venerdì 30 gennaio 2015
Report Convegno Antimafia a Napoli dell'Associazione Caponnetto...
Convegno molto riuscito con grande partecipazione d'un folto e attento pubblico che ha riempito sala ed antisala. Tv e stampa presenti. Ottimo e lucido intervento del sindaco Luigi de Magistris che ha aperto i lavori rimarcando che gli strumenti per combattere la mafia, a parte l'utile apporto per l'anti corruzione d'una persona di qualità come Raffaele Cantone, esistono e vanno solo applicati con cura, attenzione e determinazione.Sottolineata inoltre la non necessità di commissari speciali o figure taumaturgiche ma la validità d'un serio e costante lavoro degli organi preposti. Il sindaco ha portato il saluto della città e dell'amministrazione comunale e ha voluto fasi portavoce del suo convincimento che in questo momento il Sud ha le migliori competenze del territorio nazionale e sta svolgendo il lavoro più mirato in questa battaglia.
Presente il Partito del Sud con una sua delegazione, fra cui il Presidente Onorario Antonio Ciano,da sempre iscritto e vicino all'Associazione Caponnetto.
Partito del Sud - Napoli
giovedì 29 gennaio 2015
Venerdì 30/01/2015 ore 16,00 Maschio Angioino Napoli Convegno Associazione Caponnetto. PdelSUD presente!
COMUNICATO
Domani, venerdì 30 gennaio, al Castello Angioino
di Napoli, alle ore 16.00, convegno Antimafia
dell'Associazione Caponnetto. La DDA di Napoli è la
migliore e più avanzata d'Italia, cosa che i Mass
Media non vi diranno mai. Darà il benvenuto il
sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
Antonio Ciano
Presidente Onorario del Partito del Sud
Partito del Sud presente!
Partito del Sud - Napoli
martedì 27 gennaio 2015
GIORNATA DELLA MEMORIA. AFFINCHE' QUEL CHE ACCADDE NON SI RIPETA MAI PIU'.
di Natale Cuccurese
Oggi giornata della memoria. Si ricordano le vittime dell'Olocausto, delle leggi razziali, le minoranze discriminate e deportate, coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati, nonché tutti i deportati militari e politici nella Germania nazista. In altre parole si ricordano oltre agli ebrei anche le altre minoranze perseguitate, rom, neri e altre "razze inferiori", disabili fisici e mentali, perseguitati politici, testimoni di Geova, omosessuali, disertori e obiettori di coscienza... tutti indistintamente vittime dell'Olocausto.
La celebrazione si svolge oggi in ricordo della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa.
Fra le vittime molti italiani, anche meridionali. Uno fra tutti il piccolo Sergio de Simone ( nella foto) un bambino napoletano ebreo , massacrato insieme ad altre creature innocenti come lui nel campo di Auschwitz dal dottor Mengele.
Basta ricordare questi nomi vedere in fotografia questi volti, per capire quanto questa giornata sia opportuna per una doverosa ed adeguata riflessione affinchè queste mostruosità non si ripetano, in un periodo in cui si vedono tornare alla luce in Italia e in Europa pulsioni razziste e xenofobe verso altri popoli, altre etnie, altre razze, altre religioni, altre minoranze.
Credo poi sia utile ricordare l'olocausto anche per richiamare l'assurdità evidente che quel re che firmò le leggi razziali in Italia nel 1938, e che permise pertanto la deportazione verso il genocidio degli ebrei italiani e non solo, è quel Vittorio Emanuele III che ancora oggi ha vergognosamente intitolate in Italia vie, piazze, monumenti. Una contraddizione atroce che segnala l'urgenza di procedere rapidamente ad una rapida cancellazione di queste titolazioni, e noi del PdelSUD ce ne faremo carico a partire da Napoli, per richiamare ad un minimo di coerenza una classe politica che oggi commemora, ma che in realtà in larga parte non solo non ha fatto i conti con la storia, o addirittura la ignora, ma fa il percorso del gambero, se solo pensiamo all'omaggio alle tombe di casa savoia fatto da Napolitano al Pantheon il 17 marzo 2011.
Quando però si arriva a questa data c'è sempre qualcuno, nel mondo sudista e non solo, che tira fuori il "si, però ci sono stati altri massacri e genocidi nella storia". E' purtroppo vero, ma non c'è contrapposizione alcuna, qualsiasi genocidio è un crimine verso l'umanità che non prevede alcun tipo di giustificazione, anzi la memoria va tenuta ben viva affinchè queste mostruosità non si ripetano a danno di nessuno. Nel 2009 infatti il Partito del Sud propose a tal fine, per ricordare i lutti e i massacri subiti dal popolo meridionale, la giornata del 13 febbraio, caduta della fortezza di Gaeta nell'assedio del 1860/61, per una nostra giornata della memoria. Oggi intanto però ricordiamo doverosamente tutte le vittime dell'Olocausto perpetrato dai nazifascisti nel corso della seconda guerra mondiale.
Ben venga pertanto questa giornata della memoria, nell'auspicio che possa servire non solo a far riflettere e ricordare, come doveroso, ma anche a favorire una rilettura storica che faccia ben comprendere alle nuove generazioni chi sono i falsi eroi, alcuni ancora come detto oscenamente celebrati in Italia, e chi i martiri, affinchè la guardia resti alta contro ogni rigurgito razzista perchè quel che accadde non si ripeta mai più.
Natale Cuccurese
Presidente Nazionale del Partito del Sud
LA GRECIA CAMBIA PAGINA E FA TORNARE IL SORRISO AI POPOLI EUROPEI...E ANCHE A CHI PUR NON C'ENTRANDO NULLA CERCA DI METTERE CAPPELLO.
di Natale Cuccurese
L'ormai nota notizia della vittoria di Tsipras non può che essere salutata positivamente da chi, come noi, spera che il fronte progressista italiano possa trovare l' ispirazione per superare le "secche" renziane e riprendere slancio.
Lo stesso vale per l'Europa che necessariamente deve capire che se vuole realmente rispondere agli auspici dei suoi padri fondatori e riportare la fiducia fra i cittadini, deve necessariamente superare le politiche tedesche di austerity, ispirate ad una visione punitiva contro le nazioni "cicala" del Sud Europa, e trasformarsi da un'Europa dei banchieri e dei burocrati ad un'Europa dei popoli.
In caso contrario la fine di questa esperienza sarà inevitabile.
La lezione che ci fornisce la Grecia è quindi sia verso l' Europa che verso la sinistra, italiana in particolare.
Sinistra che seppur portatrice di ideali radicati nella tradizione ha bisogno di nuovi uomini e linguaggi, rinnovando anche i propri leader e superando le vecchie parole d'ordine ormai desuete, soprattutto fra i più giovani.
Bisogna ripartire con una sinistra che superi di slancio l'ormai logora esperienza attuale e che, seppur radicata alla propria storia e valori, proponga linguaggi e simboli alternativi più attuali.
A sinistra del sempre più litigioso PD, che cerca persino di mettere cappello sulla vittoria di Tsipras, si aprono ampie praterie.
L'auspicio è che possa nascere a sinistra un contenitore che, unendo esperienze diverse, ma sulla base di quanto sopra esposto, possa dare seguito anche in Italia all'esperienza greca.
Certo la voglia di un cambiamento vero e radicale è tanta, ma bisogna evitare di ripetere le più recenti esperienze della sinistra radicale, anche elettorali, che hanno mostrato tutti i limiti di un'interpretazione ormai storicamente superata nel linguaggio e nella leadership. Inoltre e soprattutto che la sinistra italiana riscopra la questione meridionale, diventi anche meridionalista e supporti le battaglie, anche territoriali, che da sole possono portare il Sud ed il fronte progressista a riprendere quella centralità indispensabile nel dibattito politico italiano. Per superare l'attuale stato comatoso di una sinistra e di una politica italiana che non sa far di meglio che patti scellerati pur di procastinare la propria presa di potere, in barba alla logica, alla decenza e confidando nella sopportazione di un popolo che però finalmente inizia a mostrare segnali di insofferenza verso questo modo di governare.
In altre parole anche a sinistra c'è l'estrema necessità di ripartire da Sud!
Infine nel microcosmo sudista, dopo un'improvvisa accelerata a sinistra di alcuni che da sempre dicevano di essere distanti da destra e sinistra, nel solito triste tentativo di metter cappello su qualcosa di vincente, il vento da stamane è già cambiato. E' bastata la notizia dell'accordo di Syriza con il partito Greci Indipendenti per scatenare il malcelato entusiasmo unanimista.
Ennesima dimostrazione di come l'unanimista abbia quasi sempre il cuore che palpita a destra...anche quando cerca di accreditarsi a sinistra...
Ovviamente la notizia ben si adatta ai loro proclami, e se non si adatta del tutto la adattano loro.
Nessuno fa però notare che in realtà qui ci sono due partiti ben distinti, uno con forte connotazione a sinistra e uno a destra, che semplicemente condividono pragmaticamente, e nelle comuni intenzioni per il bene della Grecia, un tratto di percorso all’insegna del no all’austerità e della rinegoziazione delle politiche con la Ue. Poco importa in questo momento che su altri temi, come immigrazione e diritti civili, i due partiti si trovino su posizioni diametralmente opposte. Addirittura il leader Panos Kammenos, del partito Greci Indipendenti (Anel ) già dichiara apertamente che affrontati e risolti i temi condivisi i due "alleati" torneranno a litigare.
Insomma siamo a tutt'altra cosa rispetto a quanto propongono gli unanimisti sudisti e cioè un'indistinta melassa, un brodo primordiale, dove dentro c'è di tutto, la destra, la sinistra, il centro, il legittimista e il "giacobino"... altro che Grecia...
Natale Cuccurese
Presidente Nazionale del Patito del Sud
domenica 25 gennaio 2015
La sinistra tra opportunità e possibili ennesimi naufragi
E’ un periodo storico particolare quello che stiamo vivendo in Italia con un partito, quello Democratico, proveniente da sinistra che meno di un anno fa otteneva il suo risultato storico maggiore (in percentuale) andando oltre il 40% e che oggi in molti faticano a definire come partito di sinistra. Il “renzismo”, dopo il “berlusconismo”, rientra in quelle categorie tutte italiane della politica nelle quali non è possibile definire effettivamente in quale area politica si collochi una formazione. In tutta Europa c’è una sinistra, che alcuni definiscono radicale, che sta risalendo la china, anzi, che sta divenendo punto di riferimento per tutti coloro i quali da questa Europa delle austerità, dei bilanci e della finanza sta ricevendo solo disperazione e nessuna possibilità di scorgere un orizzonte. Per citare solo due esempi la Spagna con “Podemos” e la Grecia con “Tsipras” stanno provando a rispondere a un’Europa che pensa di governare l’economia e i popoli con “i parametri” da rispettare e non con la tutela della dignità dei propri cittadini. Ma queste due esperienze di sinistra pur radicate nella tradizione e nei valori della sinistra tradizionale hanno uomini e linguaggi nuovi in grado di parlare alle nuove generazioni come alle vecchie senza entrare in una retorica che sa di ’900 se non di ’800. Queste formazioni politiche vicine a noi perché nate sulle sponde del Mediterraneo e, per molti europei del nord, palla al piede dell’Europa delle banche e dei popoli “efficienti”, affondano le loro radici tra la gente, nei movimenti di vario genere, tra le categorie sociali più diverse che vanno dagli operai, alla classe media e “pubblica” e anche tra tutti coloro che hanno un’attività privata perché hanno dovuto puntare a un’autoccupazione che però non garantisce necessariamente un futuro affogando in un mare di tasse e adempimenti. Anche in Italia, visti gli spazi enormi che il PD sta lasciando alla sua sinistra e anche al suo interno visto che il suo humus è più un efficientismo tecnocratico e anglosassone che una serie di valori e di attenzioni rivolte alla persona, anche in Italia, dicevo ci sarebbero spazi enormi, praterie intere per una formazione alla spagnola e ancor più alla greca. Ma in Italia c’è un grande problema, c’è il problema di una serie di sigle e di gruppi (quasi sbandati) reduci dalle tante diaspore comuniste che pensano ancora che sia possibile fondare un partito,un movimento nuovo alla Tsipras facendo la somma delle tante sigle, anzi facendo semplici cartelli elettorali che affondano poi le loro radici e peggio ancora la loro comunicazione in categorie e classi sociali che non esistono più. Se è vero come è vero che la cosiddetta “classe operaia” esiste ancora e come sempre accade è tra le più colpite anche ai giorni nostri, la nostra società vede una marea di gente, di giovani che non hanno lavoro e peggio ancora prospettive per il futuro, aree del Paese completamente abbandonate a sé stesse nelle quali i dati già pessimi nazionali diventano angoscianti, un popolo di partite IVA piccole o piccolissime che hanno dovuto fare questa scelta non perché “capitalisti” o “borghesi”, ma perché hanno provato a dare risposta alla loro disperazione, un’economia di mercato che non andrebbe combattuta, ma riformata apportando dei correttivi per poterla rendere “sostenibile”,eccetera, eccetera. Una sinistra che abbia una visione si Europa diversa, non anti o Europeista, ma con un proprio progetto di Europa che vada oltre i semplici interessi dei singoli stati… Ecco in tutto ciò i linguaggi e le politiche della sinistra radicale italiana non ancora si aggiornano e si sintonizzano con questo terzo millennio. Rischia, nonostante la grande opportunità che la congiuntura politica concede, di naufragare ancora, come è sempre successo in questi anni con i tentativi della Lista Ingroia o della stessa lista Tsipras italiana lo scorso anno. C’è bisogno di qualcosa di diverso dal modernismo parolaio alla Renzi che comunque ha svuotato di contenuti sociali e politici il PD, ma anche di diverso rispetto ai linguaggi vetero militanti al massimo riconducibili alle battaglie del ’68 e dei successivi anni ’70. Il mondo è cambiato, i giovani sono cambiati, i linguaggi sono altri. Se non ci si riesce a sintonizzare la sinistra rischia ancora una volta di far ridere i polli e di restare al palo rispetto anche a una destra alla Le Pen che prenderà voti a man bassa pescando proprio nelle paure di ciascuno di noi. Non trascurerei poi un suggerimento da meridionale, penso che la la sinistra debba diventare anche un po’ meridionalista e cioè attenta alle periferie, ai territori, a terre che hanno vocazioni e morfologie differenti, a luoghi che vivono nel mediterraneo e che possono vivere del Mediterraneo. Altrimenti sarà naufragio.
Michele Dell'Edera
giornalista - Responsabile Partito del Sud Puglia
Pubblicato anche da Zeroventiquattro.it
venerdì 23 gennaio 2015
I dati sul turismo a Napoli...
Qualcuno non sa...qualcuno sa e non lo dice....ma tant'è...piaccia o meno!
Luigi de Magistris
Quasi raddoppiate le presenze alberghiere a Napoli negli ultimi 3 anni. I dati sui flussi turistici per Napoli sono entusiasmanti. Siamo passati da una percentuale di occupazione camere nel 2010 del 35% a quasi il 66% del 2013 (dati ufficiali Ente Provinciale Turismo) praticamente raddoppiando le cifre in 3 anni e senza contare i Bed & Breakfast che negli ultimi anni sono molto aumentati.
I primi dati per il 2014 sono ancora migliori, è stimato infatti un ulteriore incremento del 20%, sino al 40% nel mese di dicembre.
Altro dato importantissimo è quello della permanenza media. Mentre nel 2012 un turista pernottava in media 2,6 giorni a Napoli, nel 2013 il dato passa a 4,2. Nel 2014 ancora di piu'. Napoli è sempre meno meta di passaggio verso le altre bellissime località della Campania o verso le isole ed è sempre più luogo dove i turisti decidono di rimanere.
Turismo vuol dire essenzialmente economia e lavoro per migliaia di famiglie napoletane. In anni di spaventosa crisi economica e di sanguinosi tagli agli enti locali è una notizia che ci riempie di orgoglio.
Sono passati i tempi in cui Napoli era nei giornali di tutto il mondo per l'emergenza rifiuti. Ora si parla di Napoli per le sue straordinarie bellezze naturali, artistiche e culturali.
mercoledì 21 gennaio 2015
L'articolo di Gennaio 2015 di Andrea Balìa per WebNapoli24.com...
E’ da tempo, almeno qualche anno, che bisognerebbe chiarire un po’ di cose riguardo al cosiddetto Meridionalismo. Innanzitutto intendersi sul termine diremmo abusato in tutte le salse. Chiunque parli di Sud diventa in automatico meridionalista. Il Meridionalismo come corrente di pensiero ed azione nacque subito dopo l’avvento dell’Unità d’Italia per interessarsi delle sorti del Sud, ovvero meridione d’Italia (in termini solo d’identificazione geografica e non di minoritarismo ideologico),dei torti subiti in queste terre, di analisi dello status quo e di pro positività in termini di soluzioni indirizzate a restituire dignità, pari condizioni e opportunità in un rapporto equanime con gli altri territori e zone del paese. Padri fondanti di questo pensiero e percorso politico furono politici di grande spessore, anche letterario, come Antonio Gramsci fino ad arrivare all’irpino Guido Dorso alla metà del secolo scorso. Con altri come Gaetano Salvemini, che pur non specificatamente e solo meridionalisti produssero comunque analisi che si possono definire integrative ed apportatrici di riflessioni sinergiche e/o utili alla definizione del pensiero e della proposta politica. Da un trentennio ormai, con la riscoperta della verità storica sia preunitaria che degli accadimenti sull’unità, eventi e conseguenze c’è stata la fioritura di associazioni culturali,gruppi,movimenti che hanno prodotto un pensiero con varie sfaccettature dai caratteri nostalgici,rivendicativi, separatisti, anche talvolta filomonarchici, spesso con un humus reazionario e generalista che avrebbero fatto impallidire figure come Gramsci. Incasellare tutto sotto il termine “meridionalismo” appare pressappochista ed improprio e che potremmo altresì appellare,in modo non dispregiativo ma più attinente, come “sudista”. L’aria di antipolitica imperante agevola la non nitidezza di posizionamento in una ricerca d’un ”sesso degli angeli” al di sopra di tutto, contestando valori d’appartenenza e ideologici,e commettendo in primis l’errore di condannare la politica in sè anzicchè i cattivi interpreti e la loro cattiva politica. Le ideologie del secolo scorso sono quasi certamente defunte ma non i valori di riferimento. Ogni posto del mondo è pieno di progressisti e conservatori, democratici e repubblicani,non si riesce a capire per quale divino arcano solo il sud dell’Italia dovrebbe produrre un’ipotesi politica in cui inglobare, in un’arca di Noè, tutto e il contrario di tutto, unico posto al mondo. I valori non sono morti e da una parte propongono tolleranza, inclusione,solidarietà, un’eguaglianza sociale ed economica quanto più attendibile e praticabile,e dall’altra tradizione, individualismo,conservazione, ordinamento sociale ed economico in un’ottica più gerarchica. Ovviamente e, non negativamente, alcuni punti sono tangenti e/o compatibilmente integrabili reciprocamente, ma far finta che ciò sia nascondibile, superabile aprioristicamente è illusorio e il concetto del “siamo tutti meridionalisti” oggettivamente non regge e non convince,oltre ad essere etimologicamente errato!
Andrea Balìa
martedì 20 gennaio 2015
Ieri 19/01/2015 al PAN riunione/dibattito Sinistra e Lavoro. Grande de Magistris..Partito del Sud presente!
Ieri, Lunedì 19/01/2015, riunione/dibattito al PAN di Napoli, di "Sinistra e Lavoro", idea d'un'associazione delle forze a sinistra del PD per creare un soggetto politico nuovo che, sul'esempio di Tsipras in Grecia e Podemos in Spagna, catalizzi tutte le forze della sinistra italiana in una nuova e coesa rappresentatività. Presenti S & L, Federazione della Sinistra, Pdci, SIM, associazioni civiche giovanili della Sinistra e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Presente una delegazione del Partito del Sud con il Vice Presidente Nazionale Andrea Balìa. Vari e interessanti argomenti delle diverse componenti tra cui quello esaustivo, applaudito e coinvolgente del sindaco che ha parlato di No Tav, diritto alla casa, Terra dei Fuochi, dell'assurdità dell'unico dato italiano in crescita ovvero quello dell'incremento per le spese e la vendita di armi, di beni comuni, dei dati positivi spesso non evidenziati del Comune di Napoli. Sottolineata l'importanza del Sud e della sua certezza che l'Italia può ripartire solo e se "Con il Sud si riparte..".
Uditorio attento e notevolmente presente numericamente (centinaia di partecipanti tra rappresentanti di partiti, consiglieri e gente comune di sinistra).
Le riunioni/dibattito, già effettuate in altre regioni,continueranno su tutto il territorio italiano.
Partito del Sud - Napoli
giovedì 15 gennaio 2015
La campagna di adesione al PdelSUD riprende con il Tesseramento 2015
La campagna di adesione al PdSUD riprende con il Tesseramento 2015
E' possibile aderire al nostro movimento versando anticipatamente la quota 2015, con due modalità: online oppure tramite sezione/referente territoriale.
Nel dettaglio:
- on line, scaricando e compilando la "Domanda di Tesseramento 2015" presente nella sezione "Documenti" e pagando la quota sociale per il 2015
(10 Euro quota ridotta solo per Disoccupati, Studenti, Casalinghe e Pensionati; 20 Euro per Soci Ordinari; 50 Euro per Soci Sostenitori).
Per le adesioni on line è necessario:
- inviare il modulo di adesione compilato e scannerizzato via mail a partitodelsud.roma@gmail.com(obbligatorio solo per NUOVE ADESIONI);
- effettuare il pagamento della quota tramite paypal su questo sito (sezione "Donazioni") oppure tramite un bonifico al nostro conto corrente bancario nazionale:
- intestato a Filippo Romeo (Tesoriere PdSUD)
- coordinate IBAN:
IT11G0760111800001015934605
- tramite sezione o referente territoriale
Per le adesioni tramite le nostre sezioni locali, la consegna della domanda di adesione ed il pagamento della Quota può essere fatto rivolgendosi ai nostri presidi sul territorio (vedi "Contatti")
lunedì 12 gennaio 2015
ERAVAMO COMUNISTI. Uno scritto forte,veritiero e sincero di Antonio Ciano
di Antonio Ciano
Eravamo comunisti, progressisti, gramsciani. Portavamo l’eschimo, cantavamo Bella Ciao, Bandiera rossa.
Eravamo comunisti perché tanti erano anticomunisti,perchè molti erano mafiosi,molti politici collusi con la Mafia, con quella Dc mafiosa, con la parte retrograda della Chiesa. Molti preti non sposavano in chiesa molti di noi, eravamo scomunicati. Avevamo la lebbra.
Eravamo comunisti perché credevamo nel Vangelo, nell’uguaglianza, nella libertà che ci veniva negata.
Eravamo comunisti perché la nazione che ci aveva liberati dal Fascismo e da casa Savoia, attaccava la libertà di mezzo mondo, mandava i suoi giovani a morire in Vietnam ,contro chi voleva la libertà. Eravamo comunisti per dare la possibilità di avere una casa a chi non ce l’aveva, la terra a chi la lavorava. Abbiamo lottato per i più deboli, mai per i ricchi e gli evasori. Abbiamo lottato per i contadini, per gli operai, per gli artigiani e per i piccoli imprenditori strozzati dalla burocrazia piemontese, dalla camorra e dalle banche. Abbiamo costituito cooperative di credito per far avere prestiti a chi non poteva accedere ai finanziamenti.
Eravamo comunisti perché era giusto esserlo. Eravamo comunisti perché Enrico Berlinguer era contro il Socialismo sovietico. Eravamo comunisti perché Gramsci, ha dettato, più di tutti, la Questione Meridionale. Eravamo comunisti perché gli africani erano oberati dal colonialismo europeo.
Eravamo comunisti perché il Partito ci difendeva contro l’arroganza dei Benpensanti, contro la stampa asservita.
Eravamo comunisti perché la resistenza aveva battuto casa Savoia che aveva colonizzato il sud con l’esercito e la repressione, e senza dichiarazione di Guerra.
Eravamo comunisti perché i nostri emigranti al Nord venivano schifati dai padani in modo razzistico. Eravamo comunisti perché nel Partito socialista militava la borghesia famelica.
Eravamo comunisti perché i migliori intellettuali erano compagni, i migliori registi . Berlinguer è stato una guida per tutti noi, come Gramsci. Entrambi erano meridionali, nati in quella Sardegna colonizzata e dissanguata dai piemontesi.
Eravamo comunisti e ne eravamo orgogliosi. Nel Partito non c’erano Massoni. Gli altri strapieni. Eravamo comunisti perchè tutte le stragi erano di Stato. Noi lo sapevamo.
Eravamo comunisti perché Berlinguer ci invitata a lottare, sempre, contro la corruzione, contro la mafia, per la Questione Morale.
Morto il PCI, a Gaeta nacque il Partito del Sud, con il quale ci siamo presentati alle elezioni. Nel 2007 siamo riusciti, con un'altra lista civica progressista e meridionalista a prendere la Fortezza.
Ci riuscimmo. E son tornati nella nostra città super demanializzata ben cinque Beni. Abbiamo dato la caccia agli evasori, ne abbiamo scovati parecchi, ma non abbiamo tassato i cittadini.
Col partito del Sud ci siamo presentati alle elezioni regionali della Sicilia, in quelle della regione Lazio. Ci siamo impegnati, attaccato ,manifesti, tra la gente.
I risultati deboli, ma abbiamo messo la faccia e abbiamo portato avanti il simbolo del partito contro questa finta destra e contro questa finta sinistra. Non ci hanno mai dato spazi televisivi, la nostra voce non ha mai raggiunto il popolo.
Ci siamo presentati alle elezioni amministrative di Napoli, allora piena di Monnezza. Abbiamo appoggiato da subito De Magistris.
Altri movimenti meridionalisti appoggiarono elementi della Destra. Oggi quei movimenti, con qualche dissidente , ci fanno la guerra. E sia!! Sono stati mandati via dalla giunta di Napoli elementi improduttivi, al servizio di Poteri forti dell’informazione. Fatti loro.
Noi continuiamo ad appoggiare De Magistris, un sindaco Meridionalista, progressista e gramsciano. Viene chiamato tricolorato da qualche professorello. Giacobino da altri imbecilli. De Magistris ha reso pubblica l’Acqua, subito attaccato da giornali del Nord o da giornali locali, perché i proprietari di detta stampa sono gli stessi che hanno interessi mortali sulla città.
Il sindaco di Napoli ha denunciato uno di essi, gli ha chiesto un miliardo di euro di danni. Il “giacobbino”, come lo chiamano, ha cancellato via Liborio Romano, colui il quale aveva consegnato la città a Garibaldi e alla camorra, rappresentata da Tore ‘e Criscienzo. Ha dedicato un Largo, nei pressi di Via Toledo a Berlinguer.
Qualcuno di queste liste meridionaliste, di nuovo conio, ha storto il naso. Roba da vomito. Prossimamente sarà cancellata Via Vittorio Emanuele III, il re fellone e il re che nel 1938 ha promulgato le leggi razziali contro gli ebrei.
Qualcuno era comunista, noi lo eravamo. Continuiamo a lottare come un tempo. Ora c’è anche un papa gesuita, finalmente. Noi continueremo ad appoggiare De Magistris, siamo Briganti, progressisti, gramsciani, Berlingueriani. Studiamo la storia negata ma non siamo andati mai a fare convegni sul Risorgimento, con le bandiere del Partito, pur rappresentando il Giglio e la Triscele.
Intellettuali come ERRI DE LUCA e cantanti come ENZO AVITABILE appoggiano un sindaco onesto, che da sempre si batte contro i Poteri Forti, contro la Massoneria, contro la Camorra. Tre anni fa Napoli era piena di Monnezza, oggi è piena di turisti. Grazie a De Magistris, progressista, gramsciano e vero meridionalista- Auguri , siamo orgogliosi di essere stati comunisti.
Abbiamo lottato per i giusti. Molti altri stavano e stanno da un’altra parte e vi assicuro che non sono i panettoni a fare la differenza.
Antonio Ciano
sabato 10 gennaio 2015
Il ricordo del sindaco @demagistris a #PinoDaniele, l'abbraccio di #Napoli al suo "nero a metà". Su il Fatto Quotidiano...
Pino Daniele, Napoli e il sentimento della libertà

Luigi De Magistris
Sindaco di Napoli
Dove tutto ha senso, c’è sentimento, cantava Pino Daniele. Che sentimento, che emozione assistere ai funerali di Pino Daniele a piazza Plebiscito, vedere l’abbraccio di Napoli, della terra mia, al suo uomo in blues. Pino ha riempito con il suo spirito la stessa piazza che riempiva da vivo: la magia del blues e del sentimento, che non muore mai come l’anima da mascalzone latino di Pino, e il calore di Napoli, hanno potuto ricreare l’atmosfera di un concerto tarumbó, quel mix di tarantella, rumba e blues, che ha reso Daniele celebre nel mondo.
Pino, nero a metà, era blues. Capace di istillare appocundria ealleria in ogni sua canzone. Un sentimento che è sempre forte e ambivalente: da togliere il fiato e da farti vibrare, da farti gioire e da farti piangere, com’è nel blues, il canto melanconico degli schiavi americani, e com’è nella tradizione partenopea, che condivide con la cultura nera questa perenne ambivalenza delle sensazioni: yin e yang e coincidentia oppositorum. Perché, chi tene ‘o mare porta na croce, come scrive Pino: la croce di vivere tutti i sentimenti in modo totalizzante ed amplificato, in una sorta di fenomenologia dell’amore, per cui “non mi pesa sta croce che trascina pe’tte”, come è nei versi di Passione, straordinaria canzone di Libero Bovio, che utilizza la stessa metafora di Pino, a riprova di quanto Daniele fosse l’erede della grande tradizione della musica classica napoletana.
Pino, con la sua musica,ha dato voce ad un popolo, ed è per questo che la sua scomparsa diventa una storia collettiva. Un grande abbraccio a Pino, a chi ha cantato una Napoli di orgoglio e di riscatto. Troppe volte la napoletanità, da chi non è di Napoli, viene declinata come un luogo comune: non sentimento, ma sentimentalismo, l’immagine oleografica di una città da cartolina nei riguardi dei quali, invece, proprio Pino Daniele, insieme a quello straordinario compagno di viaggio che era Massimo Troisi, si poneva in modo dialettico e critico. Nel film Il caffè mi rende nervoso, di Troisi, Funiculì funiculà rappresenta la maschera dell’oleografia e ripeteva sempre Napoli nun adda cagnà; mentre per Pino e Massimo l’essenza di Napoli era ed è il cambiamento.
Perché nun è ‘o vero nun è sempe ‘o stesso tutt’e journe po’ cagnà, come canta Pino in Terra mia; ogni giorno si può, anzi si deve, cambiare. La Napoli dell’oleografia, infatti, la conosce tutto il mondo “ma non sanno ‘a verità”, canta ancora Pino in Napul’è. E’ dunque questa napoletanità riflessiva e critica ma che invitava all’azione che rappresentava, secondo me, l’elemento più forte della poesia di Pino; e che porta ancora oggi tutta la città ad identificarsi con la sua poetica, travalicando i confini fra cultura alta e popolare e rappresentando, dunque, la vera essenza della città.
Perché ‘o blues è la voglia di cantare a squarciagola ‘a libertà – altra straordinaria canzone -, contro quel padrone che ci dà duje sordi e dice sempe ‘e faticà, e che ci ottunde con ‘na tazzulella ‘e cafè mentre “loro”, i potenti, s’allisciano, si vattono e s’ magnano a città. Magnarsi la città, espressione straordinaria, pregnante proprio con quel “Mani sulla città” con il quale Rosi denunciava gli stessi padroni nei riguardi dei quali Pino utilizzava l’arma del blues. Per cantare una libertà da folli o l’elogio della pazzia, come in Je so pazzo; perché, a volte, per cambiare veramente le cose bisogna essere anticonformisti o rivoluzionari al punto di sembrare pazzi.
Amo Pino per tanti motivi: la colonna sonora del liceo, della mia giovinezza. Ma è proprio questo suo cantare il sentimento della libertà che mi prende nel modo più profondo e intimo. Perché la sua è una poesia che non indulge nell’intimismo ma che ci invita a farci liberi. Noi esistiamo solamente se ci liberiamo di tutte le paure di un popolo che cammina sotto ‘o muro. Chi song’io che cammine ‘mmiezo ‘a via, parlanno ‘e libertà? Per questo, Napoli non è una cartolina ma è veramente se stessa solo se c’è la voglia di riscatto e di libertà.
Luigi de Magistris
Fonte : www.IlFattoQuotidiano.it
giovedì 8 gennaio 2015
CRESCE SEMPRE DI PIU' LA COMMUNITY DEL PARTITO DEL SUD ! 14.000 A DIFESA DEL SUD !
Cresce sempre più la Community che quotidianamente segue il Partito del Sud anche su facebook, oggi siamo arrivati a 14.000 fan !
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mercoledì 7 gennaio 2015
Comunicato : in omaggio al grande Pino Daniele...
COMUNICATO
sez. GUIDO DORSO Partito del Sud- Napoli
Una delegazione della sez. Guido Dorso di Napoli del PARTITO DEL SUD, a nome del partito tutto, ha partecipato ieri sera Martedì 6 Gennaio 2015 al flashmob di Piazza del Plebiscito a Napoli in omaggio al grande musicista Pino Daniele, vanto e simbolo della città, scomparso in questi giorni. Con lo stesso spirito, renderà omaggio al funerale previsto alle ore 19,00 c/o la Basilica di S.Francesco e Paola, sempre nella stessa piazza,che ne ha accolto le sue memorabili esibizioni.
Inoltre il Partito del Sud, tramite i suoi Delegati diretti del Sindaco in Commissione Toponomastica, Andrea Balìa e prof. Vincenzo Caratozzolo, si farà carico di sostenere la proposta (in parte già accennata dal sindaco Luigi de Magistris) d'intitolare un sito al grande artista.
Partito del Sud -Napoli
martedì 6 gennaio 2015
CON IL SUD SI RIPARTE, PERCHE’ SUD E’ OGNUNO DI NOI “CON IL SUD SI RIPARTE”,
Insieme a tutti gli autori, un ringraziamento speciale al Sindaco di Napoli Luigi de Magistris e all'ex Sindaco di Bari, ora candidato Governatore della Puglia, Michele Emiliano che hanno partecipato all'opera apportando un contributo significativo in termini di proposta, di fiducia e vicinanza ai nostri ideali meridionalisti progressisti.
Un libro che tocca tutti gli aspetti della vita economica e sociale del Sud non fermandosi mai alla sola denuncia del problema, ma rilanciando sempre una o più proposte per ripartire. “Con il sud si riparte” non è quindi l’ennesimo elenco, quasi ragionieristico, di tutte le afflizioni di questa terra, ma una serie di proposte concrete per rimboccarsi le maniche, uscire dallo stato attuale e ripartire con slancio.
Un libro di proposta, quindi, anzi di proposte, davanti alle quali non ci sarà nulla da controbattere, nulla da confutare, ci sarà, invece, da opporre e da proporre solo eventuali alternativi sistemi risolutivi, per spostare finalmente il dibattito dal "come eravamo e come siamo ora ridotti" al " come ripartiamo".
La scelta della Casa Editrice Controcorrente di Napoli, oltre alla stima per l'Editore e alla pregevole cura del prodotto editoriale, è infine da valutarsi in un'ottica di coerenza con quanto da sempre propugnato dal nostro Partito e dai suoi aderenti, per ripartire veramente da Sud.
Natale Cuccurese
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CON IL SUD SI RIPARTE, PERCHE’ SUD E’ OGNUNO DI NOI “CON IL SUD SI RIPARTE”,
più che un titolo di un libro è una convinzione tramutatasi in scritto propositivo che nasce dal lavoro e da un’idea di un sud protagonista del rilancio economico e sociale suo e dell’intero Paese e che, da sempre, caratterizza l’azione del Partito del Sud promotore di questa proposta editoriale.
Hanno partecipato alla realizzazione di “Con Il Sud si Riparte” meridionalisti progressisti, studiosi, giornalisti, politici, uomini delle Istituzioni e la scelta della casa editrice, “Controcorrente” di Napoli, non fa altro che confermare questa vocazione di un Sud, di un Paese che può ripartire da sud.
Il libro tocca tutti gli aspetti della vita economica e sociale del sud non fermandosi mai alla sola denuncia del problema, ma rilanciando sempre una o più proposte per ripartire.
Dalle complesse problematiche legate alla cultura, patrimonio impareggiabile di arte, di storia e di identità, alle criticità del Servizio Sanitario Nazionale, alla Sicurezza, all’Istruzione e alla formazione, ai trasporti, alla salvaguardia dell’ambiente e così via. “Con il sud si riparte” non è l’ennesimo elenco, quasi ragionieristico, di tutte le afflizioni di questa terra, ma è il cimentarsi a cuore duro e con le mani dentro questo corpo infermo e sconvolto.
La diretta e tormentata esperienza generatasi dalla conoscenza dell’intero territorio. “Terra a cui apparteniamo e oggi sentiamo, più di prima, di appartenere – ci dicono alcuni degli autori - e di cui volevamo, ma oggi pretendiamo, il riscatto incontestabile della sua rinascita, ma solo attraverso il proponimento esperto cognitivo di efficaci soluzioni”. “…
Ed in questo il sud dell’Italia ha una antica specializzazione che origina dalla Magna Grecia e che non è ancora stata sradicata dagli ultimi tristi decenni unitari – scrive Michele Emiliano nel libro - Questo spirito della Grande Madre Terra può essere ripreso, rivitalizzato attraverso una ricomposizione del rapporto tra studio, scienza, filosofia, virtù civiche, lotta al crimine organizzato, sapiente gestione della scarsità come metodo per il superamento della adolescenza politica e tecnologica del mondo”.
Un libro di proposta, quindi, anzi di proposte, davanti alle quali non ci sarà nulla da controbattere, nulla da confutare, ci sarà, invece, da opporre e da proporre solo alternativi sistemi risolutivi. Maggiore sarà l’interesse intorno al Sud, ragguardevole e forte sarà l’impatto e l’immediatezza di queste proposte e molte meno, dunque, saranno le pagine vuote destinate al Mezzogiorno nelle agende in ogni governo.
Perché “CON IL SUD SI RPARTE”? Perché L’Italia non dovrà essere più convinta che il Meridione ha ancora bisogno di evangelici aiuti fiscali o di franco denaro, ma perché dal Sud giunge il progetto, si potrebbe dire quasi la forza, che prevedrà la realizzazione collettiva di un futuro e di “manutenzione straordinaria”. “…Per costruire un Sud diverso, dobbiamo essere protagonisti del nostro destino e rimboccarci le maniche… - aggiunge Luigi De Magistris Sindaco di Napoli in “Con il Sud si Riparte” - …si esce rilanciando il Sud; …l’idea di una Repubblica progressiva fondata sul lavoro e che rimuova gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscano il pieno raggiungimento dell’uguaglianza e della libertà, per i cittadini, nella solidarietà… Il Sud siamo noi…” Un Sud, diverso, un Sud da leggere, anzi da eleggere a propria passione e proprio impegno, perché “Con il Sud si riparte” è possibile.
Dalla fine di gennaio nelle librerie.
Da oggi nei cuori di ciascuno. EDIZIONI CONTROCORRENTE - NAPOLI Pagg, 194
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