venerdì 27 marzo 2015
Giovanni Cutolo su Silvio Gesell...
di Giovanni Cutolo
SILVIO GESELL (Sankt Vith, 17 marzo 1862 – Oranienburg,
11 marzo 1930) è stato un mercante, economista e anarchico tedesco, fondatore
della Freiwirtschaft.
Sebbene non fosse marxista, nel 1919 Ernst Niekisch e
l'anarchico Gustav Landauer lo chiamarono a prendere parte alla Repubblica dei
Consigli Bavarese, offrendogli dapprima un posto in una
"commissione", ma in seguito quello di "rappresentante del
popolo (Ministro) per le Finanze". Gesell scelse come suoi collaboratori
il matematico svizzero Theophil Christen e l'economista Ernst Polenske e
prontamente redasse una legge per la creazione di Libere corporazioni. Il suo
mandato durò però solo 7 giorni perché - similmente a quanto avvenuto a Berlino
contro Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht - il governo mandò i Corpi Franchi
(reparti armati generalmente formati da ex-combattenti, ma in cui non mancavano
neanche i delinquenti comuni) a stroncare sanguinosamente la neonata
Repubblica, considerandola sovietica. Landauer fu ucciso (come la Luxenburg e
Liebknecht), ma Gesell fu solo imprigionato per diversi mesi con l'accusa di
alto tradimento, salvo poi essere assolto dal tribunale di Monaco di Baviera.
Gesell si era arricchito durante la depressione economica
argentina, accumulando una discreta fortuna; ricevette anche parecchio sostegno
economico da donatori privati, ad esempio Paul Klemm, uno dei romeni più ricchi
del suo tempo. Questo gli permise di concentrarsi sui suoi studi economici
senza doversi preoccupare delle questioni finanziarie. Battezzò la propria teoria
L'ordine economico naturale (1916), ma poi - nella prefazione all'edizione del
1919 - evidenziò che, non esistendo sistemi economici naturali, quel
"naturale" andava inteso come "a misura d'uomo".
Secondo Gesell, quando Marx parla di plusvalore lo fa
superficialmente sottovalutando i risvolti effettivi. Guardandolo sotto un
diverso punto di vista lo si può vedere così: il plusvalore accumulato dal
capitalista è intrinsecamente finalizzato al caso di necessità, ovvero al caso
di investimenti da fare o di danni da riparare. Solo quando ciò non si
verifichi (e quindi il capitalista in questione si dimostri un buon
amministratore) allora potrà permettersi di attingere al capitale
immagazzinato. Dopotutto non potrebbe obiettivamente cedere il plusvalore ai
dipendenti confidando in una improbabile restituzione in caso di necessità
aziendale. È quindi un fattore irrinunciabile.
Gesell si considerava un cittadino del mondo e adorava la
Terra, che chiamava familiarmente "la nostra zuppiera", in quanto
solo da essa si ottengono tutti i nostri cibi e che pertanto dovrebbe
appartenere a tutti gli uomini, indipendentemente dal sesso, dalla classe
sociale, dalle condizioni economiche, dalle appartenenze religiose e dall'età.
Gesell condivideva la proposta marxista relativa all'eliminazione della
proprietà privata della terra, ma ne contestava la statalizzazione; contrario
al kolkhoz ed alla conduzione comunitaria - suggeriva la successiva concessione
onerosa della terra a privati (diritto di superficie), in modo da ripristinare
completamente la precedente macchina produttiva libertaria, ma con reddito
agrario comunizzato e che quindi poteva essere portato o in diminuzione delle
tasse o preferibilmente a creazione degli assegni familiari (che allora non
esistevano).
Gesell incomincia
a chiedersi se ci sia modo di azzerare il Saggio d'Interesse. Usufruendo anche
delle esperienze proudhoniane e dopo aver notato che l'insolito e imprevisto
"potere straordinario" del denaro gli proviene dal fatto di essere
praticamente l'unica "merce indeperibile", comincia a pensare ad un
Freigeld (denaro libero). Effettivamente, finché il denaro non si
"squaglia", nulla obbliga il suo possessore a farlo affluire sul
mercato finanziario o a comprare (almeno finché non si ritrovi in condizioni di
necessità); e ciò rappresenta la spaventosa forza di cui egli usufruisce per
procacciarsi il Premio di Liquidità e conseguentemente tutti gli altri profitti
di capitale.
Fatta questa diagnosi, individuato il tumore, Gesell
procede rapidamente ad asportarlo, anche se Giacomo Matteotti s'accorgerà d'una
contrarietà imprevista tal ché - ancorché innamorato di Gesell e delle sue
teorie e convinto che esse sole possano apportare un vero socialismo - propende
per soprassedere, in attesa della realizzazione di una moneta di tipo on-off
(cioè che si squagli in mano ai privati, ma cessi di squagliarsi non appena in
mano alle banche).
Nel 1919, durante la sua effimera esperienza di Ministro
delle Finanze della Repubblica dei Consigli a Monaco di Baviera, fa in tempo a
mettere in circolazione delle banconote aventi la caratteristica di perdere
valore con il passare del tempo; un denaro che si deteriora, che
"arrugginisce" e che, pertanto, incentiva il possessore a spenderlo
anziché tesaurizzarlo. A questo "denaro per il consumo", destinato a
facilitare le transazioni private fra cittadini (sottraendoli così ai limiti di
una "Economia del baratto"), Gesell prevedeva di affiancare un
"denaro per gli investimenti", fatto di documenti e contratti anziché
da banconote, destinato invece a rendere possibili le iniziative
imprenditoriali, sia produttive che commerciali.
La carica innovativa e per certi versi addirittura
rivoluzionaria del pensiero di Silvio Gesell, che rimane a tutt'oggi intatta,
si fondava sulla convinzione che il DENARO, la TERRA e il LAVORO non potessero
e non dovessero essere considerati alla stregua di merci. E ciò tanto dal punto
di vista economico quanto da quello giuridico, sociale, politico e morale.
Giovanni Cutolo
(CDN del Partito del Sud)
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