postiamo, con condivisione, le riflessioni dell'amico e Segretario Organizzativo del PdSUD, Enzo Riccio :
Avevo pensato più volte di scrivere qualcosa
sull'evento di Bari ma ho aspettato per ragionarci sempre più "a mente fredda e
cuore caldo", come diceva un grande del meridionalismo come Francesco Saverio
Nitti.
Nonostante molto sia stato già detto, voglio
aggiungere sinteticamente una valutazione personale.
Per prima cosa, l'evento di Bari è stato un
successo di partecipazione e di aggregazione, in una città importante del Sud e
in un luogo istituzionale, con la partecipazione del sindaco della seconda città
del Sud continentale.
Per seconda cosa, noi non sapevamo, e credo
nessuno sapesse fino in fondo, cosa e come voleva rispondere Pino Aprile
all'appello che il nostro movimento insieme ad altri gli aveva
lanciato il 14.luglio con una lettera aperta. Ovviamente, conoscendo Pino,
sapevamo o meglio potevamo intuire che molto probabilmente avrebbe scelto di
partecipare non come leader politico ma come portavoce o comunicatore ma, con
l'onestà e la correttezza che credo che ci contraddistingua, non abbiamo fatto
alcuna pressione e l'abbiamo lasciato scegliere liberamente. C'è invece chi non
l'ha fatto, ad esempio con telefonate o deliranti e sgrammaticati messaggi in
rete per convincerlo a desistere, solo per miseri interessi di botteguccia e
salvaguardia del proprio simboletto ed orticello, ognuno può trarre le sue
logiche conclusioni e mi rifiuto di entrare nella palude della polemica con
certi personaggi che hanno solo quest'arma a disposizione. Questo per non
parlare di altri personaggi ancora più farneticanti che attaccano Pino Aprile
per invidia e gelosia del suo successo, come spesso accade quando qualche
meridionale ha successo bisogna contrastarlo e demolirlo con sospetti e
veleni...con loro non c'e' da sprecare nemmeno un minuto.
Chi poi dice che sapeva nei minimi dettagli
cosa avrebbe risposto Pino Aprile, ebbene lo dice o per stupidità o perché è in
malafede...per molte persone, come già detto da Andrea, Guglielmo e altri, si
tratta di difesa del proprio simboletto e per questi personaggi c'e' stato un
grosso sospiro di sollievo perché hanno evitato di competere con la persona più
in vista e famosa del meridionalismo odierno, salvando così il loro piccolo
gruppetto dall'essere relegato nell'angolo della dimenticanza assoluta e totale.
Noi non potevamo costringere Pino a dire esattamente le cose che avremmo voluto
sentire ma, detto questo, non possiamo che salutare con gioia sia la nascita di
un giornale del Sud che quella di un'aggregazione meridionalista che sta
individuando il proprio leader politico, la propria base in crescita ed il
proprio cammino in sinergia con la grande avventura editoriale meridionalista di
Pino.
Infine c'è ancora chi non capisce, o a volte
non vuole capire, che a Bari è partito un movimento nuovo che, nato da
un'aggregazione promossa del PdSUD e altri movimenti e associazioni con
tantissimi singoli che hanno aderito con entusiasmo, è aperta alla parte
migliore del meridionalismo, con un progetto e dei valori. Ovviamente e' un
progetto appena partito e che ancora non si sa perfettamente nei minimi
particolari dove e quando approda (giusto per chiarire le solite dietrologie dei
soliti idioti che diranno che già e' tutto predefinito in termini di
posizionamento politico ed alleanze...). L'obiettivo e' però chiarissimo, avere
un peso politico dall'elezioni del prossimo anno nel desolante scenario politico
italiano di oggi e non limitarsi alla sola, giusta ed insopprimibile, lamentela
meridionalista sia sulla storia negata della "malaunità" che sul Sud calpestato
dalla politica attuale italiana o peggio ancora al ridiseganre cartine, nazioni
e confini solo su facebook..
E' chiaro altresì, sia
dal testo dell'appello che da quanto detto a Bari, i valori
del meridionalismo per noi sono quelli dell'antirazzismo, dell'antimafia e della
solidarietà insieme al tema dell'identità meridionale e mediterranea, non il
ripiegamento in piccole patrie o in derive antistoriche anti-italiane o
anti-europeiste che non solo sono inconcepibili per le possibilità di
realizzazione ma soprattutto non troverebbero terreno fertile nel nostro popolo,
pacifico e restio a trasformarsi in una Lega in salsa meridionale e per fortuna
aggiungerei io. Volere un paese più giusto, un'Italia ed un Europa più giusta
non significa per noi "chiudersi" ma aprirsi, anche e soprattutto con una
concezione mediterranea dell'Europa diversa da quella nord-centrica di
Berlusconi, Bossi e Tremonti ieri (con l'appoggio dei soliti ascari
meridionali...) e di Monti oggi.
Chi non ha capito tutto questo, o perché non ci
arriva o perché ammalato della solita sindrome meridionale che è più importante
la sua singola "fissazione" del "si dovrebbe" rispetto alle priorità
organizzative e di tempi del progetto, è rimasto alla finestra o probabilmente
ci sarà anche qualcuno che se ne andrà dopo Bari, ma siamo sicuri che molti di
più arriveranno e il movimento crescerà. Dobbiamo assolutamente evitare gli
errori del passato con le generiche adunate meridionaliste, dove ognuno voleva
il suo piccolo palco e ricevere la usa dose di applausi, ci si raccontava tra di
noi sempre le solite cose su una colonizzazione che dura da più di 150 anni e si
tornava a casa senza uno straccio di proposta su come reagire e come andare
avanti o su come realmente crescere nei numeri e nella visibilità con i mezzi
economici che si hanno e non quelli che i presume arriveranno o che "si
dovrebbe" avere.
E' necessaria anche una considerazione sul
giornale annunciato da Pino Aprile a Bari, di sicuro sarà un'avventura difficile
e importante, noi non possiamo che augurarci che l'iniziativa cresca e diventi
una realtà per avere un'importante voce autonoma del Sud, dando anche il nostro
piccolo contributo....anche qui, chi fa ancora i calcoli di botteguccia e spera
che questo evento possa andare bene solo al suo gruppetto, davvero ha capito
poco sia di Pino Aprile che dell'iniziativa.
Il giornale del Sud, in
sinergia con un'iniziativa politica visibile e concreta, sarebbe l'ulteriore
passo avanti: si passerebbe finalmente dal meridionalismo della sola
rivendicazione storica, della sola protesta e del "tanto sono tutti uguali" che
spesso sfocia in confuse scelte reazionarie e non riesce a superare la censura
mediatica di sistema rimanendo confinati nel ghetto del folklore nostalgico, al
meridionalismo del fare e della speranza concreta, reale e visibile per la
nostra terra.
Enzo Riccio
Segr. Org. nazionale
Partito del
Sud
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