vi chiedo gentilmente un pò di pazienza.
Ma, ho il dovere di contribuire a svelare il mistero dei fondi europei a favore del Sud. Fare chiarezza. Diradare i polveroni. Attrezzare i quadri dirigenti del Psud a combattere la buona battaglia. Con dati certi e idee chiare. Anche , e soprattutto, in una materia un po’ complicata, come la presente.
Programma per l’intera Italia 2000-2006 ( QCS).
Contributo totale ( intero budget disponibile): 45,8 miliardi di euro. Impegni: 56,9 Mld. Pagamenti: 48 Mld. POR Sicilia2000-2006. Budget: 8,4 Mld. Impegni:10 Mld. Pagamenti: 8,6 Mld. Fonti ufficiali al 31 dicembre 2009:-Ragioneria Generale dello Stato-Rapporto del Dipartimento delle Politiche di Sviluppo ( DPS) del MISE (Ministero Sviluppo) del 2009.
SIAMO OLTRE IL 100%. Tutto bene, dunque? Tutto bene,no. Ma, neppure, tutto male. ALLORA, QUAL’E’ IL PROBLEMA? NON E’ UN PROBLEMA DI QUANTITA’.
E’ un problema di QUALITA’. -Qualità progettuale e attuativa, compresi i tempi. -Capacità di governance (di sistema) , di comunicazione, di partecipazione ,di percezione pubblica. -Qualità del contesto interpretativo delle politiche comunitarie di sviluppo.
DIFETTI più rilevanti.
-TEMPI troppo lunghi :il ciclo 2000-2006 è stato preparata dal 1995 al 1999, formalizzato dal 2000, avviato ad attuazione del 2001-2002, doveva concludersi nel 2008, si è concluso nel 2009 ( 10-15 anni di lavoro)-DISPERSIONE PROGETTUALE ( troppi progetti e dispersivi) -il 40-50% dei progetti sono vecchi, progetti riciclati nella programmazione comunitaria , per non perdere i finanziamenti comunitari ( “ progetti-sponda”, “ progetti coerenti”)-farraginosità e lungaggini procedurali,in primo luogo, di origine normativa-debolezza della GOVERNANCE di sistema: UE, Stato, SUD unitariamente inteso ( interregionalità), Regioni e Enti locali, imprenditoria e soggetti sociali-deficit della cultura dei risultati e della valutazione dei risultati concreti e egemonia della cultura procedurale e dei risultati procedurali.
Comunque, per una valutazione equilibrata dei risultati del QSN 2000-2006 sono utili: -gli atti del seminario del DPS, a Reggio Calabria, nel dicembre 2008;-il libro di GF Viesti ,“ Mezzogiorno a tradimento”. Ma, c’è un mistero, il mistero vero, da svelare subito: IL MISTERO –che chiamerò- DELLA SOLITUDINE DEI PROGRAMMI COMUNITARI.
Il contesto, sì il CONTESTO. Il contesto generale delle politiche pubbliche per lo sviluppo.
LE RISORSE COMUNITARIE DEVONO ESSERE AGGIUNTIVE, per poter risultare efficaci. Invece, sono sostitutive. Sostitutive della SPESA ORDINARIA STATALE NAZIONALE per gli investimenti nel Sud. Gli investimenti statali ordinari, la SPESA IN CONTO CAPITALE per il Sud, non c’è più, da anni.
O è ridotta ai minimi termini. Lo Stato, i Ministeri, le grandi imprese pubbliche ( ferrovie, ANAS,etc.). NON INVESTONO PIU’ ,DA ANNI, NEL SUD. E’ tutto documentato , e documentabile, leggete tutti, il libro di Viesti. La regola fissata era quella di destinare il 45% del totale della spesa in conto capitale, a favore del Sud. In realtà, la spesa si aggira tra il 30 e il 35% : almeno dieci punti in meno ,che fanno 10 Mld in meno all’anno.In 10 anni, 100 mdl in meno: ECCO, IL GRANDE SCIPPO AI DANNI DEL SUD.
II-IL RADICALE PEGGIORAMENTO DEL CONTESTO GENERALE DAL CICLO PROGRAMMATORIO 2000-2006 AL CICLO 2007-2013
Lo scenario può riassumersi in 5 sequenze.
1-La GRANDE CRISI
I tempi di avvio dell’attuazione del ciclo 2007-2013 coincidono con l’esplosione della GRANDE CRISI economico-finanziaria mondiale, con i suoi effetti devastanti, almeno decennali. Muta radicalmente la mappa geoeconomica e geopolitica globale.La priorità diventa quella di FRONTEGGIARE LA CRISI. Il dispositivo programmatorio 2013 rischia di essere letteralmente stritolato.
2-LA CRISI DELL’UNITA’ EUROPEA
Questi ultimi anni hanno registrato la crisi verticale del processo di UNITA’ EUROPEA. Inquietante è l’indebolimento della UE quale soggetto unitario economico e soprattutto POLITICO. Si è avuto l’indebolimento , e poi la crisi, delle POLITICHE COMUNITARIE DI COESIONE , in particolare territoriale. L’indebolimento-crisi delle politiche di sviluppo territoriale e locale e della GOVERNANCE MULTILIVELLO.
3-LA CRISI DELL’UNITA’ D’ITALIA
Gli ultimi anni hanno registrato l’accentuarsi della messa in crisi dei già precari livelli di UNITA’ DELL’ITALIA. Affermazione progressiva di una egemonia, di un dominio, NORDISTA, culturale politico , governativo e economico. Evacuazione / negazione della questione meridionale e imposizione della “ questione settentrionale”. Svolta regressiva globale delle politiche comunitarie,promossa e gestita spudoratamente da Tremonti ( sempre più a trazione leghista ), a partire dalla primavera 2008: -DPEF 2009-2011 ( completa eliminazione della questione meridionale);-decreto 112/8/2008; -deprogrammazione- e destrutturazione- del QSN ( Quadro Strategico Nazionale) 2007-2013; -rottura devastante dell’integrazione tra politiche comunitarie e politiche ordinarie statali a favore del Sud ( Fondo Aree Sottoutilizzate-FAS);-separazione tra quota Fas a titolarità statale e Fas a titolarità regionale; -attribuzione dei fondi Fas alle regioni del centro-Nord e negazione degli stessi fondi alle regioni del Sud;-trasformazione dei fondi Fas in bancomat del governo –per lo più per la spesa ordinaria- a favore del Centro-Nord; -imposizione della priorità assoluta del cosiddetto FEDERALISMO FISCALE, nella sostanza contrapposto alle politiche di sviluppo del Sud.
L’attacco contro le politiche di sviluppo è peraltro concentrico e trasversale, da sinistra e da destra, dal Nord e dal Sud,dalle istituzioni centrali alla politica, all’accademia , ai massmedia.
-Basti citare l’onorevole professore del PD ,Nicola Rossi, a partire dal suo libro , “ Mediterraneo del Nord. Un’altra idea del Mezzogiorno” ( 2005);-fino al recente volume , “ Il sacco del Nord”,di un altro noto professore e opinionista di sinistra,Luca Ricolfi.
4-CRISI DELLA GOVERNANCE MULTILIVELLO
Crisi della capacità di propulsione della Ue sul versante della politica di coesione. Crisi della capacità di propulsione dello Stato e del governo nazionale ( a partire dal MISE e dal DPS, progressivamente delegittimati e svuotati di potere e di risorse) nelle politiche di sviluppo del Sud, stritolata dal sistema egemonico neonordista tremontiano-leghista :-crisi del ciclo di governance Ciampi-Barca (anche Miccichè, periodo 2001-2004) stritolato dal sistema egemonico neonordista tremontiano-leghista;-crisi della dimensione nazionale delle politiche di sviluppo;-crisi della dimensione macroregionale meridionale delle politiche di sviluppo ( interregionalità), già storicamente debole ed intermittente.
5-PARALISI E CRISI DEFINITIVA DEL REGIONALISMO, in particolare, nel Sud e collasso degli enti locali ( anche per la particolare e irragionevole rigidità del Patto di stabilità)
In parallelo con il blocco dell’attribuzione e trasferimento delle risorse,delegittimazione/criminalizzazione delle regioni, degli enti locali e delle classi dirigenti locali del Sud, in particolare,fino alla recente fatwa tremontiana per cui tutti i governatori del Sud sono parimenti “ cialtroni”. Paralisi e demolizione di ogni sorta di lealtà interistituzionale tra Stato e Regioni/autonomie locali,in particolare , nel lunghissimo e logorante anno elettorale regionale tra l’estate 2009 e la primavera 2010: ad esempio, il blocco totale di tutti i FAS delle regioni meridionale, ancora scandalosamente in atto.
6-IL RISULTATO GENERALE E’ IL BLOCCO TOTALE DELLE POLITICHE DI SVILUPPO DEL SUD
Siamo, così, alla paralisi totale del dispositivo programmatorio del ciclo 2007-2013.
Il blocco dei fondi Fas per le Regioni meridionali contribuisce ,in modo sostanziale, al blocco dell’attuazione di gran parte dei PO ( Programmi Operativi) regionali 2007-2013, in quanto soprattutto le grandi infrastrutture necessitano del doppio e contestuale finanziamento del Fas e dei Fondi Strutturali europei,altrimenti il meccanismo dei finanziamenti non riesce tecnicamente e operativamente a decollare. Questa drammatica paralisi delle politiche pubbliche per lo sviluppo si registra nel pieno degli effetti più devastanti della CRISI GLOBALE sull’economia reale,determinando un mix devastante ed esplosivo.
La traduzione , la proiezione, di tutto ciò nel sistema politico è quello del rimpallo delle responsabilità,del più osceno scaricabarile, delle accuse e delle contraccuse, del gioco degli annunci ( piani del Sud, piani Marshall, nuove Casse per il Mezzogiorno, cabine di regia, 10 punti, 8 punti, 5 punti, etc.).
TUTTO SULLA PELLE DEL NOSTRO POPOLO. Che subisce sgomento e disgustato. Il 40% non va più a votare , da tempo.
III) LE POLITICHE PUBBLICHE PER LO SVILUPPIO NEL SUD : DAI LUOGHI COMUNI ALL’IMPOSTURA
Tre sono i luoghi comuni predominanti nell’opinione pubblica, propalati con tale insistenza e tale sistematicità ossessive da parte dell’establishment politico , economico, accademico e massmediale,i n particolare, oggi, nella versione nordista-leghista-tremontista, da assurgere al ruolo di veri e propri comandamenti, articoli di fede:-“per decenni e decenni, nel Sud ,sono stati investiti FLUSSI COLOSSALI di risorse pubbliche”; -“tali colossali flussi di risorse pubbliche sono stati sistematicamente DILAPIDATI, depredati, sprecati”; -la responsabilità, la COLPA, è tutta del Sud e delle classi dirigenti locali,e delle Regioni e degli Enti locali.
IL LUOGO COMUNE DEI FLUSSI COLOSSALI
Ebbene, il primo comandamento ( i flussi colossali) è destituito di ogni fondamento storico e fattuale:
-per tutta la storia unitaria d’Italia pre- repubblicana ( 1860-1950), per infiniti 90 anni, quasi un secolo, è vero l’esatto contrario,vale a dire, vi è stato un continuo drenaggio di risorse dal Sud al Nord, a partire dal primo e devastante ( per il Sud) decennio unitario 1860-1870;
-nei primi vent’anni dell’età repubblicana ( 1950-1970),per la prima volta, con la Cassa per il Mezzogiorno,vi è stata una positiva politica straordinario per il Sud,con un flusso di investimenti pubblici che ,però, non ha mai superato lo 0,5% annuo del Prodotto Interno Lordo dell’intero Paese,cifra significativa ma incomparabile, ad esempio, con quella attivata dalla Germania riunificata da Khol, nel ventennio 1990-2010,a favore dei Land della ex DDR;
-nel ventennio buio delle politiche straordinarie per il Sud ( 1970-1990) , la spesa per il Sud ha certamente subito una radicale torsione assistenzialistica, clientelare e anche illegale e criminale, ma, in termini di quantità,per stare alla questione della quantità, non solo non è aumentata rispetto al ventennio precedente , ma è risultata drasticamente , seppur progressivamente, ridotta;
-nel decennio 1990-2000,la spesa in conto capitale per il Sud risulta abbattuta radicalmente;
-infine, nel decennio 2000-2010, la regola summenzionata del 45% è stata completamente violata,fino alla cura tremontiana attuale ,per cui le risorse destinate al Sud vanno a finanziare il Nord e a coprire i vari buchi della finanza pubblica statale.
IL LUOGO COMUNE DELLO SPRECO GLOBALE
E’ falso, in buona parte, anche il secondo luogo comune sullo spreco pressoché generalizzato della spesa in conto capitale nel Sud.
Sotto questo profilo, ad una analisi attenta, le performances della spesa pubblica per investimenti nel Sud non si discostano sostanzialmente da quelle dell’intero Paese e del Centro-Nord.
Gli stessi difetti dell’intero paese ( carente qualità progettuale, tempi lunghi, procedure farraginose, intermediazioni improprie, infiltrazione della criminalità organizzata,carenza di controlli o controlli puramente formali), si presentano ,nel Sud, più aggravati e quindi esplosivi.
Rinviamo ,anche in questo caso , al brillante volume di Viesti e alla bibliografia sul tema, ivi presente. Un altro volume da tener presente è quello di F. Barca , “L’Italia frenata” ( 2006).Ma la potenza del luogo comune risiede proprio nel risultare un articolo di fede.
IL LUOGO COMUNE DELLA COLPA TOTALE DEL SUD ,E, DELLE AMMINISTRAZIONI E DELLE CLASSI DIRIGENTI REGIONALI E LOCALI
Lo Stato unitario italiano è risultato uno dei più ottusamente centralistici ,tra quelli dell’Occidente moderno, per quasi un secolo. In epoca recente repubblicana, come è noto, seppure all’intero di un contenitore costituzionale regionalistico ed autonomistico, lo Stato italiano è restato e resta strutturalmente centralistico: per quasi altri 30 anni, dal 1945 al 1972-1975.A parte le Regioni a Statuto speciale, l’attivazione effettiva delle Regioni –in termini di competenze e quote di risorse- è avvenuta a cavallo degli anni settanta ed ottanta: 30 anni fa. Un arco temporale poco significativo , in termini storici. Il punto vero è che le leve del comando statuale generale e del comando sulla spesa pubblica ,e, sulla spesa pubblica in conto capitale, sono rimaste nelle mani dello Stato centrale, del governo nazionale e delle imprese pubbliche nazionali: ancor oggi, la GRAN PARTE DELLA SPESA PUBBLICA GENERALE E DI QUELLA IN CONTO CAPITALE RESTA NELLE MANI –e nella diretta gestione -DELLO STATO CENTRALE. Gran parte delle risorse vere o presunte del FAS restano in mano – e in gestione -allo Stato centrale,inteso com Pubblica Amministrazione allargata. Anche una parte significativa delle risorse dei fondi strutturali comunitari restano nelle mani – e nella gestione- dello Stato centrale.
Quadro Strategico nazionale ( QSN) Italia 2007-2013
Dotazione finanziaria complessiva ( risorse Ue+ cofinanziamento nazionale di tutti i Fondi: fesr, fse) : 60 Mld euro circa. Dotazione per le Regioni del Centro-Nord: 13 Mld circa. Dotazioni per le regioni del Sud: 47 Mld circa. Dotazione gestita dal governo centrale: 15 Mld circa ( 13,5 senza i 2 POIN). Dotazione gestita dalle Regioni del Sud: 32 Mld circa ( 47-15=32). Si tratta , in media ,per l’insieme delle 8 regioni meridionali, di circa 4,5 Mld all’anno di spesa possibile,per ciascuna delle annualità del settennio programmatorio 2007-2013 ( 7 per 4,5= 32 circa).
4,5 MILIARDI ALL’ANNO.PER L’INTERO SUD. Se calcoliamo gli altri due anni ( 2014-2015) previsti ai fini della rendicontazione finale la media annuale sarebbe di 3,5 Mld.
DI QUESTE CIFRE REALI SI TRATTA, AL DI LA’ DI TUTTE LE MITOLOGIE sulla programmazione comunitaria e sui POR.
LA GRAN PARTE DELLA SPESA ORDINARIA PER INVESTIMENTI NEL SUD RESTA IN MANO COMPLETAMENTE E ARBITRARIAMENTE ALLO STATO E AL GOVERNO CENTRALI, come i fatti dimostrano abbondantemente.
Si tratta degli arcinoti FAS e non solo. Una parte del FAS 2000-2006 non è stato ancora speso.
La maggior parte di tali risorse è inserito nei cosiddetti Accordi di Programma Quadro dei trasporti, la cui gestione è prevalentemente nelle mani dei ministeri e delle imprese pubbliche e parapubbliche, a partire da ANAS e Ferrovie, che sono in tutt’altro affaccendati, meno che sul fronte dello sviluppo del Sud. Ovviamente , la colpa è del Sud.
La dotazione originaria del FAS 2007-2013 era di 64 Mld circa. La legge finanziaria nazionale ne stanziò circa 63.54 Mld erano destinati al Sud e 10 al Centro -Nord.
Siamo, oggi alla fine del 2010: prossimi alla quinta annualità del ciclo programmatorio 2007-2010.
Ebbene, ad oggi, la situazione è la seguente:-intanto degli iniziali 63 Mld,circa 10 Mld sono stati letteralmente tagliati , si dice “ rimodulati”, anche in questo caso. Ne restano teoricamente 53:-le 8 Regioni del Sud non hanno ancora ricevuto dal governo centrale un euro reale dei 54 Mld totali previsti;-sono stati finanziati tutti i PAR ( Programmi regionali attuativi) FAS delle regioni del Centro-Nord,per 5,2 Mld; -dei circa 25 mld della quota del FAS a gestione governativa centralizzata, circa 24 sono stati stornati per circa 33 operazioni, in gran parte di spesa corrente, che non c’entrano niente con lo sviluppo del Sud, ma che hanno comunque finanziato abbondantemente il Centro-Nord: ad oggi, della quota governativa resta , forse, 1 Mld; -gli 8 PAR FAS delle Regioni meridionali non sono stati finanziati,per un valore di 17 Mld ( la Sicilia ne ha avuto l’attribuzione formale,nell’estate 2009, ma non ha ancora visto un euro in cassa); -i due programmi interregionali meridionali ( POIN Energia e Attrattori turistico-culturali sono fermi:1,5 Mld; -i 3 Mld destinati alla premialità degli obiettivi di servizio ( asili nidi e scuola, rifiuti, servizi idrici, assistenza domiciliare) stentano a decollare, in termini attuativi.
SI POTREBBE DIRE: IL FAS PER IL SUD NON C’E’ PIU’. RESTANO DEI 63 Mld iniziali, ancora circa 21 mld,ma non attribuiti ai legittimi destinatari. Di chi è la colpa , dunque? Quanti e chi sono i veri colpevoli?Sia chiaro. Richiamare il sistema globale articolato delle responsabilità e/o delle colpe non esonera il Sud, le regioni e gli enti locali meridionali e le loro classi dirigenti dalle proprie GRAVI RESPONSABILITA’ E COLPE.
III-PRELIMINARE VALUTAZIONE GENERALE DEL CICLO PROGRAMMATORIO 2007-2013, SENZA FAS, cioè senza una delle due ruote
Sei appunti.
1-Intanto i PO ( Programmi Operativi) sono stati approvati dalla UE a fine 2007: un anno dei 7+2 è così già saltato. 2-Il 2008 è ancora anno di attuazione del programma 2000-2006,con le PA concentrate su di esso e non ancora sul nuovo programma 2007-2013. 3-Nel 2009, la UE concede a tutte le Regioni comunitarie di slittare di un anno la conclusione dell’attuazione del programma 2000-2006: le Pa restano concentrate su quest’ultimo. 4-Sull’intero periodo 2008-2010 incidono pesantemente il rallentamento, la paralisi e la crisi dell’intero sistema delle politiche comunitarie e nazionali per lo sviluppo del Sud, come è stato precedentemente evocato. 5-Un altro e pesante elemento di paralisi è rappresentato dal ciclo delle elezioni regionali 2009-2010. In Sicilia, diciamolo così, è in corso la destabilizzazione lombardiana.
6-Va ponderato il peso negativo della mancata attribuzione delle risorse del FAS e della sua mancata attuazione operativa.
IV-PRELIMINARE VALUTAZIONE TECNICA DEL CICLO 2007-2013
A che punto è l’attuazione?
1-Scenario nazionale. Obiettivo convergenza- Fondo FESR ( 4 regioni+ Basilicata, 5 PO regionali, 5 Po nazionali, 2 POIN), al 30 aprile 2010:-Budget totale: 36 Mld; -Impegni: 5,5 Mld ( 15% su budget); -Pagamenti: 2,5 Mld ( 7% su budget).
2-Sicilia. Dati generali di base: -Budget: 6,5 Mld;- Impegni: 662 Meuro ( milioni euro) ( 10% sul budget);-Pagamenti: 397 Meuro ( 6% sul budget).Va sottolineato che circa la metà di questi pagamenti certificati e certificandi va attribuita ai 2 programmi Jessica e Yeremie , gestiti dalla BEI. Nonostante tutti i fattori esogeni di crisi e tutte le responsabilità esterne,
NON CI SIAMO , NEL MODO PIU’ ASSOLUTO.
V- L’AUTONOMIA NEOMERIDIONALISTICA
1-Infine, va detto che il nostro intero ragionamento resterà privi di sbocchi seri:-senza un vero RISVEGLIO DEL SUD; -senza una liberazione della RESPONSABILITA’ DEL SUD, di una assunzione vera di diretta responsabilità, DI UNA GRANDE AUTONOMIA DEL SUD;
-autonomia culturale, economica e politica.
2-La partita dell’Italia , dell’Unità d’Italia, si gioca a Sud.
3-La prossima partita politica elettorale nazionale si gioca sul Sud, nel Sud,speriamo non sulla pelle del Sud.
4-La questione meridionale è esistita ed esiste,in forme diverse e più gravi e complesse,all’interno della più generale questione mediterranea.
5-I paradigmi egemonici , per interpretare la questione meridionale , sono pochi e sempre gli stessi, sia pure in svariate versioni: -l’approccio RAZZISTA, quello secolare e predominante;
-l’approccio fondato sulla cattiva qualità delle classi dirigenti e la teoria delle intermediazioni improprie;-l’approccio fondato sul divario di COMPETITIVITA’, difficile o impossibile da colmare-vi sono poi gli approcci monocausali: la questione meridionale= questione criminale tout court e la teoria del deficit di CAPITALE SOCIALE.
1-La verità è che il divario Nord –Sud si è determinato, a partire dal 1860-61, dal modo di farsi della statualità italiana ,delle sue classi dirigenti, dei suoi sistemi di potere.
I primi 90 anni di storia unitaria hanno determinato, strutturato e stabilizzato il divario.
In seguito è stato difficile porvi riparo. L’unico grande tentativo è stato quello del periodo d’oro della CASMEZ. Il ventennio 1970-1990 è stato quello della degenerazione dell’intervento straordinario e qui le colpe delle classi dirigenti meridionali sono imperdonabili. C’ è stato poi il vuoto degli anni novanta. Infine,il tentativo della Nuova Programmazione economica di Ciampi e Barca, a cavallo degli anni novanta e il primo quinquennio degli anni dieci del duemila. Oggi, la devastante egemonia del Nordismo, a trazione leghista e tremontiana.
2-Oggi, si confrontano 4 approcci alla questione meridionale
2-1 L’approcccio vetero-assistenzialista, ancora predominante tra le classi dirigenti d’Italia e del Sud. Approccio tecnicamente non più praticabile. Non ci sono più le risorse e le condizioni per farlo.
2-2 L’approccio neocentralistico, alla Napolitano,nobile, ma storicamente superato.
2-3 L’approccio divisionista, nordista, leghista, che è quello egemone, a destra e a sinistra.
Liberalizzare il Nord e commissariale il Sud. Come propala il politologo Panebianco.
2-4 L’approccio del NEOMERIDIONALISMO FEDERALISTA UNITARIO. RUFFOLO.
Federalismo vero e integrato: economico, costituzionale, politico culturale ,e, soltanto in questo quadro, federalismo anche fiscale, equilibrato, realistico, processuale, equo.
Insomma, fratelli e sorelle meridionali,
quella dei fondi comunitari per il Sud e del FAS è una grande impostura, ai danni del Sud.
Non ci sono gli investimenti statali ordinari per il Sud. Tutto viene occultato e confuso, con il gran polverone sui fondi europei.
Soltanto l’exploit di un grande Partito del Sud, può essere la salvezza nostra e dei nostri figli.
Costruiamolo, dunque, insieme, e, con entusiasmo.
Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.
Palermo , 3 novembre 2010.
Nessun commento:
Posta un commento