LETTERA
APERTA AI DIMISSIONARI DEL PARTITO DEL SUD
e
a tutti coloro che hanno vissuto la edificante esperienza dell'8 Settembre 2012
a Bari
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Ho
riflettuto molto e trovo veramente incomprensibile che la militanza in una
formazione politica possa essere interrotta per delle ragioni che nulla hanno a
che vedere con la politica. In tutte le mail che ho letto, che gli attuali
dimissionari e i loro portavoce hanno scritto, anche in quelle maggiormente
critiche nei confronti dell'operato del CDN, non ho trovato la più pallida
traccia di dissenso politico, ma solo contestazioni generiche e personalistiche
prevalentemente facenti riferimento a presunte irregolarità procedurali
e a richieste di maggior informazione.
Francamente mi sembra poco,
troppo poco per giustificare l'abbandono della casa comune. Quella casa che
stiamo lavorando per ingrandire e fondere con altre vicine, perché siamo
coscienti che la unione fa la forza. Nessuno di noi è immortale e tanto meno lo
sono i CDN. Lo Statuto del nostro Partito offre le regole condivise per
esprimere il dissenso. Si tratta delle regole che ci siamo dati e che abbiamo
accettato di rispettare al momento della iscrizione, sono le regole dentro le
quali dobbiamo incanalare il nostro lavoro di militanti. L'accettazione del
criterio di maggioranza e l'esercizio del voto consentono di definire le
divergenze, senza per questo escludere la continua ricerca di compromessi
virtuosi e di intelligenti sintesi dialettiche.
Quando poi si intende portare avanti con
urgenza le proprie istanze di dissenso, senza attendere le scadenze previste dal
calendario partitico, con il numero di firme che lo Statuto richiede, si possono
costringere anche i dirigenti più riottosi a sottoporsi al confronto e a
scendere dal piedistallo sul quale si fossero eventualmente inerpicati. A me i
miei colleghi sono apparsi sempre con i piedi ben piantati per terra. E quando
li ho guardati negli occhi non sono mai stato abbagliato dalla loro aureola,
semplicemente perché non l'avevano.
In un
momento come questo, un presente che tutti abbiamo contribuito a creare e nel
quale, per la prima volta da molto tempo prende forma la speranza di vedere
riconosciuto e riscritto il nostro passato e si intravede contemporaneamente
la possibilità di poter almeno collaborare a scrivere il nostro futuro, in un
momento come questo, dicevo, chi lavora per dividere invece di lavorare per
unire si assume una pesante responsabilità, storica e politica, una
responsabilità che va molto al di là delle modeste dimensioni del Partito del
Sud. Lavorare per disunirsi è in questo momento un gesto anti-meridionalista!
Dobbiamo invece unirci e lavorare insieme.
È per
unire che il CDN del quale mi onoro di fare parte si ê speso allo scopo di
favorire la convergenza di altre forze meridionaliste. È per unire che ha
contribuito alla ideazione e alla redazione dell'appello a Pino Aprile. È per
unire che ha organizzato la riunione di Bari, riuscendo a coinvolgere persone
della qualità e del calibro di Michele Emiliano e di Marco Esposito. È per unire
che i componenti del CDN si sono detti unanimemente pronti a fare un passo
indietro e, se necessario, a mettersi da parte per favorire la nascita di un
nuovo soggetto politico. Una nuova aggregazione che possa e sappia portare
avanti con maggiori possibilità di successo le istanze che stanno a cuore a
tutti colore che, come noi, hanno nel cuore l'amore per il nostro paese, che è
un unico grande Sud che ha la forma di uno stivale posto al centro di quella
culla di civiltà che è il Mediterraneo.
Giovanni Cutolo
P. S.
Ogni uomo definisce la propria singolarità di individuo costruendosi una sua
propria identità, lavoro che molti non riescono a completare nemmeno nell'arco
di una vita intera. Ma ogni singolo individuo è anche un animale sociale che
esprime la sua socialità attraverso l'esercizio di appartenenza, a una famiglia,
a uno o più gruppi, a uno o più movimenti.
Tanto l'identità quanto l'appartenenza
attengono specificamente al singolo individuo. Pertanto, prescindendo da quanto
preveda lo Statuto, trovo estremamente bizzarro che persone che hanno fatto la
scelta, ovviamente individuale, di iscriversi al Partito del Sud, decidano poi
di delegare ad altri le proprie dimissioni. Ancora più bizzarro poi che qualcuno
si presti a fare da "porta-dimissioni".
Napoletanamente mi fa pensare a quella signora
che, rivolta alla vicina che sta urlando dal balcone per chiamare il figlio, le
dice: " 'Onna Cuncé' visto ca' ve truvate cu 'a vocca aperta, chiammate peffavore pure ' o
figlio mio".
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