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giovedì 21 novembre 2013

Emanuele Filiberto diventa «ambasciatore di Pompei nel mondo». Incredibile decisione...


di Andrea Balìa

Spesso si crede d’aver visto e sentito tutto, poi ce n’è sempre una nuova che fa sobbalzare, indignare, ecc…
A volta la realtà supera la più audace fantasia, altre volte la realtà si trasforma in farsa e può prendere una piega amara. Quello che oggi i giornali riportano supera tutto ciò ed è da brividi febbrili e da conati, cioè il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, fra l'altro indagato dalla Procura di Torre Annunziata a settembre per concussione (innocente dall'accusa della procura fino al processo ma sicuramente è già colpevole di ascarismo e ignoranza storica ..) ha avuto l'idea "geniale" di nominare Emanuele Filiberto di Savoia 'Ambasciatore di Pompei nel Mondo', conferitogli nel corso di una cerimonia svoltasi oggi in Comune. 
Il rampollo della dinastia sabauda ... a fronte non si comprende di quali meriti personali e financo (anzi vieppiù..)  dinastici e storici debba ricevere questa nomina e riconoscimento. Proprio Pompei, la cui scoperta la si deve ad altra dinastia vittima di quella cui appartiene il “ragazzo”, distintosi per juventinate, balletti in Tv e pubblicità di sottaceti e olive, deve ricevere, assieme a tutta la gente del Sud, tale affronto. Un curriculum vitae davvero all’altezza per poter reclamare a pieno titolo competenze, storia e appartenenza, il riconoscimento perché ne sia lui il beneficiario (sic!). 
Il solito strisciante minoritarismo frutto del malvezzo, dello strusciarsi al nome alla moda, alla sudditanza al nobile di turno del tutto fuori luogo e in ispecie all’avvilente ignoranza storica del politico di terz’ordine. Donne napoletane meritevoli per competenza e immagine, ben altro spessore di personaggi illustri figli delle terre del Sud, avrebbero potuto ricoprire questo ruolo. Ma tant’è…e sta solo a dimostrare che solo la diffusione e consapevolezza della verità storica supportata da un’adeguata rappresentatività politica, quanto sempre più possibile presente nelle istituzioni, può evitare in futuro il ripetersi di tali scellerate decisioni e vergogne per il Sud.
Nella speranza che il connubio di queste esigenze, di cui il Partito del Sud si fa portatore, ahinoi isolato, sia compreso da tutti quelli che, pur se in buona fede, operano sottovalutando l’aspetto politico e operativo ritenendo che il solo impegno culturale possa da solo sopperire a tali evidenti tragiche decisioni.

Andrea Balìa
Vice Presidente Nazionale del Partito del Sud

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