di Andrea Balìa
venerdì 7 febbraio 2014
RC Auto – Il solito percorso tortuoso….
di Andrea Balìa
Ci si tenta ogni volta ma l’obiettivo
non è mai raggiungibile secondo logica e normale tempistica. Qualcosa
succederà, forse piccoli miglioramenti, ma in questo benedetto (verrebbe da
dire maledetto…) paese pure se una cosa assume il profilo della più naturale
riflessione, la risposta non è mai immediata o quantomeno celere. Hai ragione…però...intanto…questo
è il consueto iter procedurale. Per farla breve, e senza tanti tecnicismi, l’assicurazione
auto che è un diritto/dovere del cittadino dovrebbe essere regolamentata con
equità, sia tu residente a Bolzano, a Roma, Napoli o Canicattì. E invece no…notoria
è la penalizzazione cui sono soggetti i napoletani, costretti (come il
sottoscritto) a pagare fino a 9/10 volte in più rispetto ad altrove. La
giustificazione data dalle compagnie assicuratrici, ormai palesemente
coalizzate in una forma di cartello, è l’alto tasso d’incidenti ed eventuali
truffe che si contrarrebbero a Napoli e provincia. Già qui scatta la prima
naturale riflessione : ammesso e non concesso ciò corrisponda integralmente al
vero è mai possibile pagare per un motociclo dai 1.500 ai 2.000 euro all’anno
contro le 200/300 ad esempio d’una cittadina toscana? Cito il caso perché direttamente
riguardante il sottoscritto. E’ mai possibile che la presunta incidenza di
incidenti e/o truffe sia in questi termini di sproporzione? E la parola è
volutamente non “proporzione”. Sarebbe al limite comprensibile (e già molto
discutibile) che la cifra fosse 2 o 3 volte maggiorata…e invece no! Poi vai a
verificare e scopri che Napoli (pur se fra le prime…) non è la prima città d’Italia
per truffe d’auto, ecc…e il tutto risulta ancora di più un arcano. Dici : “ma
io non faccio incidenti e mai fatto truffe (ovviamente) da oltre 20 anni” ….niente,
neanche il concetto del merito è premiato. Il premio è solo calcolato nel fatto
che la tua categoria d’appartenenza non peggiora. Adesso grazie all’impegno di alcuni
politici meridionali la questione è di nuovo al vaglio, ma dopo le iniziali
speranze le norme “pro Sud” pare siano rigettate in cambio d’una presunta scontistica
migliorativa, salvo a verificare la tabella da quale punto di partenza e
riferimento andrebbe calcolata. Insomma, per farla breve, forse (a voler essere
ottimisti) qual cosina migliorerà, ma al solito la scalata della montagna del
pari rispetto,diritti, ecc. è solo all’inizio e comunque ardua. E allora
bisogna domandarsi : si convinceranno prima o poi i meridionali che senza degna
ed adeguata rappresentatività politica resteranno sempre figli d’un dio minore?
Andrea Balìa
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