domenica 15 febbraio 2015
L'articolo di Febbraio 2015 di Andrea Balìa per Webnapoli24.com
Era un 13 Febbraio..ma di oltre un secolo e mezzo fa. La cittadina di Gaeta (da tempo diventata laziale, ma ad oggi con ancora tanta memoria e radici nel Sud del paese) capitolava sotto migliaia di bombe dell’esercito piemontese capitanato dal generale Cialdini. Le bombe continuarono a cadere anche mentre e dopo la firma di resa, a dimostrare la signorilità e correttezza militare ed umana di quel generale, che lo Stato delle Nazioni (l’equivalente dell’attuale O.N.U.) s’affrettò poi a bollare come “criminale di guerra”. Ancor oggi esistono strade, busti all’ingresso di municipi che ne magnificano il ricordo come se stessimo parlando d’un eroe. Perché ricordiamo ciò omaggiando quella piccola e valorosa città ? Perché come hanno scritto i miei amici e sodali in politica Enzo Riccio e Natale Cuccurese “lo faremo sempre senza nostalgie di ritorni al passato e senza pretendere di avere assurde patenti esclusive..ma solo per la verita' storica e per amore della nostra terra.” Nessun rigurgito nostalgico, nessun compiacimento filomonarchico, legittimista o sentimenti che confondono il giusto diritto alla verità storica con un ”sudismo” che tramuta ciò in rivendicazioni spesso folkloriche sganciate da una seria progettualità politica. Ma la verità, spesso occultata o manipolata, va altresì raccontata e rivendicata, salvo poi a girare la medaglia e passare al da farsi, al rimboccarsi le maniche in una propositività d’idee per il riscatto del Sud in un paese più equo. Il tutto in un pragmatismo di praticabilità non legato a fumose e irrealizzabili utopie d’obbiettivi che hanno già sfiancato i giusti aneliti dei paladini a difesa delle nostre terre e che continuerebbero a renderli illusori. Ciò detto va ricordato che come scrisse Charles Garnier “Gli assedianti hanno lanciato circa 60.000 bombe dal 10 a sera a questo momento; sessantamila bombe in tre giorni. Le vittime di queste 60.000 bombe grideranno vendetta eterna contro Cialdini…” Si parla se furono 60.000 al dì o in tutto, ma furono comunque una quantità spropositata su una città così piccola, troppe per giustificare un’unità italiana, che non avrebbe dovuto richiedere un assedio e un massacro anche di civili in queste forme e quantità. Fu solo l’inizio di tanti torti, espoliazioni, massacri, vittime che il Sud pagò a qualcosa che somigliò più a una conquista, una colonizzazione che a un processo unitario. La storia fu tristemente quella. Orgoglio d’appartenenza,riappropriazione della propria dignità, sete di verità e riscatto devono accompagnare il percorso di chi si batte per la nostra terra,mutuando ciò in una seria progettualità che dia rappresentatività politica al Sud, per ottenere diritti, giustizia, pari opportunità, valorizzazione a noi e ai nostri figli.
Andrea Balìa
Fonte : webnapoli24.com
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