lunedì 9 marzo 2015
Il SOTTOPOPOLO
di Bruno Pappalardo
Vi ricordate questa parola che usavamo come pane, come aria : “sottoproletariato”. Quante volte al giorno veniva pronunciato negli anni ‘70-Ottanta.
Appartenente all’universo saggistico-letterario marxista; era il più basso, misero e plebeo dei ceti sociale soprattutto delle grosse metropoli, instabile e colpita da una taglieggiata sottooccupazione.
Allora ricorderemo anche che questi che riteneva il “proletariato”, fortunato ( ossia quella classe con redditi bassi o minimi ) a cui appartenevano i piccoli artigiani, ambulanti e operai sfruttati dalla piccole aziende o fabbrichetta di scarpe, et cetera, “. Insomma quella classe che senza alcun contratto (solo pochi ne possedevano uno) lavoravano però pressappoco tutto l’anno. E che dire della ammirata la “classe operaia” , …capace di andare anche in Paradiso.
Un sottoproletario sognava di diventare “operaio “ d’industria, classe posta tra i contratti a “tempo indeterminato” e quelli temporanei ma adeguatamente tutelati da un sindacato inizialmente molto vicino. Solo alla fine degli anni ’70 il sindacato intese tutelare quasi totalmente anche altri strati della società del lavoro come il P.I.
Oggi, invece, lasciando stare concetti di liquidità e frammentarietà, abbiamo un’altra classe,…direi piuttosto un nuovo fenomeno di disagio sociale: il SOTTOPOPOLO.
Come sottoproletario, proletario e operaio rappresentavano per i partiti ( soprattutto per il PCI) di Sinistra che li aveva assunti come soggetti primari della lotta contro il liberismo capitalista dissanguante, erano soprattutto bacino di voti, ebbene questa nuova umanità disadattata, é spessissima senza voti.
E’ quella umanità orfana di partiti. Sono che da Massa (operaia) è diventata Calca, Flusso! Sono sempre in movimento perché non sostano e, se si muovono, è solo lentamente.
Hanno la “sindrome del pastorello” , …stanne azzeccate ‘nterra”
Non hanno leader ne manifesto e neppure hanno mai generato un programma politico. Credo siano stati anche ispiratori dei 5stellati, solo che questi ultimi si sono organizzati ma come il SOTTOPOPOLO sono complicati e spesso incapaci di essere organici, compatti, e gestori di un benefico potere di governo.
Non hanno neppure una bandiera una.
Hanno invece, come contraltare, (e non come avversari) delle altre controfigure, hanno i No Tav, ambientalisti, associazioni civiche, sinistrorsi senza partito, i microsindacati, esodati, centri sociali etc.
Quando scendono in piazza le loro bandiere si confondono con i manifesti della città.
Si muovono solo per il dissenso difficile per il sostegno.
Spesso all’interno di Esso, ci sono anche i CasaPound. Sappiamo l’origine ideologica, sappiamo la loro formazione dottrinale ma cosa fanno? Boh? Non hanno mai in verità deciso la sorte di nessuno. Ordinati e statuali, c’erano anche a Roma con Salvini.
Non parlano ma scattano all’ordine del proprio diciamo ufficiale alzando il braccio destro e le dita stese.. Non assaltano la Bastiglia ma emettono un perfetto urlo da stadio. Terminata la loro rappresentazione, vanno via. Infatti la domanda è ma dove vanno? Con Salvini possiamo capire ma son certo che anche De Luca, il sindaco di Salerno, per le sue primarie, ha goduto del loro contributo.
Ecco, questa miscellanea di soggetti ( quella di Casa Pound è una eccezione ma che conferma la tendenza di Larghe Intese) staccati dalla politica, muoventi figuri come bonzi, disorientati e con le braccia stese in avanti per disabilità politica, dunque, dovrebbero trovare una logica di determinazione e identità politica e non più scheda bianca. La logica è quella opportunista del partito finalizzato ad una precisa funzione.
Quale poterebbe essere di oggi? Quello che potrebbe generare LAVORO. E chi?
Allora, sempre opportunisticamente scegliere quella parte che lo genera, ad esempio, il meridionalismo che per qualcuno potrà sembrare una BESTEMMIA ma, attenzione, se il SUD RIPARTE, TUTTO RIPARTE e dovrebbe questo POPOLO detto anche ”…vabbuò, po’ se vede”, essere chiamato a rispondere e intendere loro l’unica vera chance.
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