martedì 31 luglio 2012
Un saggia riflessione di Bruno Pappalardo
La
vecchia maledetta storia
di
Bruno Pappalardo
Accidenti, è sempre la stessa
storia!
Sono in questo porco mondo da
tanto e la faccenda resta sempre nella stessa putrida mota
Un operaio morto di fame, come
bigoncio, elemosina (perché è questo che
devono fargli credere) pochi denari, dopo essersi
rotto la schiena e il resto davanti ad altoforno e quando il
pover’uomo ha riordinato il proprio cervello
e lasciato i figli alla strada e dunque, pure rassegnato al peggio, ebbene,
puntualmente gl‘arriva anche un bivio,
nella sua vita modesta, di una enorme
tragica scelta:
“…vuoi lavorare, ma solo per poco perché, a breve morirai con i tuoi
figli per miseria o per radiazioni d’amianto o somministrazioni di miasmi tossici o, straordinaria alternativa, vorrai, “forse”, ancora vivere ma senza quei sporchi
lordi denari che ti darebbero da sopravvivere ritrovando il vuoto della strada
senza sbocco?”
Emilio Riva, il patron dell’ILVA, oltre ad oltraggiare e a
non ottemperare alle sentenze dello Stato
e i decreti del Presidente della Repubblica per il riordino dei sistemi di riduzione dei
rischi d’inquinamento e sicurezza sempre, ha generato il 92% dell’
avvelenamento ambientale di Taranto. Da Riva nessuna proposta o progetto di risanamento.
Alla Fiat di Pomigliano,
Marchionne, poco meno di due anni fa, ha
fatto lo stesso con modalità di poco diverse.“…o mangi sta minestra o ti lanci dalla finestra…” che va sotto il nome di “FLESSIBILITA”
All’ILVA di Taranto si tratta
con i Riva ( uno di quei salvatori dell’Alitalia)e con lo Stato se schiattare a
destra, a sinistra o sotto ad un tram. L’azienda
di trasporto della città ha risposto con un comunicato ritenendo impossibile
quest’ultima ipotesi: non hanno personale sufficiente per ripulire il bus dal
sangue; … è di quello che non viene via facilmente perché è più secco, meno fluido, sclerotico!
Un operaio, per il proprio posto
di lavoro, o indigenti non dovrebbe mai avere alcuna scelta da fare per vivere
Le radiazioni o scorie dell’Italsider
di Bagnoli dove sono, dopo che l’area e l’attività dell’acciaieria fu smessa
negli anni Ottanta? E prima dov’erano ?
Saranno mica insieme all’eternit e gli
altri avanzi radiativi del Nord lasciate nelle nostre infinite discariche compreso il
Vesuvio?
Ve la ricordate l’urlante sollevazione popolare a Napoli (soprattutto
di donne coraggiose) e in diverse parti del Meridione per lo scempio dello smaltimento dei rifiuti solidi; la
cittadinanza e sindaci in prima fila insieme alle madri e figlioli ammalati
contro la guerriglia di polizia e stampa di giornali di destra, attuata dal
governo d’allora che con la Sua Protezione Civile e della Camorra che organizzava con i propri
luschi lestofanti in combutta con amministratori locali e aziende del Nord (maledizione!... ma questa nefasta parola
mi tormenterà fino a quando?)
Anche in quella occasione la
gente e gli operai e gli indigenti dovevano scegliere ( e pagare anche la
Tarsu) se ammalarsi fino all’estremo o per aponia lasciar fare che li
uccidessero annullando le poche risorse commerciali e imprenditoriali ancora in
vita che perdendo commesse e investimenti.
Ma i Romiti, un Geronzi, un
Monti e un Berlusconi con la loro chiara
politica antimeridionalista, un Riva, Un Piscicelli, un Malinconico, un
Bisignani, un Orsi Ad della Finmeccanica condannato e libero, un Giavazzi, un draghi, un Passera,e i sospetti intrighi con l’Opus
Dei, un qualsiasi manager da minimo 300mila
euro all’anno, un Mastropasqua, con 1mln. e 400 mila annui, più 32 società di
cui è un ad o presidente o vicario o consulente esterno di una
cinquantina di società, un Formigoni, un Penati, un Tarantino, un Guido
Bertolaso, un Anemone, parenti e combriccola, un Marchionne, una Fornero, un
Profumo, un duplice Colaninno, un Caltagirone S.p.A., un Daccò, un Marco
Tronchetti Provera, un Benetton, un Ferrero, un
Cordero di Montezemolo, un Briadori, un Salini dell’Impregilo, un Gotti-Tedesco e un padre Salvatore Palumbo,
un G.Tempini (1.925.997) un Saccomanii della Banca d’Italia, un Bonomi, un
Moretti della FFSS., un Arcuri, un D. Fruscia, una diana Bracco presidentessa
dell’Expo, un Fantozzi , commissario straordinario dell’Alitalia et cetera, et cetera in elenco come un
lenzuolo che copre mezza Italia, quella Italia lì. Hanno mai avuto da fare quella scelta?
Dove cavolo vivono e dove
fanno i loro affari e per chi e dove sono nati mentre come Ingroia e Scarpinati
come i colleghi meridionali, forse, verranno
ammazzati pur credendo nella Giustizia e non certo difendendo la
corruzioni di amici di Banche e banchieri
per fondazioni e società con soci
occulti e difendendo la libertà a tutti
come Bellavista, patron dell’Acqua Marcia, i Ligresti con crediti di 2 miliardi
nelle banche, i Zunini immobiliarista con credito bancario di 1.1mld o Mancini della fondazione MPS?
Bruno Pappalardo
Monologo di Roberto D'Alessandro dallo spettacolo "Terroni"
Quando mi chiedono "ma sei meridionalista, perchè?" non so cosa rispondere perchè tante sarebbero le risposte.
Prendo spunto dal monologo di Roberto D'alessandro autore di Terroni Lo Spettacolo tratto dall'omonimo libro di Pino Aprile. È solo uno spezzone e consiglio di vedere lo spettacolo intero.
Marco Rossanohttp://youtu.be/x3fG3HT3am8
Fonte : Marco Rossano youtube
lunedì 30 luglio 2012
TrinacriaNews » Articoli » Appello dei meridionalisti al giornalista Pino Aprile
Appello dei meridionalisti al giornalista Pino Aprile
Pubblichiamo quanto di seguito ricevuto da un nostro lettore
Salve,
vi invio un mio contributo riguardo l’appello dei meridionalisti al giornalista Pino Aprile.
Cordiali saluti,
Giovanni De Grazia
vi invio un mio contributo riguardo l’appello dei meridionalisti al giornalista Pino Aprile.
Cordiali saluti,
Giovanni De Grazia
Da diversi anni si sta assistendo al rifiorire di un movimento meridionalista che sembrava assopito, tranne che negli obbiettivi dei molti partiti meridionalisti che però fino adesso non erano mai riusciti a fare fronte comune. Una nuova generazione di giornalisti, scrittori ed economisti però, sembra aver dato nuova linfa al movimento. Pensiamo ad esempio a Lino Patruno, con i suoi “Fuoco del Sud” e “Ricomincio da Sud”, Gianfranco Viesti con “Mezzogiorno a Tradimento” e “Abolire il Mezzogiorno”; ma la vera novità dirompente, quella che ha saputo portare il messaggio di un sud che vuole rinascere e che non ci sta più ad essere sempre additato come la radice di tutti i mali della nazione, è probabilmente quella di Pino Aprile, autore di “Terroni” (bestseller con più di 500.000 copie) e “Giù al Sud”, nei quali analizza i perchè del divario che si è creato nel sud dall”unità d’Italia fino ai nostri giorni e accende un faro su tutte quelle nuove realtà che indicano un mezzogiorno pieno di fermento e iniziative, sia economiche che sociali. Aprile ha iniziato a girare l’Italia, promuovendo i suoi libri e diffondendo queste tematiche, anche a chi non ne aveva mai sentito parlare o non era particolarmente attento a questi problemi. Per questo, i vari movimenti meridionalisti hanno pensato che possa essere la persona giusta per catalizzare l’attenzione di tutti quelli che vogliono cambiare il mezzogiorno, e lo hanno invitato a candidarsi come rappresentante di tutto il sud alle prossime elezioni politiche. Su internet sono presenti un gruppo facebook che raccoglie quanti invitano Aprile a fare il grande passo, e una pagina che raccoglie le firme per sottoscrivere la lettera d’appello che qui riportiamo:
segue l'appello.....
Fonte : Giovanni De Grazia Fb
La rivista "LucidaMente" di Bologna pubblica l'appello: "PINO APRILE, ENTRA IN PARLAMENTO"
Grazie all'interessamento di Fabrizio Bensai, attivissimo Coord. Provinciale Bologna del PdSUD ,a cui vanno i nostri complimenti, l' "appello" fa breccia, dopo Vicenza Più, anche su di un altro giornale del nord..
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Riceviamo e pubblichiamo volentieri la lettera aperta stilata da alcuni partiti meridionalisti al noto scrittore affinché si candidi alle prossime elezioni
Riceviamo e pubblichiamo volentieri la lettera aperta stilata da alcuni partiti meridionalisti al noto scrittore affinché si candidi alle prossime elezioni
Caro
Pino, la Lega Nord è fuori dal governo e si è avvitata in una crisi forse
irreversibile, eppure lo spirito antimeridionale della politica italiana non si
è affatto attenuato. Lo dimostra l’esclusione degli scrittori meridionali del
Novecento dai programmi scolastici. Lo conferma l’applicazione del federalismo
voluta dal governo Monti: anticipo dell’Imu al 2012 con simultaneo taglio dei
fondi per i Comuni poveri, in modo da portare risorse dove già ci sono i soldi.
E, nello stesso tempo, il governo ha dimenticato di elencare i diritti minimi da
garantire in tutto il territorio nazionale: un silenzio che equivale a diritti
zero per i cittadini del Sud.

![180-pinoaprile[1]](http://www.lucidamente.com/wordpress/wp-content/uploads/2012/07/180-pinoaprile1.jpg)
C
aro Pino, nessuno meglio di te ha saputo
raccontare cosa eravamo, cosa siamo diventati e cosa potremmo essere
noi Terroni. Ecco perché crediamo che qualsiasi progetto di riscatto non possa
che vederti alla testa. Lo sappiamo: puntare a uno scranno a Montecitorio appare
poca cosa, per la distanza tra quanto si potrà fare e quanto servirebbe alle
nostre terre. Ma l’impegno che chiediamo a noi stessi e l’invito che ti
rivolgiamo è di considerarlo il primo passo. Verso nuovi ambiziosi
obiettivi.

Partito
del Sud, L’Altro Sud, Per il Sud, Insieme per la Rinascita
Fonte : www.partitodelsud.blogspot.com
sabato 28 luglio 2012
Dovremmo essere già in diecimila! di Mino Errico
Splendido articolo dell'amico Mino Errico, direttore
editoriale della rivista FORA e del relativo sito Eleaml.org che fu l'espressione
del pensiero di Zitara, non solo per la condivisione della nostra iniziativa
dell'appello a Pino Aprile per cui lo ringraziamo, ma anche per alcune lucide
considerazioni sulla necessità di agire per una rappresentanza politica
meridionalista...uniamoci ora!
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Dovremmo essere già in diecimila!
Mino Errico
Si
dice che siano state vendute 500mila copie di Terroni di Pino Aprile, i suoi
iscritti al profilo facebook-terroni sono quasi 7mila, su youtube ormai abbiamo
perso il conto di profili che sbandierano ai quattro venti le magnificenze del
Regno delle Due Sicilie, sulla stampa da qualche anno appaiono articoli del tono
dell'ultimo del Sole24ore, che paragona il regno di Napoli alla odierna Germania
(articolo che conta 11mila condivisioni fb)... eppure a sottoscrivere l'appello
che invita Aprile a buttarsi nella mischia e a farsi paladino di un sud
identitario che non ha più complessi, siamo stati finora in meno di 4mila!
E
si sprecano pure i distinguo, chi invita ad evitare il meridionalismo accattone,
chi a non accogliere tutti, infatti alcuni post vengono bannati (cosa che non
condividiamo in quanto chi scrive cavolate si squalifica da solo e non servono
censure). Qualcuno sottolinea scetticamente che certe sottoscrizioni da dietro
una anonima tastiera di computer valgono meno di zero e che quando si tratta di
muoversi concretamente ci si ritrova sempre in quattro gatti.
Ora
io mi domando che senso ha fare i puristi, lo sappiamo bene che internet può
ridursi ad un fuoco di paglia (proprio in questi giorni si parla di un 54 % di
followers su twitter di Grillo prodotti da bot), che non si può fare una analisi
di purezza identitaria a chi sottoscrive l'appello (magari più di una volta e
con nomi diversi, ma dobbiamo pure ricordare il caso Parma dove praticamente i
grillini hanno fatto gran parte della campagna elettorale sulla rete!), ma ciò
non toglie che il tempo dei convegni e delle celebrazioni dei bei tempi che
furono è finito. Urge darsi una rappresentanza politica di tipo identitario.
Tutto il resto son chiacchiere e comodi alibi se non posizioni strumentali
dettate da oscuri interessi.
Gli
amici del Pdsud sanno bene che non condividiamo tutte le loro scelte, che lo
abbiamo scritto e continueremo a farlo, ma non ci siamo fatti pregare per
sottoscriver l'appello a Pino Aprile. Anzi, abbiamo anche provato a tirarlo per
la giacchetta personalmente ricordandogli che l'ultimo Zitara era andato oltre
l'arroccamento sul separatismo e si era rivolto a Lombardo con una lettera che
ci fece mettere su FORA... Il tutto per lanciare un sasso nello stagno, uno
stagno fermo da 151 anni in cui sguazzano tanti politici e intellettuali
meridionali ben foraggiati dallo stato italiano.
Chi
vi scrive è stato sempre scettico sulla opportunità di mettere su un movimento
separatista nelle provincie napolitane, questo però non mi ha impedito di
collaborare dieci anni con Zitara. Sfido chiunque a dimostrare che è stato
inutile. Questo appunto è diretto ai puristi che stanno a guardare (potrei
citare insorgenza, ma non solo) e ai neoborbonici che ritengono il popolo non
pronto e si perdono in un culturalismo fine a se stesso.
E'
giunta l'ora di bonificare lo stagno, e di prendere a pedate (politicamente
parlando) chi ci sguazza. Occorre solo uno scatto di orgoglio, dimentichiamoci
della Napoli da derattizzare, dei forestali calabresi, degli sprechi siciliani,
ricordiamoci che le nostre navi commerciavano con gli Stati Uniti e che i
soldati piemontesi in Crimea dovettero constatare che le monete napolitane
venivano accettate in tutto il mediterraneo.
Riprogrammiamo
il nostro DNA, evitiamo di nasconderci, usciamo allo scoperto, firmiamo
l'appello, facciamolo girare su Facebook, su Twitter, sui siti che presumono di
essere identitari, parliamone a tavola con gli amici e con i parenti. Poi tutto
si potrà migliorare, si faranno i programmi, ognuno farà i suoi distinguo, ma
partiamo per la miseria.
Mino
Errico
Fonte: www.Eleaml.org
venerdì 27 luglio 2012
de Magistris ancora il sindaco più amato d'Italia!

Sindaci: de Magistris più amato, De Luca fuori dai primi dieci
I sindaci delle aree
metropolitane più apprezzati sono Luigi De Magistris, primo cittadino di
Napoli, con il 65,2% dei consensi, ancora primo ; al secondo posto si piazza
Piero Fassino, sindaco di Torino, con il 61% . Il sindaco piemontese supera
Matteo Renzi (Firenze, PD) , in terza posizione con il 58,4%. E’ quanto emerge
dall’indagine trimestrale Monitocittà Aree Metropolitane dell’istituto di
ricerca Datamonitor sull’apprezzamento dei sindaci. Giunta alla sesta edizione,
la seconda del 2012, Monitor Città Aree Metropolitane è l’indagine trimestrale
che enumera i sindaci delle 10 città metropolitane per gradimento del loro
operato. Esce dalla top ten Vincenzo De Luca che fino a qualche tempo fa era
considerato uno dei migliori sindaci italiani.
Fonte : napolipuntoacapo.it
NUOVA IRPEF FEDERALE: CHI PIU' HA MENO DA' !
di Marco Esposito
anticipato lo scenario descritto in "Federalismo Avvelenato"
Qualche giornalista oggi fa un po' di confusione sulle addizionali Irpef regionali. La norma introdotta nella manovra prevede l'anticipo al 2013 per le otto regioni in deficit sanitario della possibilità (di fatto un obbligo) di incrementare l'addizionale di 1,1 punti e non solo di 0,5. Visto che talvolta la memoria è corta c'è chi scrive che quindi l'addizionale passa da 0,5 a 1,1.
In realtà già oggi l'addizionale regionale in regioni del Sud come la Campania è del 2,03% di cui 1,23 di base uguale in tutte le regioni e 0,8 di incremento locale. Tale incremento dal 2013 sommerà lo 0,8 all'1,1 e quindi porterà a 1,9 la differenza rispetto alle regioni che non hanno introdotto maggiorazioni e a 3,13 la pressione fiscale regionale sui cittadini. Per capirsi le aliquote Irpef nazionali che oggi nei cinque scaglioni sono 23% - 27% - 38% - 41% - 43% in Campania diventeranno 26,13% - 30,13% - 41,13% - 44,13% e 46,13% .
E manca ancora l'addizionale comunale che a Napoli è di 0,45% - 0,50% - 0,60% - 0,70% - 0,80%. Per cui il totale di prelievo fiscale sul contribuente per la sola Irpef diventerà: 26,58% - 30,63% - 41,73% - 44,83% e 46,93%.
Potrà accadere in Italia che un contribuente campano con reddito di 55.000 euro entri nello scaglione del 44,83% e paghi più di un contribuente che vive in una regione e comune che applicano solo le norme base e che con reddito più alto, per esempio di 110mila euro, è in uno scaglione dove versa di meno: il 44,23%.
Un meccanismo già descritto un anno fa nel saggio di Gianni Pittella e Marco Esposito in "Federalismo avvelenato", con uno scenario che doveva scattare nel 2014 e che viene adesso anticipato. Chi più ha, meno dà: ingiustizia fiscale è fatta.
ps: per chi fosse interessato, "Federalismo Avvelenato" è ancora disponibile a Napoli nella libreria Treves a Piazza Plebiscito
Marco Esposito
Fonte : Marco Esposito Facebook
giovedì 26 luglio 2012
"Prima la Sicilia e poi tutto il Mezzogiorno" di Piero Sansonetti
Bell'articolo di Piero Sansonetti, Direttore di CalabriaOra che con i suoi editoriali diventa sempre più meridionalista....
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Lo sbarco di Marsala. Sapete cos'è
lo sbarco di Marsala? Quello che fece Garibaldi, coi mille, nel maggio del 1860:
cominciò tutto da lì. I piemontesi prima conquistarono la Sicilia e poi, in
fretta, tutto il Sud, fino a Napoli. E' sempre la Sicilia il primo passo. Da
quel giorno di maggio del 1860 iniziò la rapidissima decadenza del Sud e la
costruzione di questo strano paese-Italia che ha nel suo Dna la divisione tra
ricchi e poveri, tra potere e obbedienza, tra Nord e Sud.
Anche stavolta si
comincia dalla Sicilia. Un nuovo sbarco di Marsala. Il premier Monti e i
giornali del Nord sono scatenati: vogliono lo scioglimento della regione e il
commissariamento. Diciamo che vogliono la resa. Manderanno a governare un
viceré, nominato da Roma, o forse da Bruxelles (o forse da via Solferino, visto
che in testa alla battaglia ci sta sempre il "Corriere della Sera", guidato dal
generale Stella, il quale non porta la camicia rossa come Garibaldi ma comunque
è un tipo tosto che non molla mai).
Piegare la Sicilia è essenziale per
completare l'operazione anti-meridionalista che sembra essere in cima ai
programmi di Monti. E che un paio di giorni fa si è ben espressa con la
scomparsa del Sud dal decreto sviluppo e gli applausi caldi della Lega.
Così
si ripete in piccolo quello che già è avvenuto su scala europea: far pagare la
crisi ai più deboli, togliendo loro soldi, risorse, lavoro, potere. E' successo
questo, un anno fa, con l'attacco alla Grecia e poi all'Italia, alla Spagna e al
Portogallo, e ora l'operazione si ripete dentro i confini nazionali. La Grecia,
e il rischio fallimento della Grecia, fu la porta dalla quale passò l'assalto
tedesco
( che a noi italiani è costato il commissariamento con la nomina di
Monti): la Sicilia e il rischio fallimento della Sicilia è la porta dalla quale
passa stavolta l'attacco del Nord Italia.
Che dopo aver colpito la Sicilia
colpirà la Calabria e poi risalirà fino a Napoli e forse anche al Lazio.
E'
una strategia scema. Il Nord non capisce che se - come è intenzionato a fare -
sottrarrà ulteriori risorse al Sud, rendendolo ancora più povero di quanto non
sia (la Sicilia è la regione più povera d'Italia, seguita dalla Calabria, e in
queste due sole regioni ci sono il doppio dei poveri che vivono al Nord) finirà
per inceppare definitivamente il sistema-Italia e aggraverà clamorosamente la
crisi e porterà l'Italia fuori dall'Europa. C'è una sola via per rilanciare
questo Paese: rilanciare il Sud. Investire al Sud e proteggere il
Sud.
Purtroppo la classe dirigente italiana non è in grado di capire questa
elementare verità. E la classe dirigente del Sud...beh quella non capisce per la
semplice ragione che non esiste più da molto tempo, è fuggita, incapace di
assumersi le proprie responsabilità.
Piero Sansonetti
Fonte : CalabriaOra
mercoledì 25 luglio 2012
Ricomincio da Sud. E' qui il futuro d'Italia
Il
testo che qui pubblichiamo è una sintesi del primo capitolo del nuovo libro
di Lino Patruno, (Rubbettino ed., pag. 250, euro 14) ,
che è in questi giorni in libreria (dopo l’anteprima al di Polignano).
Il
libro è un viaggio in un Sud poco conosciuto ai meridionali stessi. Un Sud
considerato improduttivo ma che produce
almeno 71 inaspettati tesori. Un Sud in cui Cristo si è mosso da Eboli dove si
era fermato. Un Sud senza il quale neanche il Nord sarebbe Nord. Un Sud in cui
c’è un sacro Graal col segreto del vero benessere. Un Sud che ha subìto un
saccheggio 29 volte peggiore del Sacco del Nord. Un Sud in cui Mille meridionali
sono pronti a mettersi in cammino. Ma anche un Sud non assolto dai suoi peccati
neanche da un dio terrone.
Negli ultimi anni, Patruno ha pubblicato (Manni ed., 2008) e (Rubbettino,
2011).

L’America
d’Italia sarebbe oggi il Sud se tutti vi scendessero con gli occhi pronti a
stupirsi e col taccuino disposto a registrare. Se vi scendessero non solo per
accertare se sia più un , o più un
. Se vi scendessero con lo spirito del
viaggiatore che vede cose nuove se vuole vederle. Perché solo così potrebbe
rendersi conto che, come l’America per il mondo di allora, il Sud è il futuro
d’Italia e che l’Italia ha futuro solo a Sud. Perché come allora una vecchia
Europa sfiatata rifiorì in quella luce da oltre Atlantico, così oggi una vecchia
Italia non meno sfiatata potrebbe risollevarsi con la bombola d’ossigeno del
Sud.
, e non ricominciando da zero ma da tre come il
titolo del famoso film di Massimo Troisi. Ora è ovvio che qualcuno potrebbe
dire: ci vorrebbe una centrale al plutonio per far guizzare una speranza da un
posto che ha perso esso stesso ogni speranza. Un posto dal quale chi ci vive
fugge e chi ci vuole andare è messo in fuga.
Tutto questo è vero se non parte
una visita guidata al Sud. Una visita guidata che non si limiti ad addentrarsi
nel solito lato B del Mezzogiorno ma ne percorra il lato A, che vada a vedere
ciò che per pigrizia, per malafede, per partito preso, per ignoranza, per
assuefazione non si vede. Una visita guidata che spezzi il monopolio di un Sud
mai descritto da se stesso ma sempre pensato da altri solo come divario e
sottosviluppo.
Un male che al Sud c’è. Ma la visita guidata dovrebbe rivelare
anche che, se il Sud non ha sufficienti industrie, ha comunque un numero di
industrie inaspettate e floride. Rivelare che, se il Sud ha un reddito inferiore
al Centro Nord, ha comunque un reddito superiore a quello di buona parte del
pianeta. Rivelare che, se dal Sud continua l’emigrazione, ci sono anche quelli
che rimangono e, udite udite, quelli che tornano. E che se il Sud avesse potuto
crescere in 150 anni come il Centro Nord, oggi tutta l’Italia sarebbe tanto
ricca da superare Francia e Germania. Uno spreco di Sud. E però l’Italia è fra
le prime dieci del mondo anche grazie al Sud. E del Sud non può fare a meno per
rimanerci.
Se non ci fosse il Sud, l’Italia avrebbe un quarto in meno della
sua ricchezza. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe quasi tutto
l’acciaio per le sue auto, le sue navi, i suoi locomotori e dovrebbe mangiare
con forchette di plastica. Ma se non ci fosse il Sud, non avrebbe neanche le
forchette di plastica perché quasi tutta la plastica italiana si produce al Sud.
Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe tutti gli aerei che sforna ogni
anno. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe gran parte della sua benzina
e tutto il suo petrolio. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe gran parte
delle sue pillole e dei suoi antibiotici. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non
potrebbe far funzionare buona parte dei suoi computer e dei suoi telefonini. Se
non ci fosse il Sud, l’Italia avrebbe metà della sua energia elettrica e neanche
un watt della sua energia dal vento e dal sole. Se non ci fosse il Sud, l’Italia
non avrebbe tutto il suo olio d’oliva benedetto. Se non ci fosse il Sud,
l’Italia avrebbe meno della metà delle sue auto, dei suoi camion, dei suoi
trattori. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe le mozzarelle per le sue
pizze e la dieta mediterranea per la sua linea.
Soprattutto, se non ci fosse
il Sud, l’Italia non avrebbe quel margine di potenza inespressa,
quell’accelerazione in più, quei chilometri di velocità oltre i limiti che
servono in situazioni estreme, la sgommata che conserva la vita. Sono i giovani,
una grande possibilità di sviluppo che potrebbe sprigionarsi se solo la si
mettesse in condizione di farlo, se solo non la si ignorasse. C’è bisogno di più
Sud, non il contrario.
E poi, si sta spostando l’ombelico del mondo. E’
cominciato con la caduta del Muro di Berlino. Il mondo si è aperto. L’Adriatico
ha finito di essere un mare che divideva più che unire ai Balcani. E se le
rivoluzioni di Tunisia, Egitto, Libia non hanno portato tutta
l’attesa democrazia, di certo però quei Paesi si sono rimessi in moto, sono
popoli in cammino verso l’Europa. E intanto la Turchia cresce al 10 per cento
l’anno e la stessa Africa intera viaggia sul 7 per cento. Il Mediterraneo
ritorna centrale come unico mare su cui si affacciano tre continenti in
fermento.
"Le Città del Sud" aderisce all'appello !
Le Città del Sud è un laboratorio di idee per la ricerca di una decrescita sostenibile delle province duosiciliane, attraverso la valorizzare dei beni culturali ed ambientali ed il recupero delll'identità duosiciliana cancellata con l'unità d'Italia.
Anche l'associazione AIPA, aderisce all'appello !
Anche l'associazione Aipa (Associazione Imprenditori
Partenopei) aderisce con entusiasmo all'appello a Pino Aprile.
L'associazione ha come mission quella di unire le forze di chi lavora sul
territorio e di chi desidera che queste terre del sud vivano una sana
"normalità"
martedì 24 luglio 2012
All'appello a Pino Aprile hanno già aderito come gruppi...
Oltre i
promotori dell'appello:
Sono arrivare le adesioni dei seguenti gruppi/associazioni/movimenti:
- ProSud , movimento meridionalista molto attivo su Twitter;
- Nazionale di Calcio "Regno delle Due Sicilie", Ass. Sportiva Dilettantesca con Presidente Guglielmo Di Grezia, iscritta alla NF Board;
- Rubriche Meridionali, Fondazione meridionalista progressista;
- Parlamento delle Due Sicilie - Parlamento del Sud, fondato dal riconosciuto coordinatore nazionale del parlamento, Vincenzo Gulì;
- Meridione in Movimento, costituenda associazione calabrese di Gioia Tauro (RC);
- - - - -Associazione Culturale Due Sicilie, associazione culturale storica lucana di Carmine Colacino
- Movimento
civico "Riprendiamoci Caserta"
- Movimento Lucania Viva
Sono arrivare le adesioni dei seguenti gruppi/associazioni/movimenti:
- ProSud , movimento meridionalista molto attivo su Twitter;
- Nazionale di Calcio "Regno delle Due Sicilie", Ass. Sportiva Dilettantesca con Presidente Guglielmo Di Grezia, iscritta alla NF Board;
- Rubriche Meridionali, Fondazione meridionalista progressista;
- Parlamento delle Due Sicilie - Parlamento del Sud, fondato dal riconosciuto coordinatore nazionale del parlamento, Vincenzo Gulì;
- Meridione in Movimento, costituenda associazione calabrese di Gioia Tauro (RC);
- - - - -Associazione Culturale Due Sicilie, associazione culturale storica lucana di Carmine Colacino

- Movimento Lucania Viva
- RDS
Associazione "Rinascita del Sud"
Giovani per il Sud
- Associazione
"Giovani per il Sud"
-
Associazione promozione e vendita prodotti del Sud
- Associazione Imprenditori Partenopei
- Le Città del Sud è un laboratorio di idee per la ricerca di una decrescita sostenibile delle province duosiciliane, attraverso la valorizzare dei beni culturali ed ambientali ed il recupero delll'identità duosiciliana cancellata con l'unità d'Italia.
A breve pubblicheremo invece un aggiornamento di nomi all'elenco già lunghissimo di adesioni arrivate via mail....
Visto che
non riuscivamo più a gestire le tantissime richieste via mail, abbiamo aperto un
form di adesione:
Angelo Forgione aderisce all'appello a Pino Aprile !
Con grande piacere
annunciamo che Angelo Forgione, giornalista, pubblicista e fondatore del movimento V.A.N.TO. (Valorizzazione
Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio), ha aderito all'appello a Pino
Aprile.
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