giovedì 18 settembre 2014

Una riflessione, un grido, la memoria....di Francesca Antudo Amato!



di Francesca Antudo Amato, grande artista e degna rappresentante del Partito del Sud in Sicilia!

Non aspettarmi sveglia, non so se tornerò
Non aspettarmi sveglia, non so se tornerò,
ho imparato, madre, finalmente a dire NO.
Stanno arrivando ormai e ci portano l’Italia,
ce la ficcheranno in gola come fosse una pastiglia.

Non aspettarmi, amore, la vita è troppo corta,
serra forte gli occhi sotto questa coperta.
Stanno arrivando e se ti prendono lo so,
morta e nuda in piazza un giorno ti ritroverò.

Conto i passi e nel cuore non sento più paura,
ti bacio così forte quasi mi sembri vera,
stringo in pugno una terra che mi è stata rubata
polvere di un’Italia sedotta e abbandonata….

Aspettami, domani io ritornerò vincente,
ritroverò il mio sud e tutta la sua gente.
Aspettami, amore, e suona la tammorra,
ci vengono a salvare e ci portano la guerra.

Non aspettarmi, fratello, col mio cuore in mano,
lo vedi sto morendo, però sono sereno.
Sta arrivando un vento nuovo a scrivere la storia,
un canto in dialetto a riportare la memoria!

Conto i passi e nel cuore non sento più paura,
ti bacio così forte quasi mi sembri vera,
stringo in pugno una terra che mi è stata rubata
polvere di un’Italia sedotta e abbandonata….
Foto: Non aspettarmi sveglia, non so se tornerò,
ho imparato, madre, finalmente a dire NO.
Stanno arrivando ormai e ci portano l’Italia,
ce la ficcheranno in gola come fosse una pastiglia.

Non aspettarmi, amore, la vita è troppo corta,
serra forte gli occhi sotto questa coperta.
Stanno arrivando e se ti prendono lo so,
morta e nuda in piazza un giorno ti ritroverò.

Conto i passi e nel cuore non sento più paura,
ti bacio così forte quasi mi sembri vera,
stringo in pugno una terra che mi è stata rubata
polvere di un’Italia sedotta e abbandonata….

Aspettami, domani io ritornerò vincente,
ritroverò il mio sud e tutta la sua gente.
Aspettami, amore, e suona la tammorra,
ci vengono a salvare e ci portano la guerra.

Non aspettarmi, fratello, col mio cuore in mano,
lo vedi sto morendo, però sono sereno.
Sta arrivando un vento nuovo a scrivere la storia,
un canto in dialetto a riportare la memoria!

Conto i passi e nel cuore non sento più paura,
ti bacio così forte quasi mi sembri vera,
stringo in pugno una terra che mi è stata rubata
polvere di un’Italia sedotta e abbandonata….

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