo riconsegnati". Napo che, specifica l'assessore, si potranno utilizzare
solo in città.
L'ARCIPELAGO SCEC
La "moneta di De Magistris", come è
già stata ribattezzata, si ispira al modello Scec, i buoni sconto locali in
tagli da 0.50, 1, 2, 10, 20 e 50 euro ideati sempre a Napoli nel 2007.
Fonte : www.repubblica.it
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