lunedì 29 ottobre 2012
L'ultimo atto di Berlusconi ed il tramonto di Milano capitale IMmorale d'Italia...una nuova opportunità per il vero meridionalismo!
Le farneticanti dichiarazioni di oggi di Berlusconi,
con la necessità di "restare in campo", dopo la sentenza di condanna di primo
grado , per difendere il paese da una "repubblica in mano ai magistrati" , sono
l'ultimo atto di una commedia tragica durata quasi un ventennio (un altro
tragico c'era stato 80 anni fa...), quella della Milano da bere, la Milano del
"ghe pensi mi", dei doppiopetto blu, del velinisno e della mignottocrazia e che
invece doveva dare l'esempio all'intero paese di efficienza e modernità,
soprattutto essere di esempio al Sud "arretrato", "assistito" e "palla al
piede".
Questo
infausto (per noi meridionali) periodo con la crescita del leghismo becero e
razzista e con Bossi suggeritore del più potente Ministro Berlusconiano, quel
Tremonti regista di varie ruberie ai danni del Sud, ha avuto anche la triste
partecipazione di ascari meridionali, da Lombardo a Micciché con quest'ultimo
addirittura con la delega al CIPE quando ci sono stati scippati i fondi FAS che
erano destinati in gran parte al Sud e sono stati dirottati per i traghetti del
Lago di Garda o per le forme di parmigiano invendute o per sovvenzionare gli
allevatori e i vaccari padani.
A
questi ascari si sono spesso accodati i soliti accattoni delle nostre parti, chi
ha provato a leccare prima Lombardo e poi Iannaccone di Noi Sud, chi con finte
liste civiche alleate stranamente sempre con il centro-destra...tristi giullari
che con molta faccia tosta strepitano ancora il loro essere "duro e puro" e che
si dichiarano difensori di nazioni che non esistono più o di identità che con
loro mai risorgeranno perché il loro unico e vero interesse è il solito piatto
di lenticchie, rimanendo ducetti del loro piccolo movimento o proprietari della
loro sigletta da 1 persona. A questi si aggiungono altri pagliacci che
utilizzano parole ancora più obsolete e senza alcun senso nel XXI secolo
rispetto alle vecchie distinzioni di fascismo e comunismo, per riconoscerli
basta sentirli parlare di "giacobini" o di "legittimismo" o ancora di
"tradizionalismo". Infine ci sono quelli dell'indipendenza unica via che invece
di percorrere seriamente la loro strada, per un obiettivo che potrebbe essere
nel lungo periodo pure condivisibile, non fanno altro che combattere chi prova a
far crescere, quantitativamente e qualitativamente il movimento meridionalista.
Tra loro c'è persino uno sconosciuto figuro che si mette a disquisire e a
criticare Pino Aprile ed il suo libro "Terroni", cioè il libro che ha svegliato
più coscienze rispetto alle centinaia di convegni, alle migliaia di proclami
inutili in rete o alle decine di migliaia di libri che hanno venduto qualche
decina di copie. Questa zavorra inutile e dannosa finalmente sta per essere
spazzata via, non solo dalla storia ma anche dalla nascita e dalla crescita di
un vero movimento meridionalista.
Per
difendere il Sud e uscire fuori dal ghetto dell'onanismo folle e dalle trappole
della "nostalgia" e del "folklore", che i De Marco vari hanno sempre pronte per
chi vuole parlare di verità storica e di questione meridionale nata nel 1861 e
non prima, occorre un movimento autenticamente democratico e capace di
sintetizzare le migliori proposte ed istanze e raccogliere le migliori
intelligenze del Sud. Bisogna imparare a darsi delle regole di confronto delle
idee e rispettarle, bisogna organizzarsi e soprattutto bisogna mettere le
proprie idee a disposizione del progetto complessivo piuttosto che pensare che
il progetto sia coincidente con le proprie idee. E' proprio questo il tentativo
che stiamo facendo come Partito del Sud, con questo spirito partecipiamo
all'assemblea del 24 novembre che sarà sicuramente un'altra tappa importante,
dopo la riunione di Bari, per il cammino di liberazione della nostra terra e per
dare inizio alla "rivoluzione meridionale".
E
diffidiamo di chi in passato è stato dalla parte dei Berlusconi, di chi le ha
provate tutte per trovare il suo posticino e per poi fare oggi il rivoluzionario
da tastiera, di chi in passato era un reazionario democristiano e di chi oggi
vede solo Grillo come unico profeta dopo esser stato in decine di partiti e
movimenti...solo dal confronto democratico usciranno le proposte migliori e quei
"100 uomini di ferro" che auspicava Guido Dorso a guida della rivoluzione
meridionale.
E
che rivoluzione meridionale sia...anche contro le politiche sempre
nord-centriche e di solo rigore del governo Monti, per un nuovo modello di
politica con la P maiuscola che metta l'uomo al centro e non l'economia o la
finanza, un modello mediterraneo di civiltà umanista e di scambio e convivenza
tra le diverse civiltà agli antipodi del razzismo leghista con il Sud che torna
al suo ruolo naturale ed originario di ponte tra civiltà ed esempio di un nuovo
modello di sviluppo come lo è stato per molti secoli sia nel periodo della Magna
Grecia che in certi frangenti del Regno di Sicilia, del Regno di Napoli e poi
Regno delle Due Sicilie.
Enzo
Riccio
Segr.
Org, Nazionale
Partito
del Sud
Fonte:
Partito
del Sud - Roma
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