Riportiamo l'intervista a Pino Aprile su ItaliaOggi dove oltre a dire cose molto condivisibili sull'attuale scenario politico del paese che è davvero deprimente...parla dello sviluppo di un onda meridionalista autentica e cita, nel passaggio evidenziato in giallo, il nostro Partito del Sud ed il nostro capo brigante Antonio Ciano...
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"Ha fatto accordi con la Lega razzista. Non ci rappresenta"
di Emilio Gioventù
Pino Aprile, meridionale e meridionalista, è autore di
due libri tra i più letti al Sud «Terroni» e «Giù al Sud») sulle ragioni, anche
storiche della protesta del Mezzogiorno. Ha annunciato che non farà un partito,
anche se glielo hanno chiesto in molti, ma un quotidiano, perché, dice, «solo
facendo conoscere le proprie ragioni il Sud può decollare».
Sulla testata ci sta ancora lavorando»,
ma sulla linea editoriale non ha dubbi: «Non sarà un quotidiano del Sud, ma dal
Sud che conterrà anche sentimenti, non solo fatti. Insomma, una cosa diversa in
un panorama affollato di quotidiani «quasi tutti settentrionali e anche quelli
che non lo sono, sono comunque influenzati dal potere della proprietà». Mentre
i quotidiani meridionali «spesso sono influenzati dalle linee di potere che
fanno capo al Nord».
Domanda.
Aprile, nel suo libro «Giù al Sud» lei lascia
intravedere segnali di cambiamento, embrioni di un possibile riscatto. Ma quali
sono i soggetti in grado di guidare questo cambiamento?
Risposta.
Di certo nessuno dei partiti esistenti. Il Pdl è lo
zerbino del suo padrone che l'ha fondato con i propri soldi. Il Pd,
invece
D.
Invece?
R.
Basta dire che in una intervista alla Padania, dopo
avere elogiato il sito politico di Bossi, Bersani dice: non serve che mi
spiegate che Bossi non è razzista, lo so. Ecco, Bersani si trova bene con
quella gente lì. Dopo quell'intervista ho deciso di non votare mai più a
sinistra. Al di là di ciò che pensa Bersani, Bossi lo dice nella sua
autobiografia che usa il razzismo antimeridionale per prendere voti. Deposto
Bossi, Maroni ha detto esattamente la stessa cosa. Lo slogan del suo partito è:
prima il Nord. Questo è puro razzismo dichiarato e conclamato. Che significa
prima il Nord? Che forse ci sono cittadini più cittadini degli altri? Bersani
va d'accordo con questa gente al punto che invita alla festa del Pd il razzista
Roberto Maroni. Come può sperare il Sud di avere una rappresentanza da questa
sinistra.
D.
Chi allora?
R.
Nuovi soggetti politici che si stanno già preparando.
Alcuni in maniera «paraculesca», cioè soggetti politici che dentro hanno i germi
delle vecchie formazioni meridionaliste. Altri sono nuovi e penso ad alcune
formazioni siciliane. Intanto, c'è da prendere atto che cresce la voglia di
riscatto. Cresce confusamente come tutte le cose quando nascono, con mille
fuochi, mille iniziative spesso quasi sempre in conflitto tra di loro però sono
sempre più numerose. A
questo proposito ricordo sempre come esempio il partito del Sud di Antonio
Ciano che vinse le scorse elezioni a Gaeta, unica città in Italia non
amministrata da uno dei due poli, ma da una lista civica meridionalista e
autonoma.
D.
Ma perché bisogno dar credito a queste nuove forme di
meridionalismo? C'è da fidarsi visto che in Italia circola troppo
qualunquismo?
R.
Intanto perché gran parte di loro non viene dalla
vecchia politica, ma dalla società civile e poi perché ormai è certo che i
partiti non sono più credibili quando parlano di meridione. Quelli di destra
non ne parliamo, siamo l'unico paese in occidente che ha associato una
formazione razzista, la Lega, al governo. La sinistra è colpevole perché non ha
contrastato tutto questo o ha fatto finta di contrastare. Vedi gli accordi per
il cosiddetto federalismo fiscale, l'ennesima truffa ai danni del Sud per
«fottergli« anche gli ultimi spiccioli, visto che le norme del federalismo
fiscale comportavano già dal suo avvio lo spostamento di un altro miliardo di
euro dalle regioni più povere a quelle più ricche. E tutto ciò è stato
concordato con il Pd e con Vasco Errani quando era presidente della conferenza
dei presidenti di Regione. Sono più deluso dalla sinistra perché ci credevo.
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