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giovedì 13 gennaio 2011

Intervista a Beppe De Santis agli Stati Generali del Sud a Palermo


riceviamo e postiamo articolo del giornalista Cristiano M.G. Faranna con l'intervista a Beppe De Santis effettuata a Palermo agli Stati Generali del Sud e pubblicata a pag.3 sulla rivista "INCHIOSTRO"
Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’ Università Suor Orsola Benincasa di Napoli
www. unisob.na.it/inchiostro

A Palermo gli Stati Generali del Sud hanno discusso la nascita di un partito unico meridionalista

" Tre proposte per rilanciare il Mezzogiorno"

di Cristiano M. G. Faranna

Tasse ridotte per le aziende che investono nel Mezzogiorno,
fondi europei per le grandi infrastrutture, rilancio
dell’agricoltura. E’ questa la ricetta che gli “Stati Generali
del Sud” lanciano da Palermo per affrontare la riforma federale.
Associazioni come “Io resto in Calabria”, guidata
dall’imprenditore ittico Pippo Callipo, il “Movimento dei
Pastori Sardi” di Paolo Floris e quello dei contadini siciliani
di “Terra e Vita”, hanno accolto l’appello del Partito del
Sud, in vista di un cambiamento radicale dell’assetto politico,
sempre meno orizzontale figlio delle grandi ideologie e
sempre più verticale all’insegna dei localismi.
Il PSud si prepara alle probabili elezioni politiche
strizzando l’occhio a Nichi Vendola come leader del centrosinistra,
auspicando una rete con le liste civiche sparse
nel meridione e un’alleanza al Nord con le Cinque Stelle
di Beppe Grillo. Un bacino elettorale potenziale di sedici
milioni di elettori al Sud e ben dodici nel settentrione contando
i discendenti della diaspora meridionale.
«Ci proponiamo la costruzione di un partito popolare
in vista di una reale autonomia del Sud all’interno di uno
stato federale – dice Beppe De Santis, segretario del partito,
esperto di politiche comunitarie e un passato da sindacalista
e dirigente nella Regione Sicilia –, a dirlo non sono i soliti
sudisti nostalgici, ma personalità come l’economista moderato
Giorgio Ruffolo, che nel suo ultimo saggio si fa promotore
di una riforma costituzionale in questo senso. Uno dei
punti su cui contiamo è la fiscalità di opportunità e di sviluppo,
un provvedimento appoggiato dall’Unione Europea
che il meridione non ha mai avuto la forza di imporre all’agenda
politica». Il segretario rilancia la proposta per rendere
il Sud competitivo nell’ambito nazionale e internazionale.
«Chiediamo quindi dieci anni di imposizioni ridotte per le
aziende che investono nel Mezzogiorno , mantenendo un
controllo capillare sui diritti dei lavoratori. Ovviamente uno
sviluppo concreto deve partire eliminando il sistema delle
rendite, a partire da quelle mafiose». Per rendere competitive
le regioni meridionali lo sviluppo industriale deve
essere abbinato a quello delle grandi infrastrutture, e il Partito
propone di spendere in questa direzione gran parte dei
trentasei miliardi della programmazione economica 2007-
2013. «In primis le ferrovie. Qui in Sicilia costruire una
tratta decente Palermo-Catania che consenta un trasporto
in un’ora e mezza piuttosto che ammazzarsi, terminare la
linea Napoli-Bari e potenziare in maniera massiccia il trasporto
aeroportuale». Un occhio particolare è rivolto al rilancio
dell’agricoltura, nel Mezzogiorno come nel resto del
paese. «La questione meridionale coincide con la questione
agricola, situazione peggiorata con la globalizzazione che fa
giungere nei nostri porti merce più competitiva in termini
di costo, ma poco controllata. L’agricoltura è cultura. Fa parte
dell’identità di un popolo e della tutela dell’ambiente. Tre
masserie che chiudono provocano una frana».
Pino Aprile:
«I dirigenti della
Lega Nord sono razzisti!"
Pino Aprile, giornalista e autore del best-seller “Terroni”,
è più scettico sui destini del Mezzogiorno con l’attuale
riforma. «Se si fa il federalismo così come si è progettato si
avranno le regioni settentrionali che potranno permettersi
un’autonomia reale dallo Stato centrale grazie agli introiti
fiscali, mentre il Sud è destinato a ricevere un fondo solidaristico
che lo stesso Stato prenderà dal Nord, in pratica il
Mezzogiorno sarà ancora più centralizzato». Aprile esprime
un “no” netto su un eventuale
dialogo tra il Partito del Sud e la
Lega Nord. Il volto si irrigidisce e
la voce si fa più decisa. «Gli attuali
dirigenti della Lega sono dei razzisti,
lo dimostrano insultando ferocemente
una parte del paese. Gli
onesti del Nord e del Sud devono mandare a casa chi attenta
all’unità della nazione perché se ci si divide si perde tutti».
C’e spazio per le eccellenze nella gestione degli enti
locali. Michele Emiliano ricorda i suoi inizi di magistrato
antimafia in Sicilia e della lotta ai clan pugliesi condotta dalla
poltrona di sindaco di Bari. «Il mio elettorato viene dal
basso. Siamo riusciti a creare un’onda tra i vari leader di
quartiere. Nel 2004 la mia lista civica ha preso il 20%, ma
abbiamo evitato la tentazione di trasformare la vittoria in
un successo personale. Ora il mio compito all’interno del
Partito Democratico è di preservare le istanze autonome soprattutto
nel Mezzogiorno».
Antonio Ciano, fondatore del PSud, ha al suo attivo
la positiva esperienza della gestione del comune di Gaeta.
Ultimo baluardo della resistenza borbonica, il paese laziale
vive ancora lo scotto della sconfitta con il paradosso che
la gran parte del territorio è di proprietà del demanio dello
Stato. «In questi anni siamo riusciti a ottenere diverse
proprietà. Ora abbiamo fatto richiesta di 81 beni demaniali
e, grazie anche alla buona collaborazione con l’onorevole
Chiappori (Lega nord, ndr) in dicembre dovrebbero essere
firmati i decreti attuativi. Ottenere queste proprietà ci serve
innanzitutto per creare futuro ai nostri giovani. Puntiamo
molto sul turismo. Stiamo ristrutturando la linea ferroviaria
verso Formia e vogliamo riprendere l’abbandonata linea
Caserta-Sparanise-Gaeta, un’infrastruttura che consentirebbe
di creare un flusso turistico dall’arte della Reggia al mare
di Gaeta».
Il conto alla rovescia è iniziato e, con il quadro sempre
più fluido e instabile della politica italiana, c’è da aspettarsi
che davvero il Sud riesca a esprimere un partito unitario,
capace di entrare nell’arco istituzionale colmando il gap
di almeno venti anni con il Nord.

Fonte : cmgfaranna@gmail.com

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