Ci risiamo.
Ancora una volta, e ci si smarrisce nei calcoli con leggi che penalizzano costantemente le tasche dei meridionali. Ancora una volta un provvedimento che penalizza il meridione, i suoi cittadini, le imprese e la già fragile e precaria micro economia che a stento tenta di tenere salda quella dignità che di fatto è messa a dura prova.
Ci riferiamo all’ICI, quella tassa già odiosa di per se per mille e un motivo.
Fosse altro per quanto già incamerato tra progetti, bolli, permessi, iva sui materiali di costruzione e sui compensi per il lavoro svolto da imbianchini, elettricisti, imprese edili, idrauilici e a seguire tutti quanti hanno prestato la loro opera, e lo stato ha incassato già migliaia di euro dal proprietario per la costruzione dell’immobile. Tra tasse dirette e tasse indirette il committente versa nelle casse dello stato una percentuale che va ben oltre la metà della spesa totale.
Spesso poi lo si fa per i figli, si fanno sacrifici enormi. Rinunce alle quali spesso è impossibile poi rimediare. Tutto ciò per vedere poi quel figlio essere costretto ad abbandonare il meridione, i suoi affetti, i suoi progetti, i suoi sogni. Alle ortiche gli studi fatti per svolgere poi di fatto lavori molto più umili, per emigrare a latitudini nordiche.
Topograficamente a certi paralleli serve comunque una casa, lo sappiamo, in affitto o indebitandosi per tutta la vita con le banche (nessuna è meridionale ricordiamolo) o finanziarie le quali poi di fatto sono le vere proprietarie dell’immobile tra le altre cose.
Quella casa, in una città lontana, più fredda dove il riscaldamento serve davvero per mesi l’anno (e giù con le accise derivate ancora nel granaio), dove non ci sono gli affetti lasciati molto più a sud etc etc, risulta come prima casa solo perché abituale dimora.
Quanti meridionali dunque hanno lasciato al paesello la casetta o il rudere ereditato dai genitori.
Milioni e milioni di meridionali che si troveranno a pagare l’IMU come seconda casa per quel rudere adesso. Una abitazione vuota, spesso ereditata appunto, che non da reddito materiale se non quello che serve per completare il modello F24 per la riscossione dei tributi.
Ma non solo, oltre al danno anche la beffa, poiché questo governo mascherato da colori politici di cui onestamente si fa a capire il confine dell’uno e dell’altro, anzi spesso si manifesta per quello che forse è davvero da sempre, cosa ha pensato di fare.
Ha pensato bene di trovare le mancanze dei proventi IMU con una nuova tassa. Una tassa ancora da capire bene nei dettagli, ma della quale si conoscono almeno un paio di cose. La prima che sarà corposa perché mette assieme IMU e altre imposte.
Si andrà verso a una service-tax, cosi la chiamano per renderla meno cruda, un’imposta omni-comprensiva concentrata sui valori degli immobili, sui servizi che vengono erogati alle abitazioni e sul valore dei territori dove sorge la casa.
Ma a pagarla sarà l’inquilino stavolta, quindi ancora soldi succhiati a quei milioni di meridionali che costretti ad emigrare lasceranno al nord altri milioni di euro che impoveriranno loro e arricchiranno ancora una volta le casse tosco-padane.
Non ci saranno di conseguenza risorse familiari per quell'imbianchino, per quell'idraulico, per quell'elettricista che dal Sud sarà costretto a chiudere ed emigrare anche lui probabilmente, arrecando danno su danno. E a pagare di più come diceva Antonio De Curtis, è sempre pantalone.
Il Partito del Sud dice basta a questo continuo atto di vampirismo che succhia sempre il sangue del meridione e dei meridionali. Questo stato sanguisuga deve la deve smettere con l’opera di desertificazione economica, culturale, industriale e quell'esodo forzato che ha oramai caratteristiche bibliche. Si, proprio come quell'esodo che porto gli ebrei a cercare rifugio nel deserto. Esodo che ebbe poi come risultato, la schiavitù del popolo ebraico.
Antonio Rosato
Coord. Partito del Sud - Lazio
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