mercoledì 6 febbraio 2013
Borse di studio a discriminazione geografica, intervenga Vendola
Sulla
rete ieri e su molti giornali è venuta fuori la notizia di una possibile
valutazione del reddito ISEE delle famiglie su base geografica. Secondo tale
idea il Ministro Profumo o chi per lui starebbe pensando di valutare il diritto
degli studenti a usufruire di borse di studio, non sulla base di un criterio
oggettivo e paritario per tutte le famiglie italiane, ma differenziando su base
geografica tale diritto, il tutto facendo anche riferimento all’articolo 3 della
Costituzione che dice:
“Tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.
È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del
Paese”.
Ebbene
partendo da questo assunto il Governo ha la sfacciataggine di proporre quanto
segue: per
i meridionali il reddito ISEE massimo per avere diritto alle borse di studio è
di €
14.000, al centro sarà di € 17.000, mentre al nord il
limite sarà di € 20.000.
Questa
formulazione è palesemente contraria a qualsiasi dettato costituzionale e
stabilisce per legge una discriminazione, presupponendo,
anzi stabilendo, che i meridionali, passateci il termine, “possono campare” con
molto meno e, quindi ce
la possono fare con 14.000
€.Se così fosse, perché sempre lo stesso,
anzi gli stessi governi, consentono a banche,
assicurazioni, compagnie petrolifere e chi più ne ha più ne metta di salassare
il sud ogni giorno che passa senza alcunintervento
?
Sempre
lo stesso, o gli stessi governi, perché non provano a calcolare quanto costa
alle
famiglie meridionali sostenere i costi per gli studi dei propri figli fuori sede
proprio in quelle località dove si dice che il reddito minimo deve essere 20.000
€ perché altrimenti non si riesce a vivere ?
Crediamo
che sia preciso dovere del Ministro,
del Governo,
della Corte Costituzionale, del Capo dello Stato, di bloccare questa
tipologia di decreti discriminanti e discriminatori.Inoltre
il coordinamento pugliese
del Partito del Sud invita le famiglie, il
Presidente della Regione Nichi Vendola, e i parlamentari pugliesi uscenti
e futuri a non lasciare più passare simili aberrazioni
legislazìtive.
Per
il coordinamento regionale del Partito Del Sud Michele
Dell’Ederahttp://partitodelsudpuglia.wordpress.com
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