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mercoledì 25 aprile 2012

Il WIR, carburante dell’economia svizzera


Riceviamo e postiamo, dal nostro Dirigente Nazionale prof. Giovanni Cutolo, quest'interessante saggio d'ipotesi alternativa economica da lui individuato e tradotto.



Questa moneta complementare infraimprese svizzera suscita un crescente interesse in tutta Europa. C’è chi ritiene che sarebbe
una delle chiavi della leggendaria stabilità economica elvetica.

Creata nel 1934 durante la grande depressione da un grupo di piccoli imprenditori di Zurigo, la Banca Wir, società coperativa senza fini di lucro, gestisce da allora la sua propria moneta, il WIR appunto (che in tedesco significa “Noi”, in opposizione a ”Io”). Obiettivo degli iniziatori del progetto era quello di creare un’organizzazione di mutua assistenza per supplire alla penuria di denaro liquido causata allora, secondo loro, da una tesaurizzazione eccessiva della moneta.
Il WIR circola oggi all’interno di una rete di 60.000 PMI aderenti che rappresentano il 20% del totale delle PMI dell’intera Confederazione Elvetica. Non si pagano interessi, in ossequio alle tesi del teorico monetario Silvio Gesell (1862-1930), apostolo della moneta che si deteriora liquefacendosi, vale a dire di una moneta che si deprezza se non viene utilizzata. Pertanto, i WIR che non si usano perdono gradualmente di valore. Il sistema è stato concepito per stimolare e accellerare la circolazione del denaro. «E’ la rotazione del denaro che permette all’economia di svilupparsi e di prosperare. E la rotazione deve essere la più rapida possibile», insiste Hervé Dubois, responsable della comunicazione della Banca che confessa di essere sommerso dalle richieste di potenziali nuovi soci.

Allineato al Franco Svizzero (1 WIR = 1 Franco svizzero) ma non convertibile, il WIR è una moneta esclusivamente documentaria. Non esistono biglietti nè monete ma solo Ordini di Bonifico che funzionano come Assegni, e Carte che si utilizzano come le carte di credito. Nel 2010 la cifra di affari totale realizzata in WIR ha raggiunto una somma equivalente a 1,6 miliardi di Franchi svizzeri.
Quello delle costruzioni è il settore che risulta avere fatto maggiormente ricorso a questa moneta complementare, seguito dal commercio all’ingrosso e al dettaglio e dalle aziende prestatrici di servizi.
Di maniera generali le fatture vengono pagate parte in WIR (dal 20 al 30%) e parte in Franchi svizzeri. Come testimonia Roland Canonica, direttore regionale della Banca Wir a Losanna, numerosi investimenti non si potrebbero realizzare se le PIM non potessero attingere ai crediti in WIR e comunque, come lui opportunamente sottolinea, «1,6 miliardi di WIR iniettati nell’economia generano in effetti una cifra di affari da 10 a 30 volte più grande».

Si deve a un economista e professore universitario americano, James Stodder, l’aver messo in risalto il fenomeno in virtù del quale nei periodi di forte crescita economica il volume degli scambi in WIR si contrae, mentre esso cresce e si sviluppa quando invece interviene una recessione o si registra un rallentamento degli scambi economici. «In occasione della ultima recessione che ha colpito la Svizzera negli anni ’90 migliaia di PIM sono riuscite a sopravvivere senza subiré danni maggiori grazie al sistema WIR» afferma Hervé Dubois. «Senza il WIR il mio hotel forse non esisterebbe più» dichiara dal canto suo un albergatore di Saint Blaise che ha potuto restaurare il suo hotel grazie ai convenienti tassi (1,7% invece del 6 - 8% del mercato) ai quali ha potuto accedere grazie alla Banca Wir la quale, dal 1998, accorda crediti commerciali e ipotecari in WIR e in Franchi svizzeri e accetta depositi e realiza transazioni non solo in WIR ma anche in Franchi svizzeri. «Nel 1992, in piena crisi, quando l’attività era scesa al suo punto più basso, ho potuto mantenere tutti i miei dipendenti grazie al WIR», dice sorridente Norbert Voyame. Questo imprenditore della Svizzera-romanda titolare di due PIM con una trentina di salariati – un’azienda di architettura e costruzioni  e un’altra che fabbrica orologi – realiza il 20% circa della sua cifra d’affari in WIR. «Lo scambio monetario è quasi completamente rimpiazzato dalla forte emergenza della relazione umana» dice, sottolineando la convivialità di questo nuovo accattivante mercato. Le cinque Fiere annuali organizzate dagli associati consentono ai clienti WIR, che si sostengono acuistando e vendendo gli uni agli altri, di fare ulteriori conoscenze. «Il WIR ci permette di incontrare nuovi clienti, che si spostano perché hanno dei WIR e desiderano spenderli», fa notare Thierry Trachsel, padrone di un negozio di elettrodomestici  di Ginevra. «Non siamo noi a cercare i clienti, sono i clienti che ci cercano» osserva un automeccanico di Zurigo. Il numero delle imprese associate e il volume degli scambi in WIR è molto più sviluppato nei cantoni di lingua tedesca, mentre la Svizzera romanda appare ancora restia ed esitante. Questo ritardo rappresenta uno degli aspetti negativi che può essere almeno in parte spiegato con il maggior lavoro amministrativo richiesto dalla necessità di dover tenere due distinte contabilità, una in ciascuna moneta. «Il WIR richiede una gestione particolare, una anticipazione delle entrate e delle uscite. L’ideale sarebbe sapere già in anticipo come potranno essere spesi i WIR ancor prima di averli incassati», argomente Roger Peytrignet, ottico di Renens, cittadina della Svizzera romanda. I lavori di costruzione e quelli di rinnovo degli arredi e dei macchinari rappresentano le spese più frequenti tra quelle realizzate in WIR dai titolari delle PIM associate, i quali  utilizzano questa moneta anche per le loro necessità personali: dalla costruzione della propria abitazione, al suo arredo, all’acquisto di materiale di cancelleria, alle spese periodiche pr la casa nei negozi e nel supermercato di quartiere.

Eric Tariant

Fonte:
novethic
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