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mercoledì 3 ottobre 2012

Lettera aperta di Giovanni Cutolo


LETTERA APERTA AI DIMISSIONARI DEL PARTITO DEL SUD
e a tutti coloro che hanno vissuto la edificante esperienza dell'8 Settembre 2012 a Bari

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Ho riflettuto molto e trovo veramente incomprensibile che la militanza in una formazione politica possa essere interrotta per delle ragioni che nulla hanno a che vedere con la politica. In tutte le mail che ho letto, che gli attuali dimissionari e i loro portavoce hanno scritto, anche in quelle maggiormente critiche nei confronti dell'operato del CDN, non ho trovato la più pallida traccia di dissenso politico, ma solo contestazioni generiche e personalistiche prevalentemente facenti riferimento a presunte irregolarità procedurali e a richieste di maggior informazione.
Francamente mi sembra poco, troppo poco per giustificare l'abbandono della casa comune. Quella casa che stiamo lavorando per ingrandire e fondere con altre vicine, perché siamo coscienti che la unione fa la forza. Nessuno di noi è immortale e tanto meno lo sono i CDN. Lo Statuto del nostro Partito offre le regole condivise per esprimere il dissenso. Si tratta delle regole che ci siamo dati e che abbiamo accettato di rispettare al momento della iscrizione, sono le regole dentro le quali dobbiamo incanalare il nostro lavoro di militanti. L'accettazione del criterio di maggioranza e l'esercizio del voto consentono di definire le divergenze, senza per questo escludere la continua ricerca di compromessi virtuosi e di intelligenti sintesi dialettiche.


Quando poi si intende portare avanti con urgenza le proprie istanze di dissenso, senza attendere le scadenze previste dal calendario partitico, con il numero di firme che lo Statuto richiede, si possono costringere anche i dirigenti più riottosi a sottoporsi al confronto e a scendere dal piedistallo sul quale si fossero eventualmente inerpicati. A me i miei colleghi  sono apparsi sempre con i piedi ben piantati per terra. E quando li ho guardati negli occhi non sono mai stato abbagliato dalla loro aureola, semplicemente perché non l'avevano.

In un momento come questo, un presente che tutti abbiamo contribuito a creare e nel quale, per la prima volta da molto tempo prende forma la speranza di vedere riconosciuto e riscritto il nostro passato e si intravede contemporaneamente la possibilità di poter almeno collaborare a scrivere il nostro futuro, in un momento come questo, dicevo, chi lavora per dividere invece di lavorare per unire si assume una pesante responsabilità, storica e politica, una responsabilità che va molto al di là delle modeste dimensioni del Partito del Sud. Lavorare per disunirsi è in questo momento un gesto anti-meridionalista! Dobbiamo invece unirci e lavorare insieme.

È per unire che il CDN del quale mi onoro di fare parte si ê speso allo scopo di favorire la convergenza di altre forze meridionaliste. È per unire che ha contribuito alla ideazione e alla redazione dell'appello a Pino Aprile. È per unire che ha organizzato la riunione di Bari, riuscendo a coinvolgere persone della qualità e del calibro di Michele Emiliano e di Marco Esposito. È per unire che i componenti del CDN si sono detti unanimemente pronti a fare un passo indietro e, se necessario, a mettersi da parte per favorire la nascita di un nuovo soggetto politico. Una nuova aggregazione che possa e sappia portare avanti con maggiori possibilità di successo le istanze che stanno a cuore a tutti colore che, come noi, hanno nel cuore l'amore per il nostro paese, che è un unico grande Sud che ha la forma di uno stivale posto al centro di quella culla di civiltà che è il Mediterraneo.


Giovanni Cutolo


P. S. Ogni uomo definisce la propria singolarità di individuo costruendosi una sua propria identità, lavoro che molti non riescono a completare nemmeno nell'arco di una vita intera. Ma ogni singolo individuo è anche un animale sociale che esprime la sua socialità attraverso l'esercizio di appartenenza, a una famiglia, a uno o più gruppi, a uno o più movimenti.

Tanto l'identità quanto l'appartenenza attengono specificamente al singolo individuo. Pertanto, prescindendo da quanto preveda lo Statuto, trovo estremamente bizzarro che persone che hanno fatto la scelta, ovviamente individuale, di iscriversi al Partito del Sud, decidano poi di delegare ad altri le proprie dimissioni. Ancora più bizzarro poi che qualcuno si presti a fare da "porta-dimissioni". 

Napoletanamente mi fa pensare a quella signora che, rivolta alla vicina che sta urlando dal balcone per chiamare il figlio, le dice: " 'Onna Cuncé' visto ca' ve truvate cu 'a vocca aperta, chiammate peffavore pure ' o figlio mio".

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