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mercoledì 5 ottobre 2011

Censuriamo il censore. No al ddl intercettazioni !



puntuale come sempre, Luigi de Magistris è sempre sul pezzo :


Ancora una volta il popolo democratico è costretto a scendere in piazza. Ancora una volta al centro dell'attacco del governo ci sono il diritto all'informazione e il diritto alla giustizia. Ancora una volta l'aggressione alla democrazia, di cui giustizia e informazione sono assi portanti, è pianificata per servire gli interessi del presidente del Consiglio e della sua maggioranza, troppo fortemente coinvolti nel turbine giudiziario per occuparsi della crisi economica, profondamente deboli sul piano politico e morale per non tentare di azzerare indagini e inchieste che ne svelano l'inadeguatezza. Oggi nella piazza del Pantheon di Roma il popolo democratico ritorna a far sentire la sua voce, la stessa del referendum di giugno a difesa dei beni comuni, la stessa che mesi scorsi è risuonata nelle manifestazioni delle donne, degli studenti, dei lavoratori per dire no alla satrapia del potere, alla narcolessia delle coscienze e a nuove forme di schiavismo.
Così le associazioni, i sindacati, i partiti e i cittadini scendono in piazza per opporsi al ddl intercettazioni in discussione alla Camera. Un provvedimento che resta nello spirito di sempre, perchè da sempre il governo è impegnato in questa “crociata” che ha come bersaglio la magistratura e i media indipendenti, come è tipico dei regimi che non vogliono il controllo dal basso. Il ddl intercettazioni è una mostruosità giuridica e politica, estraneo alla necessità di bilanciare tre diritti fondamentali - quello ad una giustizia amministrata secondo Costituzione, quello alla privacy e quello alla conoscenza- ed estraneo al pericolo di costi eccessivi oppure di abuso. La verità è che vogliono il black out giudiziario, vogliono il black out informatico. Questi censori (intesi come esperti di censura), che siedono logorati e logoranti al governo, dimostrano poi particolare ferocia verso la Rete: non è una caso, essendo internet la forma di comunicazione e informazione meno controllabile dall'alto del potere, più orizzontale e più spontanea, più anarchica. Si spiega così, infatti, la possibilità introdotta nel ddl di imporre ai gestori di tutti i siti informatici l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dietro semplice richiesta, fondata o meno, del soggetto che se ne ritenga leso, pena una sanzione pecuniaria sino a 12 mila euro. Non resta dunque che la resistenza democratica nelle piazze e in Parlamento: perchè di fronte alla censura non può che scattare la censura del censore.

Luigi de Magistris

Fonte : http://www.demagistris.it/index.php?t=P2722

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