La nostra visione generale si ispira alla tradizione del GRANDE FEDERALISMO DEMOCRATICO degli USA, del Canada, della Svizzera, della Germania federalista dei Lander.
Il federalismo vero, innovatore e DEMOCRATICO.
I nostri grandi maestri sono Alexander Hamilton,James Madison , Daniel Elazar,
i meridionalisti federalisti,regionalisti e autonomisti d’Italia ( Colajanni,Salvemini, Sturzo,Dorso) e il grande federalista lombardo Carlo Cattaneo.
Per noi, del PSUD, un concreto riferimento, cui ispirarsi, è costituito dal FEDERALISMO TEDESCO contemporaneo, quello delle Regioni ( Lander) tedesche, con il proprio ambito di sovranità, e, quello del Senato dei Lander, Bundesrat, quale Camera di rappresentanza delle Regioni.
Si tratta di una forma di federalismo cooperativo, realistico e efficace, che permette di coniugare differenze e unità, l’io e il noi.
Il federalismo non è un autonomismo generico.
Il federalismo è una teoria, una dottrina, e, una pratica della LIBERTA’, fondata sui mondi vitali delle autonomie.
Un sistema federale è un aggregazione coerente , coesa e pattizia di SOVRANITA’ autonome ed interdipendenti.
Il federalismo è , per sua natura, coesivo e unificante.
Fondato su un FOEDUS, un patto tra pari.
Il vero federalismo è integrato e organico, in tutte le sue componenti.
Cinque componenti.
Il federalismo POLITICO E PARTITICO, con la presenza determinante di partiti territoriali federalisti.
Senza partiti federalisti, non vi può essere vero federalismo.
Un auto senza motore.
Il federalismo COSTITUZIONALE E ISTITUZIONALE, cioè un assetto costituzionale di sovranità territoriali equiordinate, di pari dignità costituzionale.
Il federalismo ECONOMICO,vale a dire pari opportunità competitive tra i territori,
sulla falsariga del nostro articolo 119 della Costituzione italiana, se pienamente inteso e attuato.
Il federalismo SOCIALE, mediante un’articolazione federalista delle rappresentanze sociali, sindacali e imprenditoriali, altrimenti prevarranno, sempre, i sistemi di potere nordisti.
Il federalismo CULTURALE, teso a valorizzare- in modo aperto ed inclusivo- le identità, le memorie dei luoghi ,la cultura materiale ed immateriale dei luoghi.
In Italia, in particolare,vi è bisogno di un FEDERALISMO UNITARIO e cooperativo, equilibrato, realistico e sostenibile.
Secondo l’indirizzo del recente documento della Conferenza Episcopale Italiana , “ Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno” ( 21 febbraio 2010). Che condividiamo fortemente.
“Il complesso panorama politico ed economico nazionale e internazionale − aggravato da una crisi che non si lascia facilmente descrivere e circoscrivere − ha fatto crescere l’egoismo, individuale e corporativo, un po’ in tutta l’Italia, con il rischio di tagliare fuori il Mezzogiorno dai canali della ridistribuzione delle risorse, trasformandolo in un collettore di voti per disegni politico-economici estranei al suo sviluppo…
«Il principio di sussidiarietà va mantenuto strettamente connesso con il principio di solidarietà e viceversa, perché se la sussidiarietà senza la solidarietà scade nel particolarismo sociale, è altrettanto vero che la solidarietà senza la sussidiarietà scade nell’assistenzialismo» ( Papa Giovanni Paolo II)…
Un federalismo, solidale, realistico e unitario, rafforzerebbe l’unità del Paese, rinnovando il modo di concorrervi da parte delle diverse realtà regionali, nella consapevolezza dell’interdipendenza crescente in un mondo globalizzato …
Un sano federalismo, a sua volta, rappresenterebbe una sfida per il Mezzogiorno e potrebbe risolversi a suo vantaggio, se riuscisse a stimolare una spinta virtuosa nel bonificare il sistema dei rapporti sociali…
Tuttavia, la corretta applicazione del federalismo fiscale non sarà sufficiente a porre rimedio al divario nel livello dei redditi, nell’occupazione, nelle dotazioni produttive, infrastrutturali e civili. Sul piano nazionale, sarà necessario un sistema integrato di investimenti pubblici e privati, con un’attenzione verso le infrastrutture, la lotta alla criminalità e l’integrazione sociale. L’impegno dello Stato deve rimanere intatto nei confronti dei diritti fondamentali delle persone, perequando le risorse, per evitare che si creino di fatto diritti di cittadinanza differenziati a seconda dell’appartenenza regionale”.
Sgomberiamo il campo da CIÒ CHE NON È FEDERALISMO.
Non è federalismo il razzismo antimeridonalista, l’arroganza, la prepotenza nordista.
Non è federalismo
il divisionismo del Nord contro il Sud,il nordismo, il leghismo becero e regressivo, la secessione strisciante, la propalazione velenosa della frattura culturale e psicologica tra Nord e Sud.
Non è federalismo il sistema per cui il più forte sfrutta e colonizza il più debole, per 150 anni,e, poi, pretende di imporre la propria secessione, quella dei ricchi.
Non è federalismo il cosiddetto FEDERALISMO FISCALE,
che è un mero tentativo- rozzo e furbesco- di ridistribuire risorse , a favore del Nord.
Facendo a pezzi definitivamente l’Unità d’Italia residua.
Peraltro, senza le altre gambe del federalismo vero: il federalismo partitico, costituzionale, economico , sociale e culturale.
Un tavolino con una gamba soltanto. Roba da matti. Roba da truffaldini.
Il PSUD ha un preciso progetto federalista, intanto, sotto il profilo costituzionale.
Ci è di supporto il contributo straordinario del professor Giorgio Ruffolo, economista e storico di rango internazionale, riformista di classe,
nel recente volume “ Un paese troppo lungo”.
Vi cito alcuni brani illuminati del volume, per punti :
1. L’obiettivo strategico “ è la promozione dello Stato federale del Mezzogiorno.
2. Un governo autonomo del Mezzogiorno, saldamente ancorato ad una Costituzione Nazionale, autenticamente federalista.
4. Lo Stato federale del Mezzogiorno realizza le promesse del Risorgimento, fondando su un patto federativo l’unità del Paese.
5. La visione ispiratrice del progetto è quella del federalismo unitario di un grande patto fra il Nord e il Sud del Paese, posti sullo stesso piano autonomista, e volto a superare il distacco tra le due parti del paese, ricongiungendole in un’unità superiore.
6. Il progetto riprende, in condizioni nuove, l’idea della rivoluzione meridionale di Guido Dorso e della costituzione meridionale federalista di Gaetano Salvemini. E anche alcune intuizioni giovanili di Luigi Sturzo e ancora prima, di Napoleone Colajanni.
Proprio la visione dei grandi meridionalisti che avevano concepito la questione meridionale come la chiave dell’unificazione nazionale.
7. Il Sud d’Italia non è soltanto un problema italiano. E’ parte integrante della questione mediterranea, a sua volta parte determinante del progetto europeo.
Lo Stato Federale del Mezzogiorno, nuovo soggetto politico e istituzionale, posto al centro del Mediterraneo, nasce per misurarsi strategicamente con questa sfida: impegnarsi in una politica di europeizzazione del Mediterraneo, equilibrando la spinta che l’Unione Europea riceve dai paesi dell’Europa orientale.
8. Nel solco del meridionalismo unitario federalista, si tratta di trascendere il regionalismo, che ha frammentato la questione meridionale, favorendo la declinazione assistenzialistica e clientelare del meridionalismo e perdendo di vista l’unità del problema, per favorire un governo del Mezzogiorno come soggetto politico unitario.
Lo scopo è quello di demolire il potere dell’attuale classe dirigente, di spezzare i legami che si sono intrecciati fra reti politiche clientelari e reti mafiose territoriali e internazionali; di fondare – su una base democratica nuova- una nuova classe politica meridionale, in grado di rappresentare e gestire problemi che, per loro natura, investono l’intera aerea meridionale e mediterranea”.
Questi punti costituiscono il fondamento costituzionale e politico del nostro federalismo.
Del nostro profilo federalista unitario.
Avanti, allora, fratelli meridionali,
con questo grande progetto,
a suscitare passione, intelligenza,impegno,organizzazione, lotte.
Per costruire una grande partito popolare dei meridionali.
Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.
Palermo , 19 ottobre 2010.
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