...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

mercoledì 20 giugno 2012

L'identità rispetto al nazionalismo


riportiamo con estremo piacere e condivisione un esaustivo articolo del nostro Segretario Organizzativo Enzo Riccio, che, ancora una volta, cerca di chiarire concetti a noi chiari ma ancora non del tutto ad orecchie poco attente e a velleitarie e farneticanti opinioni :

di Enzo Riccio

Spesso noi del Partito del Sud siamo costretti a ripetere il concetto di meridionalismo "identitario", oltre al concetto di meridionalismo che in genere risulta più semplice spiegare, la cosa forse più complicata è spiegare cosa significa "identità", rispetto a pericolose devianze nazionaliste, che spesso scimmiottano le peggiori esperienza nazionaliste del XX secolo, e vaneggiamenti vari che pensano il mondo si sia fermato nel 1861.

Il concetto di identità è diverso da quello di nazione, una nazione presuppone una comunità che condivide qualcosa di forte con un'aggregazione intorno ad una storia, a volte ad un'etnia e spesso una lingua.

Il Sud è stato caratterizzato, storicamente e non etnicamente, nei secoli scorsi dai tempi di Ruggero il Normanno nel 1100 da due nazioni, quella napolitana e quella siciliana, divise o unite in un unico Stato che come sappiamo è scomparso per una guerra di annessione, una brutale invasione coloniale che dal 1861 ha relegato il Sud a colonia del resto del paese.

Oggi non esiste ne' una nazione napolitana ne' una nazione duosiciliana, prenderne atto vuol dire fare i conti con la realtà lasciando l'"isola che non c'è" alle canzoni di Bennato, sopravvive una nazione siciliana grazie alla natura insulare del territorio e soprattutto alla lingua siciliana oltre che ad una storia specifica di autonomismo, con tratti pure di movimento indipendentista di massa con il MIS e l'EVIS tra il 1943-1946, storia che il resto del Sud non ha mai avuto dopo la rivolta popolare del "brigantaggio" post-unitario tra il 1860 ed il 1870 che fu una vera e propria guerra partigiana.



Altro aspetto fondamentale del Sud continentale è la mancanza di una lingua unica, come avviene per la parte insulare con il siciliano, il napoletano è una lingua riconosciuta dall'UNESCO (ma troppo poco considerata e per anni relegata a dialetto, erroneamente considerata una lingua per ignoranti ed analfabeti) ma non e' diffuso in tutto il territorio, avendo nella Puglia meridionale il salentino e nella Calabria centro-meridionale il calabrese che sono varianti del siciliano. Inoltre le varianti del "napoletano" in Puglia o in Abruzzo, più che nel Lazio meridionale, fanno si che non c'e' una vera e propria unità linguistica nel territorio e per questo basta consultare la carta dei dialetti d'Italia de disponibile sul sito di wikipedia dedicato alla lingua napoletana: http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_napoletana

Per questo motivo credo che per me oggi l'opzione indipendentista sia velleitaria, tanto più senza un forte braccio politico, a meno che non si consideri l'opzione della lotta armata...ma noi siamo per le soluzioni pacifiche e democratiche per la risoluzione dei problemi.

Se non esiste più una nazione del Sud continentale, non vuol dire che non esiste un'identità meridionale e mediterranea che convive con quel "pensiero meridiano" mirabilmente sintetizzato nell'omonimo libro di Franco Cassano. 

Identità significa conoscere, o per lo meno intuire, recuperare la propria storia e le proprie radici, non per improbabili rivendicazioni nazionaliste, ma per costruire un paese più giusto. Identità vuol dire superare il concetto di "minorità meridionale" e ribaltare i luoghi comuni a partire dalla verità storica, cioè dal concetto fondamentale che la "questione meridionale" è nata con la "malaunità" d'Italia nel 1861 e non prima. Identità vuol dire non ricordare solo le bellezze del Regno delle Due Sicilie, ingiustamente mortificato dalla storiografica ufficiale, ma anche di secoli di storia che con i monumenti greci, normanni, angioini, aragonesi, etc etc...ancora oggi danno lustro alle nostre terre. Identità vuol dire difendere e comporre tutto questo in Italia ed in Europa con delle proposte da XXI secolo, tenendo presente le nostre specificità mediterranee e tornando al concetto di Mediterraneo come "ponte" e luogo di scambio non come "frontiera" rispetto ad altri popoli ed altre civiltà. A questi valori deve guardare il neo-meridionalismo del nuovo millennio per essere un'alternativa forte allo sfacelo politico dei partiti tradizionali del "belpaese", per poter diventare un movimento di massa e non più uno dei tanti piccoli gruppi in perenne lite con altri piccoli gruppi per il capo, il nome, il simboletto, la politica o la cultura, l'indipendenza si o no, etc etc...sono errori che non possiamo più commettere.

Nel momento dell'acme della crisi economica, che ovviamente al Sud morde e morderà sempre più, è arrivata l'ora di prendere una strada chiara ed in modo serio, aggregando quante più persone possibile per un progetto di meridionalismo progressista e rivoluzionario, a cuore caldo e cervello freddo come diceva Nitti. Riprendiamo le grandi lezioni non solo di Nitti ma anche di Salvemini e di Dorso, purtroppo queste idee sono fallite non per la qualità delle stesse ma perché non si sono mai tradotte in un movimento di massa che è necessario per la liberazione del Sud, qualunque sia la meta finale (autonomia o indipendenza) del percorso da fare per un paese diverso e più giusto, dove la latitudine alla quale si nasce non può e non deve essere una condizione di base ostativa o peggiorativa per trovare un lavoro decente o per disporre di trasporti adeguati o per avere delle cure degne nel XXI secolo.





"Non c'è nessuna strada facile per la libertà." 
(da Lungo cammino verso la libertà, Nelson Mandela, 1995) 











Fonte : Enzo Riccio - Segretario Organizzativo del Partito del Sud
           Partito del sud - Roma

Nessun commento:

Posta un commento