giovedì 14 giugno 2012
Un digestore anaerobico a Bagnoli? Il parere del PdSUD...di I. Esposito e C. Godano
Riceviamo e postiamo con condivisione quest' articolo degli amici Ivan e Cataldo della
sezione di Napoli. Per anni abbiamo detto che serviva stimolare la raccolta
differenziata al posto della ricetta fallimentare di discariche ed inceneritori,
ovviamente servono gli impianti di compostaggio e tra questi i migliori sono i
digestori anaerobici. Quindi se si farà in modo regolare e con la partecipazione
ed il coinvolgimento dei cittadini della zona, non possiamo che essere
favorevoli....
--------------------------------------------------------------
di
Cataldo Godano — Responsabile Scientifico e Ambiente
e Ivan Esposito — Vice Coordinatore Provinciale Napoli e
Provincia
Progresso,
trasparenza e partecipazione democratica
Un
digestore anaerobico a Bagnoli. Questa è la scelta dell’Amministrazione de
Magistris per contribuire a risolvere, strutturalmente, il problema dei rifiuti
di Napoli.
Alcuni
si oppongono all’idea ritenendola incompatibile con lo sviluppo turistico
dell’area occidentale di Napoli.
Bagnoli,
nella loro impostazione, sembra così passare da un sogno ad un altro, del tutto
opposto. Lungo tutto il Novecento si era pensato che potesse incarnare lo
sviluppo industriale della città. Oggi, che di quella realtà siderurgica e
chimica rimangono solo danni ambientali e carcasse industriali dismesse, il mito
è il turismo e la sua economia patinata. Se per cent’anni Bagnoli doveva
somigliare alla Brianza, oggi rincorriamo la Costa Azzurra.
Un
sogno, quello odierno, che richiede di tornare indietro di un secolo e di
ripristinare la verginità ecologica della zona. Perciò, niente digestore. Niente
colmata. Anche la Città della Scienza, a rigore, dovrebbe andar giù.
Evitiamo
le ubriacature ideologiche e proviamo a ragionare su come raggiungere un
equilibrio urbanistico e ambientale accettabile. Nell’area metropolitana di
Napoli – che si estende ben oltre i confini della città – vivono due milioni di
persone, in uno spazio piccolo e quanto mai caotico. Questo spazio invece di
aspirare a trasformarsi nel paese delle meraviglie, dovrebbe raggiungere
standard di qualità della vita decenti, a cominciare dalla gestione di un ciclo
dei rifiuti basato sulla differenziata e non sugli inceneritori.
Bagnoli
è, e resterà, un quartiere di una grande città, non assumerà i tratti di un
borgo marinari più o meno oleografico. Poiché pezzo di una grande città, Bagnoli
deve avere case, servizi pubblici, strutture per il tempo libero e aree
produttive orientate a settori non delocalizzabili: cultura, tecnologia,
ambiente. In questo quadro, il digestore – a patto che si costruisca con onestà
e intelligenza – quasi del tutto mancate in Campania sul tema rifiuti – non è
una struttura incompatibile. Può invece rappresentare una concreta realizzazione
dopo i tanti annunci che si sono succeduti in questi vent’anni che ci separano
dalla dismissione dell’Italsider.
Procediamo
per ordine e cerchiamo di capire di cosa si tratta. Come funziona un
digestore?
E’
preso detto, se abbiamo a disposizione del materiale organico di qualsiasi
provenienza, lo mettiamo a contatto con dei microorganismi in assenza di
ossigeno. In queste condizioni i microorganismi sono in grado di sviluppare i
loro processi metabolici e quindi di digerire le sostanze organiche messe a loro
disposizione. In termini ancor più semplici i nostri microrganismi si cibano
delle sostanze organiche (nel nostro caso ‘monnezza’) per fornirci dei
sottoprodotti molto interessanti: compost e metano. Le fasi sono semplici,
dapprima il materiale organico è pretrattato eliminando eventuali residui di
materiale non organico (metalli e plastica) e triturato fino a ottenere
un’omogeneità granulometrica. Il materiale, immesso nel digestore, è poi
metabolizzato dai batteri anaerobici. La maggior parte degli impianti è a flusso
continuo in modo da mantenere costante il volume di materiale organico. La
digestione richiede un tempo variabile dai 15 ai 30 giorni se si lavora con
batteri mesofili a temperature comprese tra i 20 e i 45 °C, ma si può essere
considerevolmente più veloci se si lavorasse con batteri termofili a temperature
superiori ai 50 °C.
I
prodotti della digestione sono essenzialmente tre: il biogas, il digestato
acidogenico e quello metanogenico.
Il
biogas è essenzialmente metano che può essere bruciato (tramite motore a scoppio
o microturbina) per produrre energia elettrica da sfruttare per la cogenerazione
(ovvero per riscaldare i digestori alla giusta temperatura) o da vendere alle
compagnie di distribuzione nella rete elettrica. La combustione del biogas è
assolutamente poco inquinate trattandosi di gas e non di oli combustibili.
Il
digestato acidogenico è composto di lignina e cellulosa, somiglia molto al
compost domestico e può essere utilizzato per produrre materiale edile.
Il
digestato acidogenico può essere utilizzato come ottimo fertilizzante.
In
conclusione, siamo dell’opinione che il progetto dell’amministrazione comunale
debba procedere. Il digestore rappresenta un utile servizio per l’intera città.
Inoltre la presenza di Città della Scienza e delle imprese ad alto contenuto
tecnologico che essa ospita, compongono una sorta di distretto produttivo
avanzato. In questo contesto il digestore occuperebbe un posto assolutamente
coerente e favorevole ad un sviluppo industriale ecologicamente compatibile
collegato al polo universitario scientifico che è localizzato nella stessa
area.
D’altro
canto quindici anni di gestione a dir poco discutibile della questione rifiuti
nel nostro Comune ha eroso la fiducia della cittadinanza nei confronti delle
istituzioni. Diventa quindi comprensibile la protesta di chi non crede più alle
promesse da marinaio dei politici che si sono avvicendati alla guida della
città. L’amministrazione di de Magistris deve quindi trovare gli strumenti per
consentire un controllo democratico dello sviluppo del progetto. Il
coinvolgimento dei cittadini è peraltro uno dei punti qualificanti di
quest’amministrazione. Un semplice strumento come un’area dedicata del sito web
del Comune potrebbe rendere trasparenti le fasi di realizzazione del
progetto.
Aspettiamo
quindi che il digestore sia realizzato con intelligenza e partecipazione
democratica.
Cataldo Godano e Ivan Esposito Partito del Sud - Napoli
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento