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venerdì 29 ottobre 2010

L'architettura nella capitale europea che competeva con Londra e Parigi

parliamo di un gran libro, uscito in questi giorni, dell'amico architetto BENEDETTO GRAVAGNUOLO, docente ordinario (ed ex preside) della Facoltà d'Architettura della Federico II° di Napoli, che ci arroghiamo la decisione di dedicare ai vari Castelli, Bossi, Borghezio, Calderoli e compagnia bella perchè sappiano e riflettano prima di parlare di Sud, e comprendano cosa accadeva a Napoli quando nelle loro terre defecavano ancora a terra nei pozzi neri (per mancanza di servizi igienici), non avevano ancora la luce elettrica, erano devastati dalla "pellagra" - malattia causata dalla denutrizione - e vivevano nella più totale indigenza economica e intellettuale.
Andrea Balìa

" L'ARCHITETTURA DEL SETTECENTO A NAPOLI"

Lo studio di Gravagnuolo sulla città del Settecento




di Apollonia Striano

"Terza, dopo Londra e Parigi, per densità demografica ma soprattutto per l'intensa attività culturale, Napoli nel Settecento si presentava come una realtà definita da un'alta concezione dell'architettura, affidata sia alle lucide teorizzazioni proposte dai trattati sia alla realizzazione di eccezionali opere. Prima ancora di diventare capitale di un regno, con l'avvento di Carlo di Borbone nel 1734, Napoli aveva saputo accogliere gli stimoli sopraggiunti dal Mediterraneo e dall'Europa, per lasciarli poi sviluppare nel corso di una palpitante stagione creativa, cui parteciparono filosofi, economisti, giuristi, artisti. Il persuasivo studio che Benedetto Gravagnuolo dedica all' "Architettura del Settecento a Napoli" parte proprio dall'acquisizione di questo dato, la ricchezza intellettuale che animava la città, confermata anche dai saggi apparsi nella seconda metà del '700, e recentemente ripubblicati, degli architetti Vincenzo Ruffo e Mario Gioffredo."

Fonte : "la Repubblica" ediz. regionale Campania del 29/10/2010

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