lunedì 13 gennaio 2014
Il Sud deve potersi difendere in TV, venga istituita una par condicio geografica !
Le continue esternazioni del neo segretario della Lega Nord Salvini, e
anche di altri esponenti politici del nord non necessariamente leghisti,
contro gli sprechi del Sud, contro un sud che non lavora, che non paga
le autostrade, che si fa assistere, che evade praticamente da solo come
parte del paese, hanno riportato d’attualità, dal nostro...
Le
continue esternazioni del neo segretario della Lega Nord Salvini, e
anche di altri esponenti politici del nord non necessariamente leghisti,
contro gli sprechi del Sud, contro un sud che non lavora, che non paga
le autostrade, che si fa assistere, che evade praticamente da solo come
parte del paese, hanno riportato d’attualità, dal nostro punto di vista,
il tema della Par Condicio televisiva e più in generale sui mezzi di
comunicazione. Non è possibile, come sta avvenendo in questi giorni nei
TG e nei programmi di informazione, sentire sostanzialmente dei
monologhi senza contraddittorio, che hann rispolverato tutto il
repertorio dei luoghi comuni del carroccio (e non solo del carroccio
purtroppo) contro il Sud e i suoi cittadini. Non è possibile che si
consenta, sia pure nella libertà di espressione e di pensiero che è
garantita nel nostro paese, a personaggi di questo genere di parlare
contro un’altra parte del paese e contro un’altra parte dei suoi
cittadini che, secondo il leghista pensiero, devono vergognarsi
semplicemente per il fatto di essere nati o di vivere al sud.
Qui non si tratta più di garantire par condicio tra opposte fazioni
politiche, ma di garantire la possibilità quantomeno di difesa a vere e
proprie categorie sociali che in questo caso potremmo individuare nei
cittadini italiani nati a sud.
Se c’è qualcuno che può parlare liberamente contro categorie
“geografiche” (e non contro schieramenti politici) di cittadini queste
categorie geografiche e quindi anche sociali devono essere messe in
grado di partecipare al contraddittorio a prescindere dalla loro
presenza o meno in parlamento.
Non si possono raccogliere interviste, mandarle su reti a diffusione
nazionale dove si denigrano territori e non consentire ad essi una
energica difesa. Non si può far parlare, ad esempio, del pedaggio della
Salerno Reggio Calabria e non raccontare che tipo di autostrada è (in
molti casi senza corsie di emergenza, in altri ad una sola corsia ecc.),
in contesto di servizi è presente e cioè assenza di una viabilità
ordinaria degna di questo nome e “concorrenziale”, assenza di un
trasporto ferroviario degno di questo nome, eccetera eccetera. Se queste
cose i politici dei partiti di schieramento non sono in grado di dirle o
non se la sentono, bisogna consentire alle forze politiche che hanno a
cuore questi territori di dire la loro. In questo caso chiediamo un
cambiamento della normativa sulla cosiddetta “par condicio”.
Ogni competizione elettorale punta a rigenerare e a cambiare la
rappresentanza politica nell’assemblea politica di riferimento e, per
questo, è del tutto sbagliato il principio che garantisce la presenza
sui media solo a chi è già presente in quell’assemblea, o solo, a
campagna elettorale cominciata e solo a chi ha presentato le liste. Tra
una campagna elettorale e un’altra ci sono mesi, anni di non campagna
elettorale nei quali ai cittadini italiani, a tutti i cittadini
italiani, viene proposto un vero e proprio lavaggio del cervello.
Questa situazione deve cambiare, questi atteggiamenti devono cambiare, queste normative devono cambiare.
Del resto una delle macro aree di intervento e garanzia dell’AGCOM
(autorità per la garanzia nelle comunicazioni) rispetto al monitoraggio
sui media dice che bisogna garantire:“Pluralismo
sociale e politico: verifica dello “spazio” che i soggetti
rappresentativi delle diverse articolazioni della società hanno nella
programmazione e il tempo che dedicano alla trattazione dei diversi temi
oggetto di dibattito pubblico”…
Ora,
visto che qualcuno accomuna i cittadini del sud a una categoria da
attaccare, è chiaro che questa categoria (sociale) ha diritto a una
difesa.
Il Partito del Sud chiede che questo principio venga garantito in primis dall’AGCOM.
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