...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

martedì 9 febbraio 2010

IL GIORNO DELLA MEMORIA
di Antonio Ciano

Le Foibe africane che nessuno ricorda
Gli italiani fanno studiare a scuola di essere fieri dei nostri antenati piemontesi e della casta savoiarda, fanno credere loro che sono stati i fautori dell'unità della nazione e che a farla siano stati eroi intrepidi, idealisti, probi, intellettuali di rango. Nelle scuole italiane, ancora oggi si studia di un Risorgimento da incorniciare, si studia delle guerre coloniali come un fatto maestoso a gloria del nostro esercito e della nostra Patria. Sia il Risorgimento che le guerre coloniali sono stati la vergogna della nazione, i politici lo sanno ed anche i nostri storici aulici di regime. Quando si verrà a sapere di quanti scheletri abbiamo negli armadi della storia le loro fortune politiche e cattedratiche finiranno, come finirà il sistema liberal-massonico che ci hanno imposto nel 1861. Un'era nuova si prepara, il sistema imposto da Cavour è alla frutta, l'ultimo di quegli eroi è al governo della cosa pubblica. Dopo aver malversato con le sue aziende si è impadronito del potere mentre una sinistra non gramsciana è allo sbando totale. Tocca al Sud far ritornare le lancette dell'orologio della storia al loro posto. A scuola il Risorgimento viene edulcorato, niente eccidi, niente frodi, niente ruberie, i Savoia incensati come padri della patria, Cavour come grande genio della politica e della diplomazia e Garibaldi eroe dei due mondi. Le guerre coloniali vengono quasi censurate e viste come conquiste dell'Italia e mai come guerre di aggressione verso popoli fino a quel momento liberi.


Centomila impiccagioni
Lo storico Angelo Del Boca a proposito dice che:"Negli scaffali della ex casa del mutilato a Tripoli ci sono circa 100.000 dossier. In ciascuno di essi c'è la storia di un assassinio politico, di un'impiccagione sommaria, di una deportazione senza ritorno, di un furto di terre, di una confisca, di una mutilazione, di infiniti altri soprusi. 100.000 tragiche storie che vanno dal1911 al 1943. Esse illustrano il calvario di un popolo che è stato, senza alcuna ragione plausibile, aggredito, soggiogato, umiliato, in alcune regioni decimato". Vorremmo sapere se nelle scuole italiane fanno leggere il libro di Angelo Del Boca; non ci risulta, né fanno studiare il De Sivo e di Gramsci ci dicono solo che era tra i fondatori del Pci. La questione coloniale, la questione meridionale, la questione romana son cose da non dibattere nemmeno. L'Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci, rinnovato sia nella forma che nei contenuti, il cui direttore Furio Colombo conoscendo a menadito la vera storia d'Italia, da qualche tempo si sta adoperando nel ricordare agli italiani cosa fu l'epopea fascista e savoiarda. Noi ringraziamo perché il male dell'Italia sta tutto scritto in quelle pagine. In un articolo di Gianni Lannes troviamo conferma a ciò che andiamo dicendo da anni:"E non sono in molti a conoscere la storia delle deportazioni dei libici nelle isole italiane: Ustica, Tremiti, Ponza, Favignana; o nei penitenziari di Caserta e Gaeta. È un capitolo sulla banalità del male( dell'Italia postrisorgimentale) che precede quello nazista e segue l'istituzione dei campi di concentramento sabaudi in Piemonte e in Lombardia per i soldati borbonici che non si erano sottomessi ai Savoia...".

Migliaia di esecuzioni sommarie
Gianni Lanes, impietosamente così continua il suo magistrale articolo:"...In Libia, alla rivoluzione di Sciara Sciat, il governo Giolitti e il generale Caneva reagirono con una durissima rappresaglia: migliaia di esecuzioni sommarie e deportazioni di massa. Ufficialmente furono oltre 3 mila i libici segregati nel Belpaese e nessuno ne ha fatto ritorno a casa ( in realtà, la cifra è almeno 10 volte superiore). Quanti furono i morti? Quanti annientamenti per sempre nello spirito e nel corpo? Quanti lasciati impazzire dal dolore e dalla nostalgia? Le vittime non vennero mai registrate: morti di nessuno….

Italiani brava gente, italiani che portano la civiltà nel mondo arabo dove c'erano solo datteri e banane, il regime fascista ricordato come tutore della romanità, come chi portò strade e quant'altro in Libia, in Eritrea e in Etiopia. Perché? Lo chiediamo ai nostri politici di destra e di sinistra, perché? Perché si continua a far studiare ai nostri figli la leggenda risorgimentale? Perché non si dice la verità sul fascismo? Perché non si dice la verità sui crimini e le stragi dei Savoia nel Sud del Belpaese, nei Balcani, in Grecia e in Africa? Oggi ci ritroviamo al potere sindaci imbecilli che ricordano quegli assassini intitolando loro strade e piazze, rimangiandosi ciò che la Costituzione antifascista e repubblicana aborrisce. A Palmanova, il sindaco Alcide Muradore di Alleanza Nazionale, il partito di Fini, ha fatto restaurare sulla facciata delle scuole elementari la scritta "Credere-obbedire-combattere". Il sindaco di AN di Muggia Lorenzo Gasperini ha annotato di suo pugno, ai bordi di un documento la scritta"Ebrei tirchi". Il nuovo sindaco di Trieste, Roberto Di Piazza, sempre di AN, ha fatto collocare nella galleria comunale il ritratto del podestà fascista Cesare Pagnini, deportatore di ebrei. All'Aquila il sindaco di centro-destra Biagio Tempesta ha dedicato la nuova piscina comunale ad Adelchi Serena, ex podestà e segretario del Partito fascista. A Bari, il sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia e l'attuale vicepresidente del Consiglio dei ministri Gianfranco Fini hanno inaugurato il busto di Araldo di Crollalanza, podestà di Bari e commissario della Camera durante Salò. In Sicilia il sindaco di Tremestieri Etneo, Guido Costa ha dedicato una strada a Benito Mussolini. Un altro campione, servo delle ideologie nordiste, cioè il sindaco di Ragusa, Domenico Arezzo, di AN vuole erigere un monumento a Filippo Pennavaria, fascista locale, ritenuto liberatore di Ragusa, che negli anni '20 era a stragrande maggioranza di sinistra; dice l'Unità del 27 ottobre del 2001 che " tra i fatti salienti della sua vita, c'è l'uccisione di una sessantina di antifascisti".Il sindaco di Latina Aimone Finestra di AN ha fatto ripristinare la scritta di una frase del Duce, l'avevano sradicata gli abitanti della provincia appena caduto il fascismo. Il Duce aveva dato quelle terre fertilissime ai nordici del Friuli, del Veneto e dell'Emila Romagna mentre loro, gente del luogo, erano costretti a emigrare. Sempre il sindaco di Latina, sempre quell'Aimone Finestra ha voluto magnificare suo Fratello bersagliere con un monumento. Il fascismo è ideologia che viene dalle nebbie padane, voluto dagli industriali e dai latifondisti di quelle lande da sempre serve di qualcuno, voluto da Casa Savoia per inaridire il progresso della classe lavoratrice tutta e finchè a ricordare quella piaga e quel cancro sono i sindaci padani e sia, ma quando a farlo sono i sindaci del Sud, allora c'è da riflettere. I servi e i lacchè sono sempre esistiti. Un giorno quei monumenti inneggianti al fascismo e ai padri della patria padana saranno cancellati per sempre dalle strade del Sud. Al loro posto saranno ricordati i nostri eroi del passato, i nostri contadini morti e trattati da briganti da quei miserabili dei fratelli d'Italia, la storia vera sarà insegnata nelle nostre scuole, quei sindaci immortalati come traditori, servi e lacchè del Nord fascista, liberale e massonico che ha distrutto la nostra identità di popolo. I libri di storia riscritti….

Gli italiani non devono sapere
….Gli italiani però non possono vedere o quasi film contro i garibaldini sul massacro di Bronte come quello di Florestano Vancini " Bronte ", oppure l'ultimo di Pasquale Squitieri " E li chiamarono Briganti" un carme contro il Risorgimento, contro l'esercito del generale Cialdini ritenuto assassino nel Sud per le porcherie commesse dalla sua truppa. In questi casi le case di distribuzione, forse per far piacere ai politici di turno li boicottano….Continuate pure a non far conoscere le sconcezze di quegli assassini e di quell'esercito che non ci appartengono, ci stiamo pensando noi, ormai siamo in molti a farlo, la vostra fine politica è segnata, un nuovo Stato sorgerà sulle ceneri di questo, una vera repubblica antifascista e anti savoiarda sarà consegnata agli italiani. Una nuova classe politica si sta delineando, vi è un Sud vivo, vi è un Sud che conosce il suo male, da dove è venuto, da chi è stato massacrato. Il riscatto del Sud e quello della vera Italia è alle porte. È solo questione di tempo…
Antonio Ciano

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