di Connie Castellano
L'8 dicembre era il giorno dei panzerotti e i miei fratelli , tutti più grandi di me ,venivano da Torino , Milano , Padova , qualcuno già sposato con ragazze del nord per mangiare tutti insieme i frittelloni che erano chiamati così a Barletta , la città d'origine dei meii genitori. I panzerotti in realtà ormai erano un rito ,l'occasione per ritrovarsi e nessuno avrebbe allora pensato di sottrarsi a quell'incontro che consideravamo quasi come un Natale .
Mia madre alla mattina presto preparava una grande quantità di impasto perchè eravamo nove figli , due genitori , più diversi membri aggiunti ..e mia sorella ed io che vivevamo ancora in casa cominciavamo di buon' ora a tagliare e riempire i panzerotti : per mezzogiorno era tutto pronto e si cominciava a friggere . Mia madre era l'autorità indiscussa della preparazione e ad ogni momento era interrotta da un figlio che arrivava da vicino e da lontano . Baci , abbracci, ma i panzerotti appena fritti e bollentissimi venivano rubati e mangiati subito subito . Anche questo era un rito , mia madre che con un mestolo tra le risate di tutti cercava di difenderli per portarli a tavola in grandi piatti.
Le frittelle dell'Immacolata erano una delle pochissime usanze che caratterizzavano la mia famiglia come meridionale; mio padre non amava il Sud , se ne era allontanato con sollievo,voleva che tutti noi parlassimo un italiano perfetto senza inflessioni dialettali , faceva il tifo per la Juventus e quando una mia sorella sposò un bravissimo ragazzo catanese impiegò un po' di tempo a digerire la cosa . Quando lui morì smettemmo di fare i panzerotti e con loro sparirono anche le ultime tracce della mia meridionalità . Io non mi sentivo pugliese ma neanche genovese anche se abitavo a Genova da quando ero bambina; il mio essere italiana galleggiò così per diversi decenni in un limbo di indifferenza in cui però cominciava a farsi strada l'inquietante sensazione di essere un'apolide, di non appartenere a nessun posto .
Poi con un gesto banale e semplicissimo un giorno prendo in mano un libro che già dal titolo grida di un Sud massacrato da una dinastia senza onore ; lo sfoglio, leggo cose sconvolgenti di cui non so nulla e penso "ma quest'uomo, l'autore, è pazzo "me lo compro e me lo porto via. Beh, l'autore non era pazzo : lo stile del libro sì un po' da esaltato ma giustificato dagli orrori narrati .Quel libro fu l'inizio : volevo saperne di più, trovare conferme, così ne ho letto altri e altri ancora e tutti dicevano in modi diversi praticamente la stessa cosa ed io scoprivo che una terra ammirevole perchè nobile e saggia , era stata sfregiata, umiliata, svuotata della sua identità. Sono passati più di dieci anni e mentre all'inizio mi sentivo come una miracolata perchè avevo ritrovato le mie radici adesso vivo con razionalità e consapevolezza la mia vita di meridionale al nord. E per oggi 8 dicembre ho preparato tutto perchè in casa mia si mangeranno i panzerotti.
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