mercoledì 8 gennaio 2014
PdelSUD Veneto : Abolita la via intitolata a Cialdini grazie a Federazione della Sinistra
di Mitia Chiarin
MESTRE. Sparirà il
nome del generale Enrico Cialdini dal piazzale che per anni è stato un anonimo
crocevia tra via Colombo, viale San Marco e via San Pio X e che oggi è noto non
solo per la sua incasinata segnaletica, ma per la sua futura destinazione, tra
marzo e settembre di quest’anno, di interscambio delle linee del tram per
Marghera e Venezia e capolinea dei bus extraurbani.
Ed è proprio la prossima
rivoluzione legata al tram ad aver dato l’occasione al consiglio comunale
veneziano per decidere di cambiare nome al piazzale, togliendo dalla
toponomastica mestrina ogni riferimento al generale Cialdini. L’intitolazione
del piazzale a questo personaggio del Risorgimento ( nato nel 1811 e morto nel
1892 a Livorno) risale al 1966 quando sindaco era il democristiano Giovanni
Favaretto Fisca. La delibera conteneva 18 intitolazioni di strade per la Mestre
che allora cresceva in fretta, senza motivazioni.
Ora il nome di
Cialdini sparirà, come chiede la mozione approvata dal consiglio lo scorso 17
dicembre (25 voti favorevoli, un solo non votante, per la cronaca il leghista
Giovanni Giusto) su proposta di Sebastiano Bonzio (Federazione della
sinistra)che ha chiesto di togliere dallo stradario mestrino ogni riferimento
al generale che non sarebbe solo un militare e uomo politico, come riportano i
libri di storia, ma fu personaggio controverso, protagonista della durissima
repressione tra Benevento e Gaeta, nel 1861, della campagna contro il
brigantaggio. Azioni militari per conto del regno di Torino fatte di eccidi,
come quello di Casalduni e Pontelandolfo, case incendiata e centinaia di
persone uccise. Oggi in internet ci sono video di gruppi meridionalisti che parlano
di Cialdini come di un “massacratore”.
«Enrico Cialdini è
indicato anche dai più benevoli come un criminale di guerra, eppure a lui sono
state intitolate numerose strade in molte città in Italia, tra cui Mestre»,
spiega Bonzio, «io sono contro la mistificazione storica e la retorica
risorgimentale, e volevo ripristinare una condizione di verità sul reale ruolo
esercitato da talune personalità a cui sono intitolati spazi pubblici». La
maggioranza di centrosinistra lo ha appoggiato. «Abbiamo votato a tarda ora ed
è bastato un veloce controllo su internet per comprendere le ragioni di Bonzio.
Io di Cialdini sapevo ben poco», ammette Claudio Borghello, capogruppo del
Partito Democratico.
La mozione, approvata
prima di Natale, spalanca una porta già aperta. «Ne avevamo parlato in giunta
alcuni mesi fa su segnalazione dell’assessore Tiziana Agostini», racconta il
vicesindaco Sandro Simionato, «Lei ha sollevato il problema invitando a
ragionare su altri nomi da dare al piazzale che sta per ospitare l’interscambio
del tram». Un esempio? Simionato dice: «Si è fatto il nome di Eugenio Miozzi,
ingegnere e capo della Direzione Lavori e Servizi Pubblici del Comune di
Venezia dal 1931 e a capo, nel ventennio successivo, di numerosi interventi che
hanno cambiato il volto della città. Un nome che si lega al tema della
mobilità. Molto presto interverremo». In Comune, la Agostini, (che in questi
giorni è all’estero) avrebbe già invitato i suoi uffici a lavorare per il
cambio di nome del piazzale. L’intenzione è quella di fare veloci, per legare
il cambio di indicazione su cartelli e indirizzi dei residenti della zona con
l’entrata in funzione del nuovo interscambio del tram. Per il piazzale dietro
Coin il destino del cambio di nome è segnato, come lo è stato per piazzale Donatori
di Sangue, piazza Barche e piazzale Michelangelo, oggi Candiani.
Lo storico mestrino
Sergio Barizza commenta: «Anche Bixio fu autore di un massacro a Bronte, e il
suo nome c’è su una rotatoria. Il primo problema è che la storia la scrivono i
vincitori, il secondo è l’ignoranza dilagante che fa dimenticare la nostra
storia».
Fonte: la Nuova di
Venezia
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