
La presentazione, nonostante una durata di oltre due ore e nessun
risparmio sul proprio vissuto, ha tenuto attentissimo il buon pubblico presente (notato un Umberto Ranieri in incognito) e, oltre alla capacità comunicativa del personaggio, ne ha disegnato anche un vezzo caratteriale fortemente votato al contatto umano, alla conoscenza sensitiva unita ad una voglia cromosomica di ascoltare esperienze, consigli, idee e progetti di chi lo circonda o semplicemente gli viene a contatto. Umano e al tempo stesso combattivo, De Santis tiene la barra dritta su un obiettivo: non essere più il testimone di quanto fanno gli altri ma diventare attore protagonista di un progetto politico di difesa del Sud. E, parlando di attori, le sue caratteristiche lo dipingono come un attento capo-compagnia che bada al successo dello spettacolo più che a quello personale: sembra sapere bene che un simile risultato si ottiene solo esaltando le capacità di tutti i suoi attori responsabilizzandoli delle proprie azioni. Ma De Santis sa anche che senza il proporzionale bisogna allearsi giocoforza con la partitocrazia e non si nasconde dietro il dito: spiegando l’impossibilità di allearsi con mafiosi e leghisti, lascia aperta una porta sulla sinistra. Quale?! Lo scopriremo solo vivendo.

Fonte : il Brigante
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