lunedì 14 marzo 2011
IL PARTITO DEL SUD HA PRESENTATO A NAPOLI IL SEGRETARIO BEPPE DE SANTIS
Lo scorso venerdì 11 Marzo, presso la libreria Treves sotto i portici di Largo di Palazzo, il Partito del Sud (quello vero e registrato) ha tenuto un incontro di presentazione del nuovo segretario nazionale, il siciliano d’adozione (è originario della Lucania – ndr) Beppe De Santis succeduto allo storico gaetano Antonio Ciano. Preceduto dall’introduzione del responsabile napoletano Andrea Balìa, il segretario ha tenuto una lunga presentazione articolata attraverso il proprio percorso politico che parte dai mitici anni del ‘68 per giungere, gradatamente, alle attuali posizioni del Neo Meridionalismo Federalista Unitario.Proveniente da una matrice di sinistra (il vecchio Partito Comunista dell’epoca ha fatto spesso capolino nelle sue -non poche- parole), ha regalato alla platea nutriti riferimenti alla politica siciliana ed all’esperienza vissuta in maniera fortemente negativa di Lombardo e del suo MPA sull’isola e sul continente.
La presentazione, nonostante una durata di oltre due ore e nessun risparmio sul proprio vissuto, ha tenuto attentissimo il buon pubblico presente (notato un Umberto Ranieri in incognito) e, oltre alla capacità comunicativa del personaggio, ne ha disegnato anche un vezzo caratteriale fortemente votato al contatto umano, alla conoscenza sensitiva unita ad una voglia cromosomica di ascoltare esperienze, consigli, idee e progetti di chi lo circonda o semplicemente gli viene a contatto. Umano e al tempo stesso combattivo, De Santis tiene la barra dritta su un obiettivo: non essere più il testimone di quanto fanno gli altri ma diventare attore protagonista di un progetto politico di difesa del Sud. E, parlando di attori, le sue caratteristiche lo dipingono come un attento capo-compagnia che bada al successo dello spettacolo più che a quello personale: sembra sapere bene che un simile risultato si ottiene solo esaltando le capacità di tutti i suoi attori responsabilizzandoli delle proprie azioni. Ma De Santis sa anche che senza il proporzionale bisogna allearsi giocoforza con la partitocrazia e non si nasconde dietro il dito: spiegando l’impossibilità di allearsi con mafiosi e leghisti, lascia aperta una porta sulla sinistra. Quale?! Lo scopriremo solo vivendo.
Fonte : il Brigante
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