lunedì 14 settembre 2015
Il caso Piegari....il presente, lo sappiamo, ha un cuore antico!
Guido Piegari nacque a Napoli nel 1927 e vi è morto il 31 Gennaio
del 2007. Laureato in Medicina, erede dell’hegelismo napoletano, gramsciano convinto.
Gia dal 1948 lavorò alla costituzione del “Gruppo Gramsci” che fondò ufficialmente
nel 1951. Tante idee ma spesso dissonanti da quelle ufficiali del P.C.I in cui era
iscritto; idee molto diverse, in ispecie sulla”Questione Meridionale” rispetto
alla linea di Amendola e dei miglioristi tra cui il giovane Giorgio Napolitano.
Affidandosi ai quaderni di Gramsci contrapponeva una strategica alleanza tra le
forze lavoratrici, operaie e contadine, del Sud e del Nord, in contrasto alla
linea amendoliana regionalista, propensa ad alleanze locali, minata da un
provincialismo e separatismo latente, tanto cara al repubblicanesimo risorgimentale.
Idee discusse e diffuse,con gran seguito giovanile, in affollate partecipazioni
nell’aula IV della Facoltà di Lettere della Federico II° di Napoli. Ciò gli costò
accuse, e attacchi alla sua persona fino all’espulsione dal partito, il conseguente
suo allontanamento deciso da egli stesso dalla città partenopea. Proseguì,
profondamente colpito nel morale e nell’equilibrio mentale all’estero le sue ricerche
di medicina oncologica. Rientrò infine a Napoli dove morì nel 2007. Lo scrittore
Ermanno Rea riprende la sua storia ne “Il caso Piegari” che segue al famoso
romanzo “Mistero Napoletano” dove già gran parte delle tormentate vicende della
sinistra napoletana, anche riguardo al meridionalismo, negli anni del
dopoguerra sono ben illustrate. Grande analogia,con le dovute differenze, emergono
con le differenti visioni sul meridionalismo attuale, le radici gramsciane solo
da alcuni perseguite e il movimentismo”sudista”.
Andrea Balìa
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