domenica 2 giugno 2013
In difesa della Costituzione (Bologna, 2 giugno 2013)
Il Partito del Sud condivide gli scopi della
manifestazione in difesa della Costituzione
Repubblicana.
“Non
è cosa vostra”: manifestazione organizzata da Libertà e giustizia contro gli
stravolgimenti della Carta da parte delle oligarchie
Organizzata
da Libertà e giustizia, domenica
2 giugno, dalle ore 13,30 alle ore 17,30, a Bologna, in piazza Santo
Stefano, si
terrà la manifestazione “Non
è cosa vostra” – Cittadini e associazioni per la Costituzione. Sul
palco saranno presenti GustavoZagrebelsky,
Stefano Rodotà,
Roberto Saviano,
Salvatore Settis,
Sandra Bonsanti,
Nando dalla
Chiesa,
Maurizio Landini,
Carlo Smuraglia,
Susanna Camusso,
Lorenza Carlassare e
molti altri rappresentanti di associazioni in difesa della Costituzione della
Repubblica. Quali sono le motivazioni dell’evento politico? Ecco, di seguito
alcuni stralci tratti dal sito dell’associazione promotrice (leggi il manifesto
completo)
«Da anni, ormai, sotto la maschera della ricerca di efficienza si
tenta di cambiare il senso della Costituzione: da strumento di democrazia a
garanzia di oligarchie. Non è in gioco solo una forma di governo che, per motivi
tecnici, può piacere più di un’altra. L’uguaglianza, la giustizia sociale, la
protezione dei deboli e di coloro che la crisi ha posto ai margini della
società, la trasparenza del potere e la responsabilità dei governanti sono
caratteri della democrazia, cioè del governo diffuso tra i molti. L’oligarchia è
il regime della disuguaglianza, del privilegio, del potere nascosto e
irresponsabile, cioè del governo concentrato tra i pochi che si difendono dal
cambiamento, sempre gli stessi che si riproducono per connivenze e clientele.
Parlando di oligarchie, non si deve pensare solo alla politica, ma al complesso
d’interessi nazionali e internazionali, economico-finanziari e militari, che
nella politica trovano la loro garanzia di perpetuità e i loro
equilibri.
Di
fronte alle difficoltà di salvaguardare questi equilibri e alla volontà di
rinnovamentoche in molte recenti occasioni si è manifestata nella società
italiana, è evidente la pulsione che si è impadronita di chi sta al vertice
della politica: si vuole “razionalizzare” le istituzioni in senso oligarchico.
Invece di aprirle alla democrazia, le si vuole chiudere o, almeno, congelare.
L’incredibile decisione di confermare al suo posto il presidente della
Repubblica uscente è l’inequivoca rappresentazione d’un sistema di complicità
che vuole sopravvivere senza cambiare. L’ancora più incredibile applauso,
commosso e grato, che ha salutato quella rielezione – rielezione che a qualunque
osservatore sarebbe dovuta apparire una disfatta – è la dimostrazione del
sentimento di scampato pericolo.
Ogni sistema di potere a rischio, o per incapacità di mediare le
sue interne contraddizioni o per la pressione esternada parte di chi ne è
escluso, reagisce con l’istinto di sopravvivenza. Ma le riforme, in questo
contesto, non possono essere altro che mosse ostili. Per questo, di fronte alla
retorica riformista, noi diciamo: in queste condizioni, le vostre riforme non
saranno che contro-riforme e il fossato che vi separa dalla democrazia si
allargherà. Contro gli accordi che nascondono contro-riforme, noi, per parte
nostra, useremo tutti gli strumenti per impedirle e chiediamo a coloro che
siedono in Parlamento di prendere posizione con chiarezza e impegnativamente e
di garantire comunque la possibilità per gli elettori di esprimersi con il
referendum, se e quando fosse il momento».
Per
maggiori informazioni:
Associazione Libertà e giustizia;
tel. 02-45491066 – fax 02-45491067; info@libertaegiustizia.it; www.libertaegiustizia.it.
(n.m.)
(LucidaMente,
anno VIII, n. 89, maggio 2013)
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